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"Tutti i diritti umani per tutti" in mostra a Grottammare

Grottammare | Al Kursaal di Grottammare una mostra curata dal Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale di Casalecchio sul Reno.

di Cecilia Ci

Tutti i diritti umani per tutti, i manifestri in mostra al Kursaal

Tutti i diritti umani per tutti: è il titolo della mostra in corso a Grottammare fino al 27 giugno presso il Mic del Kursaal, curata dal Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale di Casalecchio sul Reno (BO). Una mostra di manifesti che si inserisce in "Sconfiniamo", un percorso articolato, che la Consulta per la fratellanza tra i popoli del comune di Grottammare promuove in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.

Così, nel sistema delle attività umane, si colloca l'impegno di Vittorio Pallotti e Fiorella Manzini, curatori della mostra, un impegno che ci permette di conoscere le testimonianze di istituzioni, enti, associazioni, che hanno lanciato un grido, in Italia e nel mondo, attraverso messaggi visivi che non possono lasciare indifferenti.
La storia ci ha consegnato un triste bagaglio di soprusi, violenze e sopraffazioni, il presente ci rivela che gli uomini continuano ad essere lupi fra gli uomini. Ma, quando, nel disegno della allarmante drammatica complessità della vicenda umana, trovano posto attività come queste, allora, non tutto è perduto. Se l'uomo è quello che fa, da un lato, è vero, abbiamo la guerra, la tortura, la violazione della libertà, ma dall'altro c'è la preoccupazione per il dialogo, per il rispetto della vita, della dignità umana, la cura verso coloro che sono stati privati dei diritti. Se l'uomo è progettualità e possibilità, la sua opera deve essere pronta al compito più nobile, impegnare tutto se stesso, facendosi carico della propria esistenza in quella altrui.

Sono manifesti di parole, colori, contenuti diversi: "Spezzeremo le loro spade per farne vomeri e le loro lance per farne falci", recita un manifesto fiorentino, prendendo a prestito le parole del profeta Isaia.

Manifesti che gridano contro la pena di morte, i bambini soldato, la violenza sulle donne. Chiunque tu sia, ovunque tu sia puoi fare qualcosa per i diritti umani e diritto è anche quello a non essere discriminati, sono quelli del lavoro, del cibo, dell'acqua: pane e pace.
Amnesty International dice no alla pena di morte, con una figura di colore rosso, il capo abbandonato, in ginocchio.

Qualcosa che mira a toccare le coscienze di tutti e dei giovani, ed è proprio il lavoro di un gruppo di giovanissimi che si inserisce all'interno di questa manifestazione, a darci la misura del significato e del valore che il processo educativo potrà avere, nel far sorgere una nuova alba.
Come dirà Maria Montessori, le rivoluzioni si fanno solo con l'educazione. Qualcosa per riflettere sul passato, sul presente dei popoli, sulla storia, che ha come soggetto la libertà, idea morale dell'uomo, che può essere messa in crisi, ma non può essere spenta, mai. Perché uccidere chi uccide per dimostrare che non bisogna uccidere? E la parola diviene monito visivo.
Ecco, quindi, che il manifesto rappresenta un modo per incontrare il problema, poiché la galoppante dimensione egoistica ed egocentrica dell'attualità spesso non permette nemmeno di conoscere il male. Tutto appare come qualcosa di virtuale, come un film già visto che non commuove: la fame, l'esodo dei popoli, i genocidi.

Un manifesto per riflettere, per raccontare agli altri ciò che accade intorno a noi, anche quando non ci tocca da vicino. Perché la cultura del positivo vinca su quella del negativo, perché nascano altri fiori in un giardino, dove c'è almeno un fiore. Il merito, quindi, agli organizzatori, per aver preparato il terreno, per aver liberato nel cielo una speranza. Come quella del manifesto delle Nazioni Unite, dove una colomba bianca sullo sfondo azzurro, porta nel becco la lettera A, tolta alla parola WAR. Per portarla in quella che diventerà PEACE.

14/06/2010





        
  



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