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"È doveroso mettere in campo un progetto che possa prevede l’utilizzo delle risorse a disposizione"

Ascoli Piceno | "Quando si vogliono coinvolgere aspetti esterni alla materia universitaria l’iter si complica e purtroppo dopo cinque anni non si ha sviluppo e aule"

di Federico Biondi

Sono a disposizione dell’amministrazione comunale di Ascoli Piceno 15 miliardi delle vecchie lire, assegnate dalla regione Marche al comune di Ascoli Piceno nel giugno del 2000.
 
Da quel giorno non si è ancora trovato il modo di spendere queste risorse e sembra giusto, importante e doveroso mettere in campo un progetto che possa prevede l’utilizzo di queste somme senza che si rischi di doverle restituire all’Unione Europea.
 
Quindi i soldi messi a disposizione del comune di Ascoli Piceno dovrebbero essere spesi direttamente per la ristrutturazione dell’ex ospedale Mazzoni, dato che l’università per radicarsi sul territorio ha bisogno di aule e di spazi per la didattica.
 
Senza una risposta chiara che dimostri al mondo universitario la volontà di realizzare prima i luoghi della didattica e poi i servizi, non si può parlare dello sviluppo dell’università in modo serio e radicato.
 
In passato i percorsi avviati dall’amministrazione comunale sono stati bloccati non dalla minoranza consiliare, ma dall’autorità di Vigilanza dei Lavori Pubblici o dalla Presidenza del Consiglio Dipartimento Politiche Comunitarie.
 
Questo perché l’iter che è stato seguito o non era conforme con il programma integrato di intervento o non ha previsto l’evidenza pubblica in un bando europeo.
 
“Hanno presentato la stessa proposta di qualche anno fa, la quale non era stata condivisa da diversi organismi istituzionali - ricorda il consigliere Giuseppe Brandimarti - occorre utilizzare i soldi a disposizione per la ristrutturazione degli edifici di proprietà dell’amministrazione comunale evitando di cedere i gioielli di famiglia come il Palazzo Sgariglia e l’ex dispensario”.
 
Se si cede Palazzo Sgariglia non è pensabile una variante straordinaria su uno stabile che non è più di proprietà pubblica.
 
Preoccupato Stefano Corradetti, “Camerino, che era stata colpita dal terremoto, rivendica il ruolo di sede Universitaria e apre una facoltà di Architettura in contraddizione e in concorrenza con quella di Ascoli. In più di cinque anni di governo la maggioranza non ha colto l’opportunità di dotare l’università di Architettura di spazi didattici radicando e consentendo lo sviluppo del polo universitario”.
 
Quando si vogliono coinvolgere eccessivamente aspetti esterni alla materia universitaria (varianti urbanistiche) l’iter si complica e purtroppo dopo cinque anni non si ha sviluppo, studenti e aule.

26/05/2005





        
  



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