Elettrosmog: il rischio? È il margine di errore.
San Benedetto del Tronto | Si è svolto il convegno su Elettrosmog e i cittadini: paure e realtà'.
di Giovanni Desideri
Il dato forse più atteso della conferenza che si è svolta quest'oggi, martedì 10 giugno, a partire dalle 16,30 (inizio previsto per le 15,30) era il seguente: non è dimostrato, semmai è smentito, che le onde elettromagnetiche rechino danno alla salute dell'uomo. A supporto sono state citate, da parte del prof. Celerino dell'Università Politecnica delle Marche, schidionate d'articoli pubblicati sulle più prestigiose riviste mediche del mondo (JNCI, NEJM, JAMA, AJE: su Google per più dettagli), che evidenziano la mancanza di un rapporto causa-effetto tra elettromagnetismo e patologie di vario genere.
L'unica conseguenza accertata, d'altra parte, è quella nei confronti del comportamento stradale: Redelmeier et al., sul n. 336 del New England Journal of Medicine (453-458, 1998), hanno mostrato dati alla mano le conseguenze della conversazione telefonica sul numero di incidenti stradali, a qualsiasi età e senza distinzione di sesso o di supporto utilizzato (vivavoce o altro). Questi dati sono forse quelli che più rispondono ai timori dei cittadini, fatto salvo, ovviamente, il margine di errore della scienza, come pure è emerso nel corso della conferenza.
Ma all'apparir di una nuova antenna per telefoni cellulari più di un cittadino ormai trasale. Talvolta protesta: e sia. Non è bello, semmai, che l'istinto a tutelare la propria e l'altrui salute inclini sempre più, e con mistica fiducia, al Gabibbo: è in questi termini che possiamo riferire, con un po' di colore, il senso dell'intervento del prof. Antonio Marasco della Fondazione Bordoni, il quale ha illustrato il ruolo dell'associazione per la quale lavora: fornire alle varie Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (A.r.p.a.) la strumentazione per rilevare la quantità di onde elettromagnetiche nell'ambiente. E le stesse Arpa sono il referente a cui ogni cittadino può rivolgersi per chiedere rilevazioni nell'ambiente in cui vive o delucidazioni su questi argomenti.
Il cittadino, cioè, ha un referente istituzionale preciso su questi argomenti, ancorché - ironia della sorte - per un malinteso tra gli organizzatori non c'è stato l'intervento, pure annunciato, del dott. Ezio Carpineta, dirigente proprio dell'Arpa delle Marche.
E come si fa a stabilire quale sia l'effetto delle onde elettromagnetiche sul corpo umano? Ne ha parlato il prof. De Leo, anch'egli dell'Università Politecnica delle Marche, che si è addentrato nei procedimenti ingegneristici utilizzati nelle prove sperimentali, non tralasciando le complicate equazioni impiegate per stabilire la quantità di onde elettromagnetiche assorbite da un corpo biologico (con conseguenze solo sull'aumento della temperatura) e i punti in esso più colpiti (quelli liquidi: il sangue in particolare). Il prof. De Leo, soprattutto, ha tenuto a sottolineare un dato controintuitivo ma certo: scientifico. E cioè che più antenne sul territorio equivalgono ad un campo elettromagnetico non già più intenso, ma meno intenso.
Nel suo intervento, di seguito, l'avv. Guido Castelli, consigliere regionale d'opposizione, ha parlato dell'attuale sovrapposizione normativa tra leggi statali e regionali, in particolare tra il recente Decreto Gasparri e la legge della Regione Marche n. 25 del nov. 2001. Stesso tema, ma da un'angolatura più tecnica, del dott. Pietro Persico, magistrato presso il Tribunale di Napoli.
Per finire piccolo dibattito tra gli intervenuti (non moltissimi, si suppone causa caldo), a cui ha partecipato anche l'Assessore all'Ambiente del Comune di San Benedetto, Ruggero Latini, nonché una anonima spettatrice, che con interventi improvvisi e per lo più senza pertinenza ha richiamato l'attenzione su di sé. Ma complessivamente, è quasi inutile sottolinearlo, l'incontro ha destato molto interesse ed ha fornito risposte dettagliate ai timori e alle curiosità di quanti sono preoccupati da questi temi.
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10/06/2003
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