L'Arca dei Folli ricorda Peppino Taddei
Cupra Marittima | Il commosso saluto dell'associazione culturale al noto baritono scomparso all'età di 94 anni.
Giuseppe Taddei
Taddei è scomparso, l'amico, il cantante lirico, l'uomo Taddei non è qui materialmente ma di lui vive ancora la sua voce incisa, i suoi film, e la nostra memoria. Il suo linguaggio era una mare di fiori, una cascata di diamanti, la meraviglia incessante.
Tutti coloro, dell'Arca dei Folli, che hanno avuto modo di conoscerlo sono grati ad Arnaldo e Primo Angellotti, della Cantina dell'Arte, i quali hanno dato modo a molti di potere apprezzare il cantante e l'uomo Taddei.
Il cantante ha bisogno di poche presentazioni, essendo stato uno dei più grandi baritoni del mondo nel secolo scorso, l'uomo era altrettanto se non più straordinario.
La casa di Amatrice era il suo rifugio estivo, il luogo dove riceveva gli amici, nella casa di Amatrice. Taddei amava molto giocare e scherzare.
In questo luogo fiorivano racconti, episodi della sua vita ricordi, anche quelli tristi, come quando già noto cantante finì in un lager nazista.
Il comandante, amante della lirica, saputa la sua presenza, gli promise degli agi se avesse cantato per lui, egli accettò solo dopo essersi assicurato, che gli stessi favori fossero riservati anche a tutti coloro che erano prigionieri della sua baracca, salvando così molte vite dagli stenti.
Nato a Genova da una famiglia povera, ben presto da una sua maestra furono scoperte le doti del suo belcanto. Una volta, che eravamo di passaggio a San Benedetto del Tronto, egli si rammentò di quando, con una compagnia, con i famosi Carri di Tespi, cantò in piazza Nardone.
I suoi ricordi s'intrecciavano con l'esperienza di melomani quali Arnaldo Angellotti , cantanti come Ettore Nova o Ambra Vespasiani, o il regista Paolo Trevisi.
Volumi persi, di quella quercia che sembrava potesse vivere eternamente. L'eccezionalità della sua voce, gli permise di cantare fino a veneranda età, cosa inusuale per qualsiasi altro cantante. Recitava e cantava molte arie per gli amici, i quali potevano deliziarsi di un raro previlegio.
A noi tutti manchi Peppino
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11/06/2010
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