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La Francia ha votato no alla ratifica della costituzione europea

| I Presidenti: “Gli elettori francesi hanno scelto oggi, domenica 29 maggio, di dire NO ALLA RATIFICA del Trattato Costituzionale. Ne prendiamo atto".

di Maria Teresa Antonelli


A Bruxelles è terminata la conferenza stampa in cui il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso  e il presidente del Consiglio Jean-Claude Juncke unitamente ad una dichiarazione congiunta con il presidente del parlamento Josep Borrell Fontelles, hanno commentato il risultato francese che ha visto vincere il partito del NO con il 56% dei voti.

 “Gli elettori francesi hanno scelto oggi, domenica 29 maggio, di dire NO ALLA RATIFICA del Trattato Costituzionale – hanno dichiarato i presidenti -   Ne prendiamo atto. 

Ci dispiace che questa scelta arrivi da parte di uno Stato membro che da 50 anni è partner essenziale per la costruzione del nostro comune avvenire. Rispettiamo interamente l’espressione di un voto democratico che si è manifestato al termine di un intenso dibattito. Il risultato del referendum francese merita un’analisi approfondita, soprattutto da parte delle autorità locali. Bisogna dare loro tempo…….La costruzione europea è per sua natura complessa.

L’Europa ha già conosciuto dei momenti difficili, uscendone sempre più rafforzata…. La costruzione europea non si arresta oggi… le istituzioni funzionano regolarmente…”
'La Francia resta in Europa e manterra' tutti i suoi impegni' assicura il presidente francese Jacques Chirac dopo l'annuncio della vittoria del no alla  ratifica della Costituzione europea, commentando  che tale vittoria ha creato 'inevitabilmente un contesto difficile per la difesa degli interessi francesi in Europa. Chirac conferma poi che nei prossimi giorni dara' un nuovo e forte impulso all'azione del Governo nazionale, asserendo che sara' una risposta alle preoccupazioni emerse nella campagna referendaria”.

LE RAGIONI DEL NO

Una campagna che il popolo del NO ha sostenuto con veemenza, in nome di un’altra Europa. 
“Noi pensiamo – aveva dichiarato l’On Fausto Bertinotti intervistato a Barcellona  in qualità di presidente della Sinistra Europea sostenitrice del No alla ratifica della costituzione -   che questo trattato costituzionale tradisca quelle aspettative e quelle aspirazioni, sia di chi nel mondo guarda all’Europa come ad una forza ed un soggetto politico di pace, sia ai popoli interni all’Europa che sentono il bisogno di una Costituzione sovranazionale per realizzare nuovi diritti, diritti universali. Di fronte alle gravi crisi che attanagliano le condizioni di lavoro  e di vita di tanta gente, c’è l’Europa che stiamo vivendo. E’ un’Europa in cui vengono messe in discussione le conquiste, sociali e di civiltà, realizzate in mezzo secolo, dopo la vittoria contro il nazifascismo. E’ un’Europa della insicurezza e della precarietà. Questo trattato costituzionale consolida questa Europa, invece di andare in direzione di un’altra Europa possibile”

Ed ora?

Chirac dovra' definire la posizione del governo francese a breve termine e probabilmente prima del referendum di mercoledi' in Olanda, un altro voto ad alto rischio. Da quando i sondaggi hanno fatto capire che il governo di Parigi e' stato troppo ottimista quando ha scelto la via del referendum per la ratifica della Costituzione europea, sono stati pronunciati fiumi di parole sulle conseguenze che il voto negativo dei francesi avra' sul trattato, sulla costruzione dell'Europa e sui rimedi da prendere.

I responsabili delle istituzioni europee sono scesi in campo per avvertire, inoltre, che il No non garantisce automaticamente un nuovo negoziato del testo. Ne' blocca il processo di allargamento gia' consumato, che sembra essere tra i motivi piu' forti invocati dagli oppositori del trattato.

Il caso francese ha creato divisioni, sia sull'analisi di quanto sta accadendo, sia sulle conseguenze. C'e' chi ipotizza vere catastrofi per l'Ue, chi ritiene che, come e' gia' avvenuto altre volte, una soluzione sara' trovata. C'e' perfino chi considera che il No francese costringerà gli Stati a trovare un compromesso sul delicato tema dei fondi del bilancio 2007-2013, perche' i governi non se la sentiranno di dare un altro segnale negativo ai loro amministrati ed in tal senso la presidenza lussemburghese sta preparando una nuova proposta.

Gli osservatori sottolineano che, formalmente, i 15 Paesi che non hanno ancora ratificato il testo fanno sapere che loro andranno avanti secondo il calendario fissato. I nove che l'hanno approvata - e che rappresentano la meta' della popolazione dell’Unione sono decisi a spingere perche' non ci siano cambiamenti di regole in corsa. La Francia, pero', e' uno dei Paesi fondatori ed uno dei leader dell'Ue. L’esito negativo, oltretutto influenzato da fattori anche estranei al trattato, puo' avere un effetto domino sugli Stati che debbono ancora votare.

30/05/2005





        
  



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