Delibere comunali che ripercorrono la storia di uno dei periodi più importanti per la nostra città
San Benedetto del Tronto | Grazie al Rotary Club è stato possibile organizzare una conferenza dell'archivista comunale Giuseppe Merlini su alcune delibere "riesumate" dagli archivi e relative al periodo che va dal 1806 al 1902
Documenti preziosissimi per la storia sambenedettese per i quali il presidente del Rotary Club Alberto De Angelis ha messo in campo risorse tenendo fede alla vocazione che vuole i rotariani impegnati in prima linea nell'opera di valorizzazione e salvaguardia del patrimonio archivistico cittadino. E non è un caso che, a benedire il tutto, martedì pomeriggio ci fosse anche il sindaco Pasqualino Piunti che ha lodato l'operato del Rotary ed il grande lavoro di ricerca di Merlini aprendo una conferenza, tenuta dall'archivista, che ha tracciato quelle che sono state le situazioni degne di nota del periodo descritto dalle delibere in "burocratese" e tradotto in storia da Merlini.
Quasi un secolo di documenti che vedono emergere le figure di due grandi sindaci, padre e figlio, che si sono passati il testimone alla guida della città: Secondo Moretti il primo, Gino Moretti il secondo. Loro possono senz'altro essere considerati i padri della San Benedetto che conosciamo oggi.
«Tra le idee più importanti - ha spiegato Merlini - c'è stata quella di unire la parte "operosa" della città a quella turistica». Ma tra le carte è emersa anche la lungimiranza di Antonio Mascarini, un consigliere comunale che nel luglio del 1862, quando Porto d'Ascoli era ancora territorio di Monteprandone, spinse per aggiungere la parola "Tronto" al nome della città.
«Da Torino, all'epoca Capitale d'Italia - ha infatti spiegato Merlini - arrivò l'obbligo per le città denominate allo stesso modo, di modificare il proprio nome o di aggiungere elementi che lo distinguessero. Così fu deciso di trasformare "San Benedetto" in "San Benedetto del Tronto" anche se, all'epoca, il territorio comunale non arrivava al fiume ma confinava con un territorio che era di competenza di Monteprandone».
Nelle delibere, che sono custodite nella sede dell'Archivio Storico Comunale di Palazzo Piacentini, ci sono anche tante altre notizie importanti che molti ignorano. Ad esempio il fatto che in piazza Matteotti, dove nel tratto compreso tra l'area dove oggi sorge il monumento dell'ancora e via Curzi, c'erano quattro case che il Comune acquistò proprio per realizzare la piazza.
«Per una di queste abitazioni - ha raccontato Merlini - è stato necessario un lungo lavoro dal momento che i proprietari non sembravano intenzionati a vendere. La querelle durò una decina d'anni». Insomma grazie al Rotary è stata tirata fuori dagli scaffali una piccola miniera d'oro di storia e cultura cittadina. Un intervento importante lodato anche dall'assessore Annalisa Ruggieri che ha assistito, intervenendo a sua volta, all'interessante conferenza.
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22/05/2019
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