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Catani denuncia: "Alla Manuli i lavoratori sono stremati"

Ascoli Piceno | "Occorre -scrive in una nota il Segretario PRC- un progetto comune tra politica e forze sociali in grado generare una linea che guardi non solo al mantenimento di queste multinazionali come unica risorsa, ma che sappia generare nuove fonti occupazionali".

Alcuni lavoratori della Manuli Rubber durante uno sciopero (Foto d'archivio)

Dal Segretario del PRC di Ascoli Piceno Massimiliano Catani riceviamo e pubblichiamo quanto segue:

Mentre a Catania muoiono ancora sei operai e mentre Confindustria plaude alla detassazione degli straordinari e alla volontà di questo governo di distruggere la contrattazione nazionale di lavoro, ad Ascoli Piceno, alla Manuli Rubber, si fanno le grandi prove.

Decurtare un premio di produzione di 150 euro senza aver sentito le parti sindacali ed i lavoratori è una prova di forza di quello che presto dovrà avvenire e che speriamo trovi non solo l'ostacolo del nostro Partito ma anche e soprattutto la ferma volontà dei sindacati di bloccare questa escalation di pericolosi eventi.

Decurtazione dei premi di produzione, riorganizzazione dell'orario di lavoro, terziarizzazione della logistica e scrematura degli interinali non possono far altro che porre i lavoratori di fronte a scelte che altri per loro avrebbero dovuto intraprendere già da qualche decennio.

I lavoratori sono stremati non solo dalla retribuzione insufficiente ma anche e soprattutto da questo clima di incertezza che queste super-aziende producono in continuazione pur di mantenere calma e flessibilità.

E sono questi i motivi per cui i lavoratori e Rifondazione Comunista auspicano una ripresa forte dell'azione sindacale confederale rispetto alla stolta durezza e alla crudele aggressione esercitata attraverso queste tecniche eversive proprio dalle multinazionali.

Una dirigenza aziendale che dice che 50 euro al mese per un operaio non sono nulla è fuori dalla realtà, dalla quotidianità, fuori dalle problematiche del territorio, fuori dalla vita degli stessi lavoratori.

Io credo che in questo momento, al di là di quanto i politici del voto utile possano dire, dobbiamo pensare al territorio, alla nostra gente, alla gente che rappresentiamo e al fatto che non può essere lasciata ancora una volta "sola" di fronte all'evolversi di eventi che ne sminuiscono la dignità e l'umanità.

Pensare a tutto ciò presuppone uno sforzo di tutti, presuppone la deposizione di tatticismi politici, presuppone l'abbandono di logiche spartitorie a favore di un progetto comune tra politica e forze sociali in grado generare una linea che guardi non solo al mantenimento di queste multinazionali come unica risorsa di lavoro ma che sappia generare nuove fonti occupazionali.

E con questa speranza che il Circolo del partito della Rifondazione Comunista di Ascoli Piceno esprime piena solidarietà a tutti i lavoratori in difficoltà con la garanzia che da oggi inizieremo a cercare contatti tra partiti politici e sindacati per cercare di trovare una strada comune di intervento.

12/06/2008





        
  



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