Il presidente di Eurispes Marche, Camillo Di Monte, intende rivolgere un appello alle istituzioni per individuare soluzioni adatte a fronteggiare l'aumento del costo della vita a San Benedetto del Tronto.

Già in passato - ha dichiarato il presidente - avevamo lanciato l'allarme relativo alle difficoltà manifestate da tante famiglie sambenedettesi che non riuscivano ad arrivare a coprire con i propri stipendi le spese di ogni mese.

Secondo Camillo Di Monte, rispetto alla pur recente rilevazione la situazione sta peggiorando: l'aumento del costo della vita è un problema diffuso su tutto il territorio nazionale che impone una riflessione seria e decisa.

Dopo aver fornito i dati sulla situazione di difficoltà dei vari nuclei familiari sambenedettesi, l'Eurispes Marche adesso propone all'amministrazione comunale l'istituzione di un tavolo di concertazione sperimentale che potrà funzionare anche a livello regionale ma che inizialmente dovrà essere realizzato a San Benedetto del Tronto che, lo ricordiamo, è una delle città campione nella rilevazione sul costo della vita.

A questo tavolo di concertazione, secondo Camillo Di Monte, dovrebbero partecipare tutti gli attori coinvolti sul territorio e tra questi i direttori delle varie banche che operano in città, i rappresentanti dei consumatori, dei sindacati e delle associazioni religiose che quotidianamente sono al fianco delle fasce più deboli della popolazione.

Per evidenziare con maggior forza il peggioramento della situazione, il presidente dell'Eurispes evidenzia che per la prima volta, gli assegni a vuoto emessi da privati superano gli assegni a vuoto emessi dalle imprese e che ormai mensilmente una famiglia di quattro persone spende mediamente 3.131,51 euro e la percezione di un aumento della vita è sentita dal 96,7% dei cittadini.

A nostro giudizio - prosegue il presidente - le "colpe" sono da ricercare in motivazioni molto più profonde rispetto a quanti affermano che la colpa sia dell'euro o dell'aumento dei prezzi dei commercianti: la società ha fatto il classico "passo più lungo della gamba" e ci si lancia in operazioni di "credito al consumo" che rischiano d'ingessare i redditi da lavoro dipendente. Oggi ci troviamo di fronte ad offerte strabilianti, verso le quali ci si lascia tentare più per il bisogno di  lasciar credere l'appartenenza ad una classe sociale che per la realizzazione del sogno di una vita.

Le banche hanno aumentato le loro offerte di credito al consumo, (una volta riservate a società specializzate) mentre quest’ultime hanno iniziato a riflettere sull’opportunità di intervenire con azioni di consolidamento (per essere più semplici, le stesse società che hanno proposto gli acquisti a rate, vedendo aumentare il numero di quanti non riescono a pagarle perché troppe rispetto alle disponibilità economiche, si accordano per proporre rientri anziché a 1,2 o 3 anni, a 5,6 o 7 diminuisce l’entità delle rate, ma aumenta il periodo di tempo).

Con il credito al consumo, i sambenedettesi acquistano soprattutto l’automobile (la classica ratina mensile per 3 anni e poi la maxi-rata finale, che nella maggior parte dei casi non viene pagata, ma si restituisce l’automobile rimanendo con un pugno di mosche in mano) e gli  hi-fi.

“Anche i sambenedettesi – è la conclusione del presidente dell’Eurispes Camillo Di Monte -  sono dunque a rischio povertà (come tutti gli italiani) e le soluzioni (a parte tornare a fare il passo secondo la lunghezza della propria gamba) non sono semplici:  perciò occorre avviare questo tavolo di concertazione”.