"Per un pane buono, giusto e pulito", i bambini imparano a fare il pane
San Benedetto del Tronto | Gli alunni della scuola "Marchegiani" del Paese Alto hanno assistito ad una lezione speciale sulla produzione del pane e dei dolci fatti a mano presso l'azienda agricola "Michele, il Forno di Collina".
Slow Food
Alla scoperta dei prodotti bio che non ci sono più. Gli alunni della scuola "Marchegiani" del Paese Alto hanno assistito ad una lezione speciale sulla produzione del pane e dei dolci fatti a mano. Ad illustrare loro tutto il percorso che una spiga fa per diventare pane, sono stati un fornaio e un agronomo, entrambie dell'azienda agricola "Michele, il Forno di Collina".
Si tratta di una piccola azienda di famiglia tuttora attiva alle pendici del monte Sibilla e promossa per la sua unicità dall'Ipi, Imprese Promozione Italia, in collaborazione con SlowFood e con il patrocinio del Comune di San Benedetto del Tronto.
L'iniziativa, dal titolo "Per un pane buono, giusto e pulito" ha catturato l'attenzione dei giovani studenti, accompagnati dalle insegnanti e dalla dirigente del Terzo Circolo Stefania Marini, che ha introdotto gli interventi dell'assessore alla Cultura Margherita Sorge, di Alessia Consorti, fiduciaria SlowFood San Benedetto, e della nutrizionista dell'Asur12 Romina Fani.
In un mondo dove, specialmente nella produzione, conta soprattutto la velocità, l'azienda agricola "Michele" ha ricreato un ambiente dove il pane impiega ancora un giorno e una notte per lievitare e dove si utilizza un lievito chiamato pasta madre, fatto solo di farina e acqua, lavorato per giorni a mano.
I piccoli alunni hanno imparato anche tutte le fasi precedenti e quelle successive all'impasto del pane, fatto esclusivamente con acqua purissima di montagna.
«La nostra filosofia, ovvero quella di offrire prodotti genuini, ci porta a recuperare campi incolti che noi stessi ariamo e dove coltiviamo il nostro grano» - ha spiegato Emanuele, responsabile dell'azienda agricola di Collina di Montemonaco - «poi non dimentichiamo di mettere la tradizionale croce nei campi, auspicio per un buon raccolto, e una volta passati alla mietitura e alla trebbiatura sull'aia, il grano viene trasportato fino ad un antichissimo mulino ad acqua dei fratelli Silvestri di Perugia. Qui grazie alla lentezza con la quale girano le macine a pietra, si ottiene una farina le cui sostanze nutritive non vengono alterate dall'eccessivo calore».
Poi si è passati alla spiegazione della cottura, che in questo caso avviene in forni a legna a fuoco diretto, utilizzando solo legname naturale.
Insomma un pane tradizionale al 100% quello del Contadino, che è particolare anche nella consumazione. «Come dicono gli anziani - spiega ancora Emanuele - è infatti meglio attendere una giornata dopo la sfornatura, perchè il filone si deve "fermare" all'interno del sacchetto, mentre lasciato aperto si indurisce perdendo le sue proprietà organolettiche».
E infine l'attesa merenda, rigorosamente a base di crostate alla marmellata e pane con olio, il tutto biologico, profumato e buonissimo.
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27/05/2010
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