Musica poesia e rivoluzione nell'arte di Gil Scott-Heron
San Benedetto del Tronto | Gil Scott-Heron "Nothing new"
di
Gil Scott-Heron
"Nothing new"
"E' tempo adesso di raccogliere le cose di cui abbiamo bisogno per volare verso i giorni migliori che sono davanti a noi". Con questi positivi versi pieni di speranza il poeta Gil Scott-Heron apre "Nothing new", il disco postumo dopo la celebrazione di due anni fa (il triplo "The revolution begins - The Flying Dutchman Masters") che raccoglieva tutte le sue prime incisioni. Scomparso all'età di 62 anni il 27 maggio di tre anni fa, Gil Scott-Heron resta nella storia degli afroamericani come il poeta per eccellenza che ha tradotto in musica istanze sociali, militanza politica e lotta contro ogni forma di razzismo.
Mediante l'uso eccellente della parola -non a caso viene inquadrato come il primo vero rapper della black music - Gil Scott-Heron ci ha regalato momenti e lavori indimenticabili, dal memorabile esordio di "Small talk at 125th Avenue and Lenox" del 1970 (che conteneva la sua capitale "The revolution will be not televised") ai successivi capolavori "Pieces of a man" e "Winter in America". Diciamo subito che nonostante che su "Nothing new" non ci sia materiale sconosciuto non si tratta certo di un'operazione di sciacallaggio bensì è un ulteriore omaggio al grande autore che in queste canzoni viene messo a nudo. Si tratta infatti di versioni spoglie, quasi dei provini, e minimali nelle quali l'autore si accompagna semplicemente ad un pianoforte o a un piano elettrico per recitare i suoi versi. Otto tracce intere e qualche interludio in cui l'autore canta come un crooner blues che pesa ogni parola.
Parla, commenta, saluta e intrattiene prima o dopo celebri momenti come "Blue collar" (uno dei suoi manifesti, dal potente groove nonostante l'assenza di ulteriori strumenti), "Pieces of a man" (ancora potente ed evocativa sulla necessità di rialzarsi in piedi per lottare ancora). In "Alien (Hold onto your dreams)" lascia trasparire tutta la forza dell'hip hop mentre in"Did you hear what they said" è un Ben Sidran nero che avanza amaramente con gli occhi gonfi di dolore per la perdita di un fratello, uno della sua gente, ucciso per strada dalla polizia ("A shot in the head to save his country"). Fino alla morte la lucidità e la visione del futuro non hanno mai abbandonato Gil Scott-Heron. Egli ha saputo descrivere le miserie del mondo e la discriminazione subita dall'uomo con la pelle scura ("Non sono così vecchio quindi non trarmi in inganno / Sono l'ultimo sopravvissuto di una forza continua / Sono stato nel Mississippi e nelle ultime strade delle città / Ho visto giorni di abbondanza e notti con niente da mangiare / ma non sono così felice di trovarmi a metà di quella montagna che devo cominciare a scalare di nuovo" canta in "95 South"). "Nothing new" è un vero e sentito immancabile omaggio al poeta e all'artista Gil Scott-Heron.
Voto 8/10
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23/05/2014
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