"Tuteliamo l'ambiente senza cacciare la popolazione"
Ancona | Coldiretti Marche, Federcaccia e Legambiente fanno appello alla Regione per ridefinire le zone di tutela. "L'ambiente non si difende scacciando la popolazione dal territorio, ma coinvolgendola nella tutela della biodiversità".
I relatori della conferenza organizzata da Coldiretti.
"L'ambiente non si difende scacciando la popolazione dal territorio, ma coinvolgendola nella tutela della biodiversità".
E' il messaggio che imprese agricole, cacciatori e mondo ambientalista lanciano alla politica in vista della ridefinizione delle misure della legge sulla tutela ambientale della Rete Natura 2000 che nei giorni scorsi aveva sollevato polemiche e preoccupazione.
Un invito scaturito nel corso del convegno organizzato da Coldiretti Marche ad Ancona, a Palazzo Bramante, con la partecipazione di Legambiente, Federcaccia, il Comitato cittadini di Apecchio contro le zps e circa centotrenta imprenditori con tanto di striscioni.
"Per la prima volta tre settori abituati a ragionare ciascuno per sé si sono ritrovati uniti nel reputare sbagliate le indicazioni elaborate dalla contestatissima delibera n.60 della Giunta - spiega il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi -. Tra l'altro le aree che erano state individuate comprendono quasi un terzo della superficie agricola di questa regione".
Il capo area Ambiente della Coldiretti nazionale, Stefano Masini ha sottolineato le incongruenze tra le disposizioni regionali su Natura 2000 e la legge comunitaria. "Non è vero che nelle zone di protezione non si può cacciare, così come che le Sic corrispondono ai parchi - ha spiegato -. Ma, più in generale, l'habitat si tutela con la valorizzazione del lavoro nei campi, non ponendo inutili vincoli. A tale proposito la legge di Orientamento offre la possibilità di stipulare contratti con le imprese agricole per la difesa dell'ambiente e le amministrazioni marchigiane potrebbero approfittare di questa chance".
Da parte sua l'assessore regionale Paolo Petrini ha annunciato che le nuove disposizioni per l'agricoltura contenute nella legge non andranno al di là di quelle già previste dalla normativa comunitaria sulla condizionalità che già si applica nelle campagne. Angelo Giuliani, di Legambiente Marche, ha sottolineato come i sistemi agrari sono presidi della biodiversità e che si impegnerà nella concertazione per ridefinire le zone di protezione speciale. Ignazio Nardini, presidente Federcaccia Marche, ha invece ricordato come la delibera regionale abbia trovato contrari tutti i soggetti che operano sul territorio. Hanno preso parte all'iniziativa i consiglieri regionali D'Anna, Benatti, Mollaroli e Badiali.
E' il messaggio che imprese agricole, cacciatori e mondo ambientalista lanciano alla politica in vista della ridefinizione delle misure della legge sulla tutela ambientale della Rete Natura 2000 che nei giorni scorsi aveva sollevato polemiche e preoccupazione.
Un invito scaturito nel corso del convegno organizzato da Coldiretti Marche ad Ancona, a Palazzo Bramante, con la partecipazione di Legambiente, Federcaccia, il Comitato cittadini di Apecchio contro le zps e circa centotrenta imprenditori con tanto di striscioni.
"Per la prima volta tre settori abituati a ragionare ciascuno per sé si sono ritrovati uniti nel reputare sbagliate le indicazioni elaborate dalla contestatissima delibera n.60 della Giunta - spiega il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi -. Tra l'altro le aree che erano state individuate comprendono quasi un terzo della superficie agricola di questa regione".
Il capo area Ambiente della Coldiretti nazionale, Stefano Masini ha sottolineato le incongruenze tra le disposizioni regionali su Natura 2000 e la legge comunitaria. "Non è vero che nelle zone di protezione non si può cacciare, così come che le Sic corrispondono ai parchi - ha spiegato -. Ma, più in generale, l'habitat si tutela con la valorizzazione del lavoro nei campi, non ponendo inutili vincoli. A tale proposito la legge di Orientamento offre la possibilità di stipulare contratti con le imprese agricole per la difesa dell'ambiente e le amministrazioni marchigiane potrebbero approfittare di questa chance".
Da parte sua l'assessore regionale Paolo Petrini ha annunciato che le nuove disposizioni per l'agricoltura contenute nella legge non andranno al di là di quelle già previste dalla normativa comunitaria sulla condizionalità che già si applica nelle campagne. Angelo Giuliani, di Legambiente Marche, ha sottolineato come i sistemi agrari sono presidi della biodiversità e che si impegnerà nella concertazione per ridefinire le zone di protezione speciale. Ignazio Nardini, presidente Federcaccia Marche, ha invece ricordato come la delibera regionale abbia trovato contrari tutti i soggetti che operano sul territorio. Hanno preso parte all'iniziativa i consiglieri regionali D'Anna, Benatti, Mollaroli e Badiali.
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13/06/2007
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