I valori umani, sono questi gli istinti delle gente comune che spesso fa correre grandi rischi contro quella che sembra essere una follia collettiva, era questo il cliam della guerra, ma fra le tragedia della persecuzione si possono ammirare anche grandi esempi di umanità. Si è svolto a Servigliano un incontro rivolto alle scuole, presenti classi di Servigliano, Falerone e Montelupone per ricordare la fuga di profighi dal cempo di concentramento di Servigliano nel 1943.

L'incontro organizzato dall'associazione "Casa della Memoria" di Servigliano è servito a far conoscere ai ragazzi storie realmente accadute, storie di umanità, nel maggio del 1943 a seguito di un bombardamento alleato si aprì una breccia nel muro del campo di concentramento, alcune famiglie ebree cercarono rifugio nelle campagne. Trentuno persone vennero riprese e persino denunciate dalla gente del posto e qualche settimana più tardi trasportate ad Auschwtz, dove moriranno.

Questa però è la storia di chi è riuscito a salvarsi grazie alla volontà della gente coraggiosa. "Carla Bassani - ha raccontato Filippo Ieranò presidente Casa della memoria - con la sua famiglia riusci a nascondersi nel convento dei francescani di Fermo dove rimasero nascosti ai nazisti per 31 giorni". Il 18 aprile scorso ad Amandola l’Istituto "Yad Vashem" offri un riconoscimento ai figli dei coniugi Giuseppe e Elvira Brutti, per aver nascosto e salvato 9 persone.

"Arrivarono di sera con il trenino - ha raccontato Giancarlo Brutti il figlio - erano in 9 e mio padre lì nascose prima in casa poi nella parrochia e da alcuni amici di famiglia. Rimasero con noi per 8 mesi". L'anno scorso ad Amandola tutta quella famiglie e i nipoti dei nipoti, parteciparono all'evento in ricordo della bontà e della comunità di Amandola che seppe dare aiuto a queste persone.