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Gaspari: no agli apparentamenti, sì al dialogo

San Benedetto del Tronto | Antimo Di Francesco, Felice Gregori e il Sindaco Gaspari hanno indetto una conferenza in Sala Consiliare per considerare gli umori e le posizioni del Pd in vista del ballottaggio del 29 e 30 maggio.

di Minerva Strazzella

Antimo Di Francesco, Felice Gregori e il Sindaco Gaspar

Dopo la singolar tenzone di domenica e lunedì scorso, i politici sambenedettesi hanno dovuto ricaricare alla svelta le batterie e rimettersi al lavoro per affrontare al meglio il ballottaggio del 29 e 30 maggio. Antimo Di Francesco, Segretario della Federazione Provinciale del PD e Felice Gregori, Segretario dell'Unione Comunale del PD hanno tenuto, assieme al Sindaco Gaspari, una conferenza stampa in Sala Consiliare per chiarire le proprie posizioni, soprattutto in merito agli apparentamenti con gli altri partiti. Una questione, questa, su cui il Pd si è espresso con grande chiarezza.

"Noi non ci accorpiamo." Ha dichiarato Di Francesco "Non esiste scambio di merce, o di poltrona; potrebbe al limite esserci una convergenza programmatica, e, se qualche forza politica è in accordo con noi su alcuni punti, potremmo avere un'intesa non formale. L'apparentamento per noi è solo con i cittadini ai quali abbiamo promesso un programma."

Ancora meno dubbi hanno lasciato le parole del Sindaco: "Gabrielli è andato a chiedere un apparentamento a Rifondazione Comunista, è ridicolo. Gli apparentamenti si fanno prima della campagna elettorale, non dopo. Io, di sicuro, non andrò a mendicare voti da Calvaresi. Così si svilisce la politica." Eppure il Sindaco non nega simpatie con una certa area del Terzo Polo. "L'Udc, che, fra l'altro, ha ottenuto più del 5% dei consensi, potrebbe trovare con noi dei punti in comune. Con il Fli lo escludiamo categoricamente."

I vertici del Pd si sono in sostanza dimostrati calmi e sereni e, solo per scaramanzia, ancora non sicuri della vittoria. "D'altra parte" ha chiarito Di Francesco "Gabrielli cerca di far passare il nostro 45% di preferenze come una sconfitta. La verità è che non si può giocare con i numeri; il Pd ha avuto il 27% delle preferenze, e i nostri consiglieri sono 9 su 14. Il suo distacco, di 16 punti percentuali, parla da sé."

19/05/2011





        
  



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