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Il governo taglia la spesa per le medicine

| ROMA - Studio shock dell’Osservatorio della terza età sugli utili delle farmacie fissati da un regio decreto.

Tagli a destra ed a manca per la spesa farmaceutica, ma nessun sacrificio per i farmacisti  italiani. I provvedimenti del governo per abbattere la spesa per le medicine non intaccano i lauti guadagni della categoria, che continua a privilegiare di circa 4 mld di margine, stabiliti da un Regio decreto del 3 marzo 1927. A rivelarlo e’ un’indagine shock del dipartimento economico dell’Osservatorio della terza età, Ageing Society, diretto dal Prof. Andrea Monorchio, che propone il coinvolgimento dei titolari di farmacia, e dei grossiti, nella ripartizione dei sacrifici che il Governo continua a chiedere agli italiani.
 
Dopo aver fatto registrare un certo rallentamento, nel corso degli ultimi mesi la spesa farmaceutica ha ripreso a crescere vigorosamente. Lo sfondamento dei tetti programmati oggi e’ a carico delle aziende produttrici (60%) e delle regioni (40%). Le prime, costrette a scontare anche le forniture al Ssn, hanno spalmato i mancati introiti pubblici sui farmaci in fascia C (non rimborsabili), così che mentre nel 2003 lo Stato ha speso il 6,2% in meno, gli italiani hanno tirato fuori oltre 1 mld in più.
 
Dal canto loro, invece, le regioni hanno cercato di frenare l’ascesa della spesa con i ticket. La proposta al vaglio dell’esecutivo Berlusconi di tagliare ancora il prezzo dei farmaci acquistati dallo stato rischia, perciò, di aggravare tale scenario, penalizzando soprattutto i consumatori abituali, a partire dagli anziani. Da dire, inoltre, che i provvedimenti sulla filiera del farmaco hanno toccato tutti, (aziende, cittadini, regioni) escludendo, senza motivo, farmacisti e grossisti.
 
Attualmente il guadagno sulle medicine viene così ripartito: 66,65% alle aziende; il 6,65% ai grossisti e il 26,7% (22,6% per la fascia A rimborsabile) alle farmacie. Un vera e propria miniera per quest’ultimi che si traduce in un “aggio” pari a circa 3,9 miliardi di euro, al netto d’Iva, tra fascia A ( 2,6 mld) e C (1,3 mld). In Italia il numero complessivo delle farmacie risulta di poco superiore alle 16.800 unità, delle quali il 92% private (15.485) ed il restante 8% pubbliche (1.323).
 
Ognuna di esse conta circa 4 addetti (per un totale di 35 mila occupati) e ha un bacino di utenza media pari a 3.410 abitanti. Considerando solo i prodotti farmaceutici, il fatturato annuo degli esercizi sfiora attualmente i 16,3 miliardi di euro al netto dell’IVA del 10%: di cui 11,5 miliardi di euro derivanti dalla vendita di farmaci rimborsabili dal SSN (fascia A); 4,8 miliardi derivanti dalla vendita di farmaci non rimborsabili, cioè a totale carico del cittadino (fascia C), per un margine medio netto di oltre 230.000 Euro all’anno per farmacia.
 
Per evitare un ulteriore stangata sui malati, l’Osservatorio della terza età propone di rivedere i guadagni riconosciuti alle farmacie e grossisti, cosa che consentirebbe di scongiurare l’aumento dei prezzi non rimborsabili e la compressione delle prestazioni sanitarie.
 
La manovra, di tipo strutturale, potrebbe generare un risparmio di circa 762 milioni di euro se si abbattesse il margine sui farmaci rimborsabili dal 22,6% al 18% e dal 27 al 22% per quelli non rimborsabili. Il  risparmio salirebbe, invece, a 925 milioni di euro, se la diminuzione del margine sui prodotti della fascia A scendesse al 17% e su quelli della fascia C fosse fissata al 21%.
 
“Invece di far pagare sempre gli stessi – polemizza il Segretario Generale dell’Ote, Roberto Messina – lo stato dovrebbe spalmare i sacrifici su tutte le categorie. E’ un problema di giustizia sociale. Tutta la catena del farmaco deve contribuire per far risparmiare soldi al Ssn, cosa che non e’ avvenuta fino ad oggi e si vuole ancora una volta evitare”.
 
Preannunciando battaglia se il nuovo decreto taglia prezzi dei farmaci verrà approvato dal Consiglio dei Ministri, Messina ha aggiunto: “Abbiamo indetto un Congresso Straordinario e convocato gli stati generali dell’Osservatorio della Terza Età per iniziare una grande mobilitazione. Tutti hanno messo mano al portafogli, e’ ora che lo facciano anche farmacisti e grossisti”.
 
In  allegato i dati sull’ ipotesi di revisione del margine netto sulle vendite delle farmacie e sulla spesa farmaceutica pubblica e privata (2002-2003).

19/06/2004





        
  



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