Sorprendono i dodici casi di sifilide riscontrati negli ultimi giorni nel fermano. A confermare l’insolito dato anche il primario del reparto di malattie infettive dell'Ospedale Murri di Fermo, Paolo Padovani.

Si tratta in maggioranza di residenti della zona che per motivi di affari e lavoro si sono recati spesso in Romania: quindi molto probabile che proprio lì sia stata contratta la malattia, riportata poi dentro i confini italiani.

Probabile che a causarla siano stati rapporti sessuali non protetti e occasionali con donne locali.

Al momento, i 12 pazienti sono tutti in cura presso l’ospedale locale: per loro terapia antibiotica a base di penicillina.

La fase acuta dell'infezione dura due settimane, e se non viene bloccata per tempo c'e' il rischio che vada a colpire, oltre ai genitali, altri organi vitali come il cuore, il fegato o il cervello.

Per fortuna nessuno dei fermani ammalati è stato sottoposto a cure in una fase avanzata della malattia quindi non sembrano esserci elementi per preoccuparsi per la loro guarigione.

Certo però, per i frequentatori dell’est europeo, è squillato un campanello d’allarme ed un invito all’attenzione.