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Meeting internazionale sindromi coronariche acute: esperienze a confronto

| ANCONA - Registro Marche: molti ricoveri “fai da te”, bassa mortalità ospedaliera

L’età media degli infartuati marchigiani è di 70 anni. Solo il 56 per cento dei pazienti con infarto chiama, però, il 118 e solo il 41 per cento entro le due ore critiche, dopo l’insorgenza dei primi sintomi. Il rimanente 44 per cento, invece, arriva ancora in ospedale con mezzi privati, nonostante che l’87 per cento delle ambulanze impiegate per il trasporto degli infartuati abbia un medico a bordo. C’è, in generale, una sottovalutazione, da parte dei cittadini, dei primi sintomi di dolore toracico, con ricoveri non assisti da personale sanitario e tardivi. Ma la mortalità ospedaliera è molto bassa, in linea con le grandi strutture internazionale.

È quanto emerge dai 511 casi esaminati, nel periodo 1 dicembre 2004 – 28 febbraio 2005, dal Registro marchigiano delle sindromi coronariche acute, presentato oggi al Meeting internazionale di Ancona, presso la Facoltà di economia e promosso dalla Regione. Attivato da un anno, dopo una fase sperimentale di quattro mesi, il Registro rappresenta uno strumento di conoscenza sulla qualità dell’assistenza ai pazienti marchigiani colpiti da infarto. Uno spaccato, in sostanza, sull’integrazione tra cure assicurare e gestione complessiva della malattia. Il Registro rappresenta un passo in avanti rispetto ai tradizionali percorsi clinici, per il monitoraggio dei risultati conseguiti. Nel corso del meeting, è stato confrontato con i principali riferimenti internazionali, rappresentati dal Registro inglese e da quello scozzese.

“L’incontro di Ancona – ha sottolineato l’assessore regionale alla Sanità, Almerino Mezzolani – dimostra come la sanità marchigiana sappia dialogare con il territorio e sappia confrontarsi per essere all’altezza con le nuove esigenze cliniche. In una società che cambia, occorre dare certezze ai cittadini, senza arroccarsi su quanto è già stato conseguito. All’interno di un buon sistema sanitario nazionale, ribadiamo oggi che quello marchigiano rappresenta un modello efficace di sanità regionale”. Secondo Giuseppe Zuccatelli, dipartimento Servizi alla persona della Regione Marche, occorre valorizzare il protagonismo dei medici nella gestione della sanità. Nei prossimi anni, infatti, il sistema sanitario disporrà di incrementi finanziari inferiori a quelli degli ultimi dieci anni, visto il calo in corso del Prodotto interno lordo, nonostante, poi, che il budget regionale sia cresciuto di un 10 per cento.

 Il Registro, inoltre, “costituisce un momento importante per praticare il governo clinico, che stenta a trovare modalità operative convincenti”. Concetto ribadito da Antonio Aprile, direttore Azienda sanitaria unica regionale, per il quale la programmazione sanitaria va sostenuta con una approfondita conoscenza sullo stato di salute della popolazione. Francesco Di Stanislao, direttore Agenzia sanitaria regionale, ha illustrato l’importanza della costruzione dei profili di assistenza, previsti dal Piano sanitario regionale, come “momenti di crescita dell’alleanza tra operatori, per creare una risposta, la più qualificata possibile, centrata sull’esigenze di salute dei cittadini”. Nel corso del Meeting si è discusso, inoltre, di qualità e ricerca in cardiologia. La significativa riduzione della mortalità ospedaliera, è stato ribadito, dipende dal miglioramento delle terapie e dal perfezionamento delle diagnosi. “La professionalità dei medici, dunque, è sinonimo di qualità assistenziale per i cittadini”.

18/06/2005





        
  



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