Qualcuno ha notato che l’assenza di alcuni relatori al convegno fosse per una volta un segno positivo. Durante il suo svolgimento era infatti in corso all’ospedale Torrette di Ancona il secondo trapianto di rene dopo la recente istituzione di un centro trapianti di rene e fegato. Intervento condotto dall’équipe del prof. Andrea Risaliti, invitato al convegno e dunque assente, come pure il dott. Giovanni Maria Frascà (direttore unità nefrologia e dialisi dell’ospedale regionale) e il dott. Duilio Testasecca (direttore dell’unità di “anestesia e rianimazione”, coordinatore regionale “Nord Italia Transplant”). Il primo trapianto, sempre di rene, era stato realizzato il giorno precedente.

 

Il convegno si intitolava “Donare è vita” ed era organizzato dai Lions del distretto 108a (governatore 2004/2005 Enrico Corsi; 2005/2006 Giorgio Mataloni), in particolare da Giovanna De Angelis, presidente del club Ascoli Colli Truentini. Si è svolto martedì 31 maggio nella sala azzurra del cinema Calabresi di San Benedetto, messa a disposizione dal “Lion” Fausto Calabresi.

 

A sorpresa ha portato il suo saluto il prof. Antonio Vegeto, decano dei trapianti di rene in Italia (ne ha portati a termine 2160), a San Benedetto in vacanza, il quale ha brevemente ricordato la sua esperienza pionieristica, protrattasi fino al 1999 all’ospedale Maggiore di Milano. Al prof. Vegeto è poi stato consegnato lo stendardo dei Lions e il libro “San Benedetto città adriatica d’Europa”.

 

Tra il pubblico anche il presidente dell’ordine dei medici della provincia di Ascoli prof. Filippo Altilia. In apertura è stato letto un messaggio del vescovo di San Benedetto Gervasio Gestori.

 

Il dott. Francesco Bruni (direttore unità nefrologia e dialisi ospedale di San Benedetto) e il dott. Mauro Ragaiolo (stesso ruolo ad Ascoli) hanno presentato le diapositive comunque inviate dal dott. Testasecca e dal dott. Frascà.

 

Bruni ha insistito in particolare sulla differenza tra i concetti di “coma” e di “morte cerebrale”, sfatando la leggenda metropolitana in base alla quale coloro che si svegliano dal coma anche dopo anni rappresenterebbero un argomento contro la pratica dei trapianti: “i pazienti in coma non sono coscienti – ha detto Bruni – ma possono potenzialmente “svegliarsi”. La donazione da stato di coma non è consentita. Ma si tratta di una condizione completamente diversa dalla morte cerebrale”.

 

Dal punto di vista medico si intende per “morte” appunto la morte cerebrale, ovvero la compromissione di tutte le funzioni cerebrali: la circolazione del sangue e dell’ossigeno negli altri organi viene mantenuta artificialmente, attraverso macchinari. A questo punto soltanto, dal punto di vista medico, è possibile l’espianto (dal punto di vista legale è naturalmente necessario il consenso precedentemente espresso dal paziente deceduto o dai familiari: legge 91 del 1999).

 

Ragaiolo ha sottolineato con soddisfazione la collaborazione a livello regionale tra medici che stavano operando e colleghi che ne presentavano il lavoro. Ha riferito su alcuni dati statistici nazionali e regionali e sui requisiti richiesti per la compatibilità tra donatore e ricevente.

 

Il dott. Ettore Pala (responsabile sezione “trapianto renale” dell’ospedale di Ascoli e coordinatore del gruppo trapianto renale dell’Agenzia regionale sanitaria Marche) ha presentato dati ulteriori, per esempio il tempo medio che un paziente in attesa della donazione di un rene trascorre oggi in Italia prima del trapianto: 3,04 anni. Sull’evoluzione delle tecniche: l’intervento chirurgico è oggi molto meno invasivo che in passato. Il dott. Piero Galieni (responsabile sezione “ematologia” dell’unità di medicina interna ospedale di Ascoli) ha illustrato molti particolari riguardanti il trapianto di midollo osseo, rivolgendo un appello alla donazione.

 

Toccanti le testimonianze. Per esempio quella di Margherita Mazzantini, che parteciperà con la nazionale italiana alla XVª edizione dei giochi mondiali trapiantati in Canada nel prossimo luglio. O una coppia, in cui il marito ha ricevuto un rene dalla moglie. O quella del dott. Achille Ginnetti, coordinatore del convegno (presidente del consiglio comunale ad Osimo), sul miglioramento della qualità della vita dopo il trapianto e soprattutto sul sentimento di gratitudine che un trapiantato nutre verso il donatore e i suoi familiari, riconquistando l’ottimismo nei confronti degli altri.

 

Il prof. Ugo Marinangeli, per anni presidente della locale sezione dell’Aido, ha lamentato la scarsa di partecipazione di pubblico al convegno ma elogiato al tempo stesso i Lions per l’iniziativa, che faceva seguito ad altre precedenti. Il vicesindaco e “Lion” Pasqualino Piunti ha salutato i presenti e ricordato il suo collega di partito (AN) Emidio Galiè, scomparso nell’estate 2004, i cui familiari autorizzarono la donazione di tutti gli organi. Il governatore Lions Enrico Corsi ha concluso i lavori auspicando una crescita di consapevolezza sul tema della donazione.