Con un sopralluogo l‘assessore ai lavori pubblici del comune di Ascoli Luigi Lattanzi avverte due situazione possibilmente pericolose in due punti nel centro storico di Ascoli. Uno nella scarpata sottostante alla chiesa di Santa Maria Intervineas e l’altra nella scarpata sottostante la rampe di risalita di Porta Tufilla.

 

Immediatamente sono stati attivati i tecnici del comune, un geologo e una squadra di specializzati di scalatori, che hanno fatto un rilievo delle due scarpate interessate al parziale cedimento strutturale.

 

Le situazioni sono fra loro diverse. Sotto la chiesa si è rilevata in proiezione planimetrica una distanza di 3 metri lineari tra la parete laterale di tamponamento esterno della chiesa rispetto al punto della scarpata. I 3 metri sono a detta del geologo una distanza di sicurezza ma per evitare un ulteriore degrado è necessario eseguire un intervento di manutenzione.

 

Mentre un intervento di massima urgenza è necessaria nella scarpata di Porta Tufilla, in quanto il muro di contenimento della strada sporge di circa 40 centimetri dalla parete rocciose e si regge esclusivamente perché forma un arco che tiene la parete in equilibrio.

 

Per garantire la sicurezza dei cittadini si è provveduti a chiudere al traffico veicolare la strada e nel frattempo la relazione geologica consiglia un’indagine per verificare la natura e la consistenza del terreno.

 

In funzione della composizione del terreno si deciderà quale tipologia di intervento fare, “si potranno inserire dei chiodi in senso trasversale alla parete, oppure installare dei micropali che garantiscono la stabilità in caso non ci fosse la roccia sotto la sede stradale attuale” dice l’assessore Lattanzi.

 

La pioggia è una causa indiretta dello scivolamento del terreno, dato che le ingenti piogge di questi ultimi periodo hanno aumentato la portata dell’acqua della falda che si trova sotto la città. La pressione esercitata nei vari pertugi di fuga ha provocato lo spostamento trasversale della massa di terreno.

 

Per quanto riguarda gli interventi sono finanziati immediatamente, con le risorse delle opere pubbliche previste dal piano già adottato dalla giunta, con la riserva di richiedere i danni di questa calamità alla regione Marche e al Governo centrale.