Il Piano di Zona unirà sette comuni
Offida | Sarebbe opportuna maggiore informazione e coinvolgimento dei cittadini.
di Alberto Premici
I rappresentanti dei comuni interessati al piano di zona per l'Ambito sociale XXIII (Offida, Appignano del Tronto, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Colli del Tronto e Spinetoli) si sono incontrati presso la sala congressi di Colli per discutere di nuovo sulla realizzazione del progetto. L'iniziativa avrebbe come priorità un'iterazione nei servizi offerti ai cittadini con l'auspicabile miglioramento qualitativo seguito da una razionalizzazione dei costi.
Molti ovviamente i problemi sul tavolo relativi all'uniformazione, coordinamento e distribuzione al meglio dei servizi sui territori d'interesse, come quello sanitario-assistenziale per cui è prevista una collaborazione regolamentata e più fattiva dei medici di base per integrarne le prestazioni. Preludio forse per un nuovo distretto sanitario?
Lo studio fatto sul territorio ha ovviamente evidenziato diversità sostanziali della qualità di ciò che ciascuna ammnistrazione offre attualmente ai propri cittadini. Diversi i costi, il personale, le priorità e quant'altro; la ridistribuzione e razionalizzazione in progetto si presenta quindi di difficile e non immediata realizzazione, proprio per i problemi legati agli squilibri esistenti oltre che alle esigenze diverse legate alle peculiarità di ciascun Comune.
La riunione ha visto presenti l'Ing.Maresca, commissario Asl 13, i sindaci D'Angelo di Offida (presidente dell'Ambito sociale XXIII, costituitosi nel giugno 2001), Mandozzi di Spinetoli (comune capofila), Paolini di Colli, e interessati o delegati al progetto che a breve sarà sottoposto all'esame della Regione Marche per poter divenire esecutivo.
I dettagli ed il rapporto costi - benefici rimane però poco chiaro, così come l'impegno e l'apporto dovuto da ciascuna collettività; come scritto in precedenza, sarebbe opportuno conoscere il parere di cittadini, operatori, industriali, Circoli Scolastici ed associazioni. Il loro contributo sarebbe certamente apporto importante in sede di valutazione dei rischi connessi, che magari oggi possono sfuggire o essere ritenuti ininfluenti, dai promotori dell'iniziativa. Un maggiore coinvolgimento fugherebbe anche i dubbi sull'opportunità o meno della realizzazione del progetto nel suo insieme e sulle risposte che potrà dare in concreto, dubbi crescenti proprio per la scarsa informazione disponibile sull'operazione.
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01/06/2003
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