Giro d'Italia 2010
| Luned' 24 maggio, giorno di riposo
di Renato Novelli
Il giorno di riposo al giro non riposa mai e non fa riposare. Un po' come Burrasca al secolo Luigi Merlini che raccontava di sé bambino come il maestro in pieno 1917, avesse convocato il padre Giovanni (nomi che pesano nella storia di San Benedetto) e gli avesse detto "Luigi non fa, non sa' fa' e soprattutto non fa' fa'."La vita ha smentito il maestro e Luigi Merlini detto Burrasca è stato un imprenditore avveduto, un uomo saggio e un narratore popolare di quella saggezza degli aneddoti che sta cucita nella tasca interna della giacca dei contadini e dei marinai.
Nel giorno di riposo nessuno riposa, ma tutti scrutano tutti e a riposare sono solo i bruti muscoli delle gambe e i polmoni. Ma il giorno diventa sempre un giorno della verità. Per esempio al Tour dello scorso anno, dopo articoli siuarticoli sulla convivenza tra Armstrong e Contador, nel giorno di riposo, Contador, durante la rituale conferenza stampa, dopo molto parlare rifiutò il bicchiere d'acqua della mano del suo direttore sportivo e prese una bottiglia di plasticaccia si, ma rigidamente sigillata. L'episodio è racconto di testimone oculare. Tutti compresero che lo spagnolo non si fidava di nessuno e che la convivenza tra lui e Armstrong era una bufera come il rapporto tra Elisabeth Taylor e Richard Burton, se fosse stato senza amore.
Un tempo chi comandava nel giorno del riposo, perdeva il Giro. Anquetil, indimenticabile signore, ne fece ben due in maglia rosa (1966 - 1967) per perderla nelle tappe successive. Cosa stia succedendo oggi al Giro in riposo, lo vedremo nei prossimi giorni, perché queste sono le ore delle alleanze e, come direbbe Don Lisander Manzoni, "degli imbrogli". Berghem, chiamava Renzo baggiano, perché i contadini lombardi erano nella Repubblica di Venezia male accolti come gli extra comunitari oggi. Oggi Berghem dà più della metà dei professionisti al ciclismo italiano e rilevante per noi dava una percentuale di chierici ai Padri Sacramentini. Riposo senza tregua. Nelle tappe da dopodomani in poi sapremo cosa si è legato e cosa si è sciolto oggi. Mentre i monti solitari, uguali aspettano. In fondo i campioni e gli scalatori passano, ma i monti sono sempre lì e appartengono al ciclismo più dei corridori, dei tifosi, degli improvvidi cronisti. Compreso me stesso che cronista non sono.
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25/05/2010
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