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Un'altra faccia dell'Architettura marchigiana: il bianco candore del San Ciriaco

Ancona | “A Roma si prende un vetturino per Ancona”, scrive Stendhal, che, poi, suggerisce, appena arrivati ad Ancona, di affittare un domestico per un giorno e di visitare “ San Ciriaco, antico tempio di Venere”.

di Elvira Apone

San Ciriaco - Ancona

Il celebre scrittore francese Stendhal, all'anagrafe Marie-Henri Beyle, fu enormemente legato all'Italia, dove visse per diversi periodi della sua vita, sia in qualità di studioso d'arte, sia da soldato al seguito di Napoleone, sia nel ruolo istituzionale di console di Francia, sia come semplice visitatore. In particolare dalla sua esperienza di turista durante un Gran Tour, uno dei viaggi in Europa che nel Settecento e nell'Ottocento facevano molti giovani appartenenti all'aristocrazia e all'alta borghesia, nacquero diverse memorie di viaggio, potente espressione della sua passione per l'arte e l'architettura italiana.

A quel tempo, però, le Marche erano una regione ancora poco esplorata, fatta eccezione per il santuario mariano di Loreto; l'attenzione, quindi, che Stendhal riservò, seppure limitatamente, ad uno dei luoghi della nostra regione, non può non colpirci e lusingarci ancora oggi. "A Roma si prende un vetturino per Ancona", scrive Stendhal, che, poi, suggerisce, appena arrivati ad Ancona, di affittare un domestico per un giorno e di visitare " San Ciriaco, antico tempio di Venere".

Il duomo di Ancona, dedicato, appunto, a San Ciriaco, sorge sulla sommità di un colle, il colle Guasco, originariamente occupato dall'Acropoli dell'antica città greca e dove, sin dal III secolo a. C., sorgeva un tempio in onore di Afrodite, la Venere dei Romani, che, secondo un'antica tradizione, seppure non supportata da fonti, aveva anche l'appellativo di Euplea, cioè protettrice dei naviganti. Sopra al tempio classico venne in seguito costruita, nel VI secolo, una basilica paleocristiana a tre navate che, soltanto tra il X e l'XI secolo, sembra sia stata trasformata nella nuova cattedrale cittadina.

La chiesa subì, nel corso dei secoli successivi, ulteriori lavori di ampliamento, come l'apertura, per esempio, di un nuovo ingresso rivolto a sud-ovest, cioè verso il porto, fonte del benessere e dell'economia della città, la costruzione del coro e di due adiacenti cappelle, e l'aggiunta di un elemento trasversale creando, così, la pianta a croce greca di tipo bizantino, che tuttora conserva. Valenti artisti contribuirono ad arricchirla con affreschi e abbellimenti di vario genere realizzando, pian piano, un'opera architettonica unica nel suo genere, in cui lo stile romanico e quello bizantino entrano in perfetta simbiosi.

Sormontata da una cupola ogivale, una delle più antiche d'Italia, impreziosita da un portale di stile romanico-gotico, in cui si alternano la pietra bianca del Conero e il marmo rosso di Verona, arricchita da un protiro romanico formato da un arco a tutto sesto sorretto da quattro colonne, la cattedrale di San Ciriaco appare come una gigantesca nuvola bianca, in cui si sono fusi, come per incanto, la pietra bianca del Conero e il marmo greco.

Se un giorno vi capiterà di passare per Ancona, anche se magari andate un po' di fretta, fermatevi comunque, almeno per mezz'ora, a visitare la bellissima chiesa di San Ciriaco. Non vi potrete sbagliare nel riconoscerla, anche se non l'avete mai vista prima, perché vi saluterà dall'alto con la sua imponente figura bianca e vi catturerà con la calda luminosità del suo candore.

28/05/2014





        
  



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