Massimo Rossi: tecnologie avanzate e qualità della vita
San Benedetto del Tronto | Intervista con il candidato alla presidenza della Provincia di Ascoli Piceno per il centrosinistra
di Giovanni Desideri
Dice di non possedere il dono della sintesi, ma illustrando il programma del centrosinistra il suo discorso torna costantemente ad un unico concetto, quello di "qualità". "Non mi piace parlare di "sviluppo", dice, neanche quando si tratta di economia. Preferisco espressioni come "qualità della vita", "qualità dei posti di lavoro", "qualità delle imprese"".
Massimo Rossi, 47 anni, sposato, due figli, insegnante all'Ipsia di Fermo, è il candidato alla presidenza della Provincia di Ascoli Piceno per il centrosinistra. Indicato da Rifondazione Comunista, è sostenuto da altri sette partiti: DS, Margherita, Sdi, Repubblicani Europei, Comunisti Italiani, Verdi, Italia dei Valori.
La sua candidatura è arrivata dopo molte discussioni all'interno del centrosinistra. Alcuni parlano anche di svolta per la sua appartenenza a Rifondazione.
"Probabilmente il mio stile non è quello del presidente uscente Colonnella, ma questa non è una critica nei suoi confronti. Vorrei inoltre sottolineare che nel centrosinistra abbiamo lavorato al programma iniziando molto tempo prima che venisse designato il candidato presidente. Questo dimostra la grande intesa nella sostanza. Io ho dato il mio contributo nel gruppo di lavoro sullo sviluppo sostenibile. Vorrei anche dire che noi del centrosinistra abbiamo delle credenziali. Siamo abituati a realizzare ciò che promettiamo, come abbiamo dimostrato amministrando per anni. I nostri avversari al massimo scrivono i programmi. Poi non li realizzano".
Ritiene di dover tranquillizzare l'elettorato moderato nel corso della sua campagna elettorale?
"Direi di no. Sto ricevendo attestati di stima da parte di tutte le categorie economiche. A Grottammare gli imprenditori che hanno collaborato con me durante i nove anni in cui sono stato sindaco hanno apprezzato il rispetto puntuale delle condizioni stabilite negli accordi di programma. E soprattutto la certezza nei tempi. Nei prossimi giorni, ad ogni modo, incontreremo tutte le categorie sociali ed economiche, dai sindacati agli imprenditori".
Intorno a quale idea avete costruito il vostro programma?
"Soprattutto pensando al futuro delle persone e del territorio. Per esempio, non è pensabile aumentare ancora di più il trasporto privato, perché non c'è spazio. Per questo intendiamo realizzare quella metropolitana di superficie da Ascoli a Porto Sant'Elpidio con stazioni in più punti delle nostre città. Per il resto realizzeremo il minimo indispensabile di opere viarie, favorendo alternative come la ferrovia".
Cosa vede nel futuro dell'economia picena?
"La valorizzazione delle realtà economico-imprenditoriali che puntano sull'innovazione. Parlo con cognizione di causa, perché da tempo sto lavorando con imprese, università e Camera di Commercio sul fronte delle nuove tecnologie e delle nuove energie, derivate da pannelli solari o altre fonti rinnovabili. Ne beneficerebbero i cittadini e le imprese stesse, anche in termini di rispetto dell'ambiente. Esistono già nel nostro territorio molte imprese che operano in questo settore. Possiamo quindi creare una filiera di tecnologie avanzate".
Un futuro "hi-tech"?
"Non solo. Penso anche alla valorizzazione delle tipicità. Molto concretamente, si tratterebbe di consumare più prodotti del nostro territorio e meno prodotti provenienti da zone lontane del mondo, ciò che spesso vuol dire alimentare lo sfruttamento del lavoro. Non si tratterebbe di autarchia, ma appunto di valorizzazione. Un modo sobrio di pensare al futuro".
Le cronache ci parlano però di economia in crisi, fabbriche che chiudono, perdita di posti di lavoro.
"Nessuno ha la bacchetta magica di fronte a problemi simili. Le soluzioni, in questi casi, sono sempre di medio e lungo periodo. Incentivi potrebbero essere riservati a quelle imprese che creano posti di lavoro di qualità, ovvero a tempo indeterminato, sicuri, qualificati. Per intenderci, non avrebbero questi requisiti i posti di lavoro di un casinò. Quanto alla perdita di posti di lavoro, credo che il lavoro possa essere tutelato tramite il Fondo Sociale Europeo, che rappresenta una importante forma di ammortizzatore sociale, anche in vista del reinserimento nel mondo del lavoro tramite la formazione".
Nel settore della pesca e del turismo?
"Sul turismo partiamo dal fatto che disponiamo di un territorio ricco di risorse. Il territorio non va stravolto con opere tipo grandi luna park o parchi acquatici. Intendiamo realizzare percorsi turistici, piste ciclabili, restauri. Come d'altra parte abbiamo fatto a Grottammare. Per quanto riguarda la pesca, ho avuto l'onore di seguire tutto l'iter della progettazione del Parco Marino del Piceno, in collaborazione con l'assessore provinciale Maria Pia Silla. Tutti sono consapevoli dell'utilità di questo progetto, che realizzeremo per primi in Italia, per salvaguardare il mare e la pesca. Si tratta di pianificare l'utilizzazione delle risorse marine".
Il centrodestra lamenta da tempo l'alto livello della pressione fiscale nelle Marche e nel Piceno.
"Il livello della pressione fiscale non può essere toccato. È demagogico sostenere il contrario. A livello nazionale la destra sta tagliando i trasferimenti agli Enti Locali e sta devastando lo Stato sociale. Hanno creato la "Patrimonio Spa" per svendere il patrimonio artistico. Noi riteniamo più semplicemente che non si possano ridurre le tasse e al tempo stesso promettere mare e monti. Pensiamo invece a come utilizzare le risorse che provengono dalla tassazione, quali bisogni del territorio soddisfare, quali servizi erogare. Le tasse vanno considerate come risorse che rimangono alla comunità. La società nel suo complesso si regge sull'imposizione. Ciò non toglie che il settore pubblico debba essere efficiente e trasparente".
Ritiene che la Provincia di Ascoli possegga già queste caratteristiche?
"Ritengo di sì, ma in caso di vittoria delle elezioni intendo rivedere il sistema delle società partecipate, per semplificarlo e ridurlo al minimo. Anche questa è una conseguenza della riduzione dei trasferimenti. Inutile negarlo. Ma questo non vuol dire ridurre i settori di intervento della Provincia. Se è vero che la legge assegna precise competenze alle Province, questo non implica che nel caso in cui emergano grossi problemi sociali, la Provincia non possa agire in un modo o nell'altro. Un esempio è il problema abitativo".
Quali saranno le vostre politiche sociali e a favore dei giovani?
"Per quanto riguarda le politiche sociali intendiamo creare una rete di solidarietà per l'assistenza a tutti coloro che si trovano in difficoltà. Nessuno deve essere lasciato solo. Per quanto riguarda i giovani pensiamo di creare spazi di aggregazione, anche autogestiti e di puntare sulla cultura. I giovani non vanno pensati solo come consumatori, né come una categoria di troppo. Ai giovani vanno date nuove prospettive di vita, non legate soltanto alle possibilità di carriera, che oggi sono più uno specchietto per le allodole che un percorso per tutti".
E per quanto riguarda l'università?
"Proseguiremo nel progetto già avviato dalla passata Amministrazione provinciale, cercando però di collegare l'università a quel progetto sulle nuove tecnologie di cui dicevo. È importante che l'università coinvolga tutti i soggetti del territorio, che vada quindi a beneficio di tutti".
Il suo manifesto elettorale non contiene foto né slogan. Si direbbe una scelta in controtendenza.
"Per quanto ci si possa sforzare i manifesti non parlano. Noi preferiamo parlare dal vivo alle persone, mostrare volti che manifestano emozioni. Anche questa è una scelta di sobrietà. Io sono animato in questo momento, come sempre, dall'ottimismo della volontà. Sono abituato a superare quei "non si può fare" che a volte un amministratore si sente dire".
In caso di sconfitta che opposizione fareste?
"Faremmo ciò che già facciamo dove governa la destra: denunciare i continui litigi all'interno dell'Amministrazione, come accade soprattutto nel nostro territorio".
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07/05/2004
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