Auschwitz prima di "Auschwitz" - Costantino di Sante
San Benedetto del Tronto | Non la semplice presentazione di un libro come se ne fanno molte, piuttosto una bellissima lezione di storia.
di Sabrina Cava
Sala Convegni dell' Hotel Progresso gremita di un pubblico adulto, ( mi sarei aspettata più giovani) ieri sera 29 maggio per l’incontro organizzato dall’Associazione Culturale “I luoghi della Scrittura” in collaborazione con La Bibliofila.
Costantino di Sante ha presentato il suo ultimo libro, appena uscito Auschwitz prima di "Auschwitz".
Mi sarebbe piaciuto trovare i giovani in sala perché quella a cui ho assistito ieri sera non è stata la semplice presentazione di un libro come se ne fanno molte, è stata piuttosto una bellissima lezione di storia.
Una storia non convenzionale, di quelle che non si studiano a scuola e che mostrano un aspetto che non mi era mai capitato di prendere in esame nell’ottica in cui è stata illustrata ieri sera.
Il tema del libro infatti così come di tutta la serata non è stato come viene facile pensare “il Nazismo” bensì una disamina documentata e raccontata magnificamente dall’autore, della ricerca minuziosa e del carteggio, ritrovato e spulciato delle carte di Massimo Adolfo Vitale che per primo, nell’immediatezza dell’8 settembre del 1943 ebbe la necessità di capire e conoscere la sorte dei deportati italiani nei campi di sterminio.
Dopo i saluti di Mimmo Minuto Presedente dell’Associazione la serata si è aperta con l’intervento musicale di un grandissimo maestro, violinista d’eccezione, Paolo Bucconi, uno dei maggiori violinisti di fama europea.
Esperto di musica ebraica.
Sullo scorrere delle immagini del campo “numero uno” di Auschwitz il maestro ha regalato all’attentissimo pubblico un “canto sinagogale senza parole”, a significare come non ci siano parole per descrivere l’emozione e il dolore che si celano ancora oggi dietro il ricordo apparentemente lontano che non deve mai crinarsi.
La parola è poi passata alla professoressa Antonella Tiburzi, docente di Storia presso l’Università di Bolzano.
Una Lectio Magistralis la sua, puntuale e circostanziata così ben organizzata ed esposta che io come tutti ne siamo rimasti affascinati.
“Auschwitz prima di "Auschwitz era un libro che mancava nella storiografia”- ci dice- un libro importante perché parla di ciò di cui ancora non si era parlato offrendo attraverso il carteggio di Massimo Adolfo Vitale le primissime informazioni sui Lager”.
Importante perché informa su cosa sia successo immediatamente dopo la guerra, aiutandoci a capire e comprendere il perchè ancora dalla Roma appena liberata nel resto dell’Italia continuarono le deportazioni di massa.
Costantino Di Sante, è uno storico e direttore dell'Istituto Storico di Pesaro-Urbino e da storico si fa perfetto scrittore, studia, ricerca e affronta l’immenso carteggio di Vitale, personaggio straordinario la cui relazionee ricerca minuziosa di notizie sui deportati italiani, la sua raccolta delle testimonianze dei sopravvissuti, tra cui anche quella di Primo Levi, diventano il tema centrale del suo libro.
Ancora oggi Massimo Adolfo Vitale rappresenta un esempio e un antidoto contro il negazionismo, perché, come egli non si stancava di ripetere, "bisogna non dimenticare".
Di Sante fa un’ operazione straordinaria, restituisce voce a Vitale il quale aveva a sua volta prima di lui restituito voce e dignità ad ogni deportato, tornato o non tornato da Auschwitz.
A tornare sono stati davvero pochi, oltre il 90% di essi non ha fatto più rientro in patria.
Numeri, questi erano i nostri connazionali nei campi di sterminio ed ecco allora che Vitale prima e Di Sante poi ritrovano i loro nomi e cognomi e per ognuno di essi ne ricercano la sorte.
Dare identità ai martiri è stato questo l’impegno di Vitale, aiutare i superstiti e le loro famiglie a ritrovare la propria vita e a ricongiungersi se possibile, lui che in una di quelle camere a gas aveva perso la mamma e la sorella.
Un libro che va assolutamente letto.
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30/05/2014
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