Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Un caso di aggressione

San Benedetto del Tronto | Un nuovo racconto di Annarita Petrino, reduce dal personale successo ottenuto a Firenze

di Annarita Petrino*

La giovane scrittrice abruzzese ha ottenuto lusinghieri attestati a Firenze. In lizza per alcuni concorsi letterari
   
   "Avanti un altro!" disse Bob Norton dell'investigativa della città di Northampton City.
    Gli agenti fecero entrare un uomo sulla trentina, bruno con gli occhi chiari che prese posto di fronte a lui.
    "Nome?" chiese Bob
    "NDR 110."
    "Bene, NDR 110, sai perché sei qui?"
    "Si signore, perché ho aggredito un uomo."
    "E perché lo hai fatto?"
    "Voleva smontarmi signore."

    "Purtroppo qualunque fossero le intenzioni di quell'uomo tu hai reagito in modo esagerato e sei quindi stato giudicato non più idoneo a continuare il tuo lavoro. Hai capito quello che ho detto NDR 110?"
    "Si, signore."
    "Adesso questi signori ti porteranno in una stanza dove resterai fino a quando non decideremo quale sarà la tua punizione, va bene?"
    "Si, signore."

    Il robot umanoide si alzò e fu portato via da un paio di agenti. Quello era l'ultimo caso della giornata per Bob Norton, che si diresse verso il suo ufficio. Si fermò però sulla soglia, vedendo una donna seduta sulla poltrona di fronte alla sua scrivania. Chi diavolo l'aveva fatta entrare?
    "Buongiorno!" disse poi entrando e chiudendo la porta.

    La donna si girò e fissò su di lui due occhi da gatta che risaltavano sotto la capigliatura nera che le scendeva sulle spalle, conferendole l'aspetto di una leonessa in attesa. Ma in attesa di cosa?
    La donna seguì Bob con lo sguardo fino a che non si fu seduto davanti a lei. Indossava uno di quei completi plastificati con una minigonna inguinale.

    "Cosa posso fare per lei signora…?"
    "Brown, Jessica Brown." rispose con voce sensuale   
    "Bene, signora Brown, sono tutt'orecchi."
    "Sono qui per Andrew."
    "Prego?"

    La donna alzò gli occhi al cielo, facendo un gesto di impazienza: "NDR 110, il mio robot! Lo rivoglio indietro."
    "Signora, mi dispiace, ma con tutta probabilità quel robot verrà distrutto."
    "No, la prego. Non c'è niente che io possa fare per riaverlo indietro?"
    "Non credo proprio. In ogni caso è la Commissione a decidere, non io."

    La donna si mosse sulla sedia, quindi si sporse in avanti: "Eppure…Bob, mi è stato riferito che lei è molto amico di alcuni membri della Commissione. Non potrebbe mettere una buona parola per me?"
    "Io…posso provarci, ma non le prometto nulla."
    La donna sorrise: "Avrà tutta la mia gratitudine."

    Quindi si alzò e raggiunse ancheggiando la porta. In quel momento entrò Ben Hudson, collega di Bob, nonché suo amico di vecchia data, che fece passare la donna per poi richiudere la porta dietro di lui.
    "Ciao Bob. Senti, ti va di venire con me al St. Martin? Devo interrogare la vittima dell'ultima aggressione e non mi va di andare da solo."

    Bob annuì e si alzò a malincuore. Aveva sperato di poter tornare a casa ad un orario decente quella sera, ma tutto lasciava intendere che avrebbe osservato il tramonto da una puzzolente camera di ospedale, interrogando uno che era stato talmente idiota da voler provare a smontare un robot!

    I due poliziotti arrivarono al St. Martin che l'orario di visita era ormai finito, ma l'infermiera mostrò ugualmente loro la camera. Non appena entrarono lo sguardo di Bob cadde sulla donna seduta vicino al letto.
    "Buonasera signora Brown." disse
    "Salve agente Norton."

    Bob guardò Ben che con un movimento degli occhi gli indicò l'uomo che giaceva nel letto con la faccia tumefatta, un braccio ed una gamba spezzati. Eh no, quel robot non se la sarebbe cavata con poco.
    Ben si avvicinò al letto: "Buonasera signor Brown, sono Ben Hudson dell'investigativa. Vorrebbe dirci come si sono svolti i fatti?"

    L'uomo si mosse nel letto, cercando di parlare ma riuscì ad emettere solo una serie di suoni incomprensibili.
    "E' proprio necessario tutto questo?" saltò su la moglie "Non vedete che non riesce nemmeno a parlare?" quindi gli rimboccò le coperte "Volete sapere cosa è successo? Ve lo dico io! Ieri sera sono tornata a casa ed ho trovato mio marito in queste condizioni e quello stramaledetto robot in piedi di fianco a lui!"

"Quindi lei non è in grado di dirci se è stato effettivamente il robot ad aggredire suo marito?" intervenne Bob
    "Secondo lei chi altri potrebbe essere stato? Erano soli in casa!"
    "Signora Brown, la prego si calmi e mi spieghi una cosa. Perché rivuole indietro il robot dopo quello che ha fatto a suo marito?"
    La donna sembrò riflettere un attimo, dopodiché disse: "Andrew è un regalo di Jimmy. È per questo che lo rivoglio."
    "Va bene, mi sembra chiaro che questa sera non sarà possibile interrogare il signor Brown. Torneremo quando si sarà rimesso." concluse Ben

    I due detective lasciarono la stanza d'ospedale ripercorrendo il corridoio.
    "Sei pensieroso Bob, che ti prende?" gli chiese Ben
    "In questa storia c'è qualcosa che non mi convince. Domattina per prima cosa voglio interrogare quel robot."
    "Sempre che non l'abbiano già incenerito."

    L'indomani Bob si recò di buonora al lavoro. Aveva dato appuntamento ad una robopsicologa di sua conoscenza affinché lo aiutasse nell'interrogatorio.
    "Ciao Bob." lo salutò Susan Cave
    "Salve Susan."
    "Se sei pronto possiamo iniziare anche subito."

    Quindi le fece strada fino alla stanza degli interrogatori dove Il robot NDR 110 fu introdotto e fatto accomodare.
    "Allora NDR 110, sono la dottoressa Susan Cave. Il detective Norton mi ha chiesto di venire a parlare con te. Ti dispiace se chiacchieriamo un po'?"
    "No signora."
    "Molto bene, allora dimmi, perché hai picchiato quell'uomo?"
    "L'ho già detto al detective Norton. Voleva smontarmi."
    "Quanto tempo è passato da quando hai preso coscienza di te per la prima volta?"
    "Quattro mesi."
    "E non ti era mai capitato prima di venirti a trovare in una situazione simile?"
    "No signora."
    "Perché sei stato costruito?"
    "Sono un robot da compagnia, signora."
    "Da quanto tempo vivi a casa dei Brown?"
    "Sono stato ordinato dal signor Brown, che mi ha fatto costruire per sua moglie."
    "E lei è stata contenta del regalo?"
    "Si signora. Anche il signor Brown era contento."

    D'improvviso il tono di voce di Susan mutò e da accondiscendente divenne autoritario e minaccioso: "NDR 110, hai picchiato tu il signor Brown?"
    Il robot ammutolì.
    "Rispondimi e questa volta non mentire!"
    Il robot prese a tremare.
    "Ti bruceranno il cervello NDR 110! Ti puniranno perché hai aggredito il tuo padrone e lo hai quasi ucciso!"

    La donna si era alzata in piedi e si era sporta verso il robot che tentava di articolare le parole senza riuscirci. Norton non sapeva se fosse o meno il caso di intervenire.
    "Rispondimi Andrew!"
     Il robot si scosse e sembrò tornare in sé: "No, signora. Non ho aggredito io il signor Brown."
    La robopsicologa lanciò uno sguardo a Norton, quindi disse: "Va bene, Andrew, adesso facciamo una piccola pausa."

    Quindi abbandonò la stanza seguita dal detective.
    "Cosa ne pensi?" gli chiese
    "Veramente non credo di aver capito molto bene quello che è successo, a parte il fatto che quel robot ha negato di aver aggredito Jimmy Brown."
    "Allora ti faccio un breve quadro della situazione. Qualcuno ha indotto quel robot a mentire sull'aggressione e sto parlando di qualcuno che con i robot ci sa fare parecchio."
    "Bene, tu resta qui e cerca di scoprire il più possibile. Io faccio un controllo e torno."
   
    Si incontrarono di nuovo un'ora dopo.
    "Ho portato NDR 110 sull'orlo della disattivazione, ma non ha voluto rivelarmi il nome dell'aggressore." spiegò Susan "Il blocco che gli hanno imposto è veramente molto forte. Però sono riuscita a scoprire che quando è successo lui e la signora Brown erano presenti."
    "Ed è proprio di lei che volevo parlarti. Ho fatto un controllo sugli ordini fatti dai Brown alla casa di produzione degli NDR. A quanto pare un mese fa Jessica Brown ha ordinato una Emma, MA 108. Credo sia arrivato il momento di scambiare due parole con la signora. Ho anche un mandato. Ti va di accompagnarmi? Potrei aver bisogno della sua assistenza."
    Susan annuì.
   
    La donna li ricevette in salotto in compagnia della sua Emma.
    "Signora Brown," iniziò Bob "NDR 110 ha ammesso di non essere lui l'autore dell'aggressione ed afferma che lei era presente in quel momento. Ha idea del perché all'inizio abbia mentito?"
    "No, detective. E per favore non venga a raccontarmi che crede alla parola di un robot."
    "Signora, se lei non ci aiuta dubito fortemente che riuscirà ad avere indietro il suo robot."
    "Sono spiacente ma non ho altro da aggiungere."
    Susan e Bob lasciarono la villa.
    "Che mi dici?" chiese Norton mentre guidava
    "Che la signora Brown mente. È chiaramente spaventata. Credo a questo punto che sia meglio aspettare che il marito venga dimesso."

    Due settimane dopo Bob e Ben andarono all'ospedale a prendere Jimmy Brown. L'uomo aveva insistito per tornare a casa anche se secondo la polizia non era una buona idea. Durante l'interrogatorio aveva dichiarato di non aver avuto il tempo di guardare in faccia l'aggressore perché era stato preso alle spalle. Ricordava solo la sua enorme forza e violenza.

    Tutto era ancora insoluto.
    Dopo aver lasciato Jimmy Brown i due investigatori si appostarono fuori della villa con un furgone anonimo e furono raggiunti da Susan Cave che era ormai notte.
    "Allora Susan," iniziò Bob "mettiti questa cuffia e cerca di ascoltare quello che viene detto all'interno della villa. Io e Ben ci abbiamo piazzato dei microfoni durante l'ultima visita. Noi intanto controlliamo i movimenti con il cannocchiale a infrarossi."

    La ragazza annuì e si misero al lavoro. Dopo un paio d'ore Susan diede il segnale che era ora di intervenire, così fecero irruzione in casa giusto in tempo per impedire che MA 108 rimettesse di nuovo le mani addosso a Jimmy, questa volta per ucciderlo. Ci volle tutta l'esperienza di Susan per fermare il robot mentre i due detective lo immobilizzavano.

    A quel punto alla signora Brown non restò che confessare che la prima aggressione era stata opera di Emma. NDR 110 venne liberato ed assegnato ad una nuova famiglia, mentre Jessica Brown venne arrestata con l'accusa di concorso di colpa.

    La robopsicologa Susan Cave stese un rapporto sul caso MA108 che finì negli annali della robopsicologia:
    Il robot umanoide femmina MA108 affetta da scompenso dei circuiti affettivi ha aggredito Jimmy Brown perché gelosa dell'affetto che lui provava nei confronti della moglie. In seguito aveva fatto ricadere la colpa sul robot NDR 110 per allontanarlo dalla villa e poter così tenere in pugno la signora Brown.

    Ad un controllo più approfondito è risultato che il progetto iniziale del modello MA apparteneva al professor Petersburg, noto per la sua ricerca sulle identità femminili nei robot.

FINE RAPPORTO
Susan Cave   

email   aidoru@mooncity.it

*autrice del romanzo di fantascienza "Ragnatela Dimensionale" in vendita presso la libreria Ianni a Giulianova o acquistabile sul sito www.delosstore.it

03/05/2004





        
  



2+3=

Altri articoli di...

ilq

Una serata di emozioni e scoperte

ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale

Betto Liberati