Per uno sputo si può delirare
| Poiché nemmeno loro hanno ben capito il motivo che li obbliga a correre dietro un pallone, ogni tanto danno sfogo alla fantasia e sputano, mordono, danno calci negli stinchi, spintoni e mostrano la lingua come guerrieri maori.
di emme
Italia tutta, nellora che il sole si pavoneggia in vesti purpuree ed invita ad ammirare il magistrale cuchér, si rifugia nellombra discreta delle scatole da abitazione e, in succinti abiti, abbranca con lo sguardo il piccolo schermo e non lo lascia per un ora e quaranticnque minuti. I più audaci preferiscono socializzare e godere dello spettacolo al più vicino Bar dello Sport, esibendosi in acrobatici ululati di incoraggiamento, approvazione, riprovazione.
Peccato che, al di là di quello schermo, in un mondo virtuale irraggiungibile, i ventidue giovanotti che si affannano a correre dietro un pallone guidati da esagitati personaggi a bordo campo e, quel chè peggio, da un signore in strano costume che trotterella compunto e li tratta come cani a suon di fischietto, peccato, dicevo, che non possano sentire ed imparare. Poiché nemmeno loro hanno ben capito il motivo vile mercede a parte che li obbliga a correre dietro un pallone, ogni tanto danno sfogo alla fantasia e sputano, mordono, danno calci negli stinchi, spintoni e mostrano la lingua come guerrieri maori.
Per imperscrutabili ragioni, le vietatissime percosse, sono nei fatti ritenute far parte del gioco, ma lo sputo, lo sputo! quello no! Insorgono i tifosi in pantofole, gli esperti , i commentatori televisivi, i telegiornali e giornali che liquidano in dieci righe la questione della Costituzione Europea e riservano pagine intere allormai famoso, tanto becero quanto infantile, sputo di un certo Totti in faccia ad un per me sconosciuto calciatore scandinavo. Tutto questo bailamme per una evidente manifestazione di infantilismo1
mah!...
Del resto, sono cose che fanno scuola, entrano simpaticamente nelluso confidenziale: non abbiamo visto, in pieno Parlamento Europeo,un non so chi passare alle spalle del nostro Silvio nazionale , seduto a consultar scartoffie e fargli pant-pant sulla cervice?. Debbo confessare peraltro che, quella volta mi sono sorpreso a schierarmi con Silvio, perché non mi piace ed è contrario a decenza ed educazione lo spettacolo del primo cittadino del mio Paese, trattato a sia pur scherzosi scappellotti.
Non so quanti Italiani, in questi giorni, accorciano di unora e 45 minuti la loro giornata, ma devono essere tanti, tantissimi, la maggioranza assoluta della popolazione, molti di più di quanti si siano fermati a riflettere, informarsi, discutere, prima e dopo le recenti elezioni. E che passione, che cori, Silvio mio!....e che intelligenza, che spirito critico, che giudizi fulminanti, che proposte innovative per vincere la partita contro lAndorra o altra rinomata squadra!- Se fosse Politica in senso stretto, potremmo tranquillamente credere di vivere ormai nella 2^ Repubblica, anziché fra gli epigoni della prima.!
Ma il Primato della Politica è tale, che anche da questa epidemica passione verrà del buono e tutti i cittadini daranno il loro competente contributo ai Politici, con gran vantaggio per le faccende dello Stato. Basterà alle turbe sportive penetrare gli arcana imperii e prendere coscienza che, in fondo, il gioco della politica non è molto dissimile da quello del calcio del quale i singoli sportivi sanno tutte le tattiche e le strategie ed anche la logistica, vale a dire gli astronomici compensi dei protagonisti del gioco ed altro che fa sopravvivere le squadre a glorie passatissime e sempre rinverdite nel ricordo. Dopo di che basta sostituire lattuale classe politica con i soci delle Società sportive ed avremo, finalmente, un Pese rinnovato ( quanto meno nel fondamentale settore calcistico).
Del resto, è già accaduto ( perché a questo mondo tutto è sempre già accaduto e non cè mai nulla di nuovo sotto il sole, nemmeno a quello anemico di queste incerte giornate, tanto che sembra destino dell Uomo ripetere se stesso con gesti sempre più stanchi.). Non a caso il solito citatissimo Leopardi, al magnanimo campione ( il Totti di quel tempo: te lecheggiante/ arena e il circo, e te fremendo appella/ ai fatti illustri il popolare favore
) ricordava, esortando, gli obblighi verso la Patria, stabilendo un nesso fra il nobile gioco e la Politica. Prima laveva capito quel Nerone che amava, in Grecia, scendere nellarena e collezionare corone quale vincitore di giochi, ignaro che, cambiato Imperatore e resa lanima non si sa a chi ( qualis artifex pereo! ), i Greci avrebbero revocato il verdetto a suo favore e ne avrebbero cancellato il nome dalla lista dei vincitori.
Dopo di lui Caracalla, se non sbaglio, cercò popolarità e legittimazione scendendo nellarena, ma finì male. Fu in Oriente, tuttavia, che il gioco assunse caratteristiche propriamente politiche.Correva lanno 532, si era di gennaio, e nell Ippodromo della Nuova Roma, cioè Costantinopoli, oggi Instambul ( che significa, come dicevano i commercianti turchi ,in un greco arrangiato, ai posti di frontiera, vado alla Città, eis ten polis), i tifosi delle corse di cavalli, che erano un po come il gioco odierno del pallone,( ma più vecchie di Omero, nella cui Iliade Nestore insegna al figlio tecniche e trucchetti per vincere), distinti in fazioni che si riconoscevano nei colori azzurro e verde, cominciarono ad inveire contro lImperatore Giustiniano, reo, per alcuni, di aver favorito una fazione a danno dellaltra.
La faccenda fu presto buttata in politica, anche perché le fazioni facevano capo a gruppi di interesse che con le corse avevano nulla a che fare, e al grido di Nika, Nika!, si scatenò una terribile rivolta. Giustiniano si prese una paura quale non aveva mai avuto in vita sua e voleva scappare, ma la moglie Teodora, che conosceva bene i suoi polli, anche perché prima di sposarlo viveva fra il rozzo popolo degli uligani e degli ultras di non so quale curva sud, lo trattenne. Mise allopera Belisario e Narsete che caricarono la folla inferocita e rimisero le cose a posto. Poi Teodora riportò Giustiniano a pavoneggiarsi in manto di porpora sul trono.
Molto tempo prima, al tempo di Claudio Nerone Imperatore, i tifosi avevano scatenato disordini, come accade anche oggi, nellanfiteatro di Pompei, dove si esibivano i migliori gladiatori. E, proprio come succede oggi, lanfiteatro era stato squalificato e tifosi e cittadini avevano dato vita ad un movimento politico facendo innumerevoli pressioni a Roma per far revocare la squalifica. Non sappiamo come andò a finire, perché ci pensò il Vesuvio a dare un colpo di spugna, anzi di cenere e lapilli. Nel Medio Evo, quando le cose in grande non si potevano più fare, inventarono le fiere e, con le fiere, il torneo.
Nelle famose fiere di Champagne cera sempre una lizza bella e pronta. Prima era bastato recintare uno spazio per poter fare la mélè, cioè una mischia di cavalieri, tutti contro tutti e quello che rimaneva in piedi vinceva la borsa posta in palio. Fra i campioni del tempo si ricorda la vicenda esemplare di Guglielmo il Maresciallo che, avendo trionfato in tutte le fiere possibili ed immaginabili, si era fatto nome, seguito ed esperienza e finì per comandare eserciti in battaglia per conto dell_Inglese Enrico II e fungere, anche, da Primo Ministro. ( p.s. Ve lo immaginate il signor Totti Capo del Governo?!)
At tempi nostri di tanto men feroci e più leggiadri di quelli passati, le cose si farebbero a tavolino, al più con qualche innocuo ed ameno girotondo a beneficio dei telespettatori. Tuttavia, un certo estremismo alimentato dalla sindrome del gregge è sempre in agguato. Si son visti, dopo la ridicola faccenda dello sputo del signor Totti, noto anche come arguto protagonista di barzellette demenziali, ma certamente non educato in un college inglese, sfilare gli ultras. Distinti in gruppi di appartenenza, brandivano striscioni con slogans che, a leggerli tutti, cera da rimanere incantati e fare serie riflessioni sullincremento demografico dovuto a certe madri che, secondo Flaiano, sono sempre incinte.
Non mancava il gruppetto, ordinatissimo e marziale, il cui caposquadra si esibiva, chissà perché e che centra col gioco del pallone, in un rigoroso saluto fascista. Il ragioniere del terzo piano che guardava la tv insieme a me, un tipo avanti con gli anni che ogni tanto perde la battuta, ha detto al condomino ingegnere dellattico abusivo: Ma, insomma!, basta costruire degli stadi senza curve!. Lingegnere, colpito, ci sta ancora pensando e pare proprio che si possa fare. Dopo di che, addio curva sud,curva nord etc. e crisi di identità per i club ultras.
Resta il fatto che almeno venti milioni di italiani stanno ogni sera a guardare i ventidue giovanotti che corrono dietro ad una palla, sperando, prima o poi, di aprire una pizzeria e sposare una velina. Devono essere gli stessi cui guardava ammirato Leopardi:
degli uomini e del ciel delizia e cura/ sarete sempre, infin che stabilita/ ignoranza e sciocchezza in cor vi dura/ e durerà mi penso, almeno in vita,.
I Politici si mangiano i gomiti perché non comparsate, né tavole rotonde, né dibattiti avvicinano, nemmeno alla lontana, simile percentuale di ascolto. Alcuni hanno tentato, mascherati appropriatamente da veline di insinuarsi nel processo di Biscardi, ma sono stati scoperti e cacciati con ignominia, come se il gioco del pallone fosse più importante delle strategie di governo del Paese. Altri hanno proposto di sputacchiarsi addosso, ma sono stati subito zittiti, perché pare certo che lo sputo calcistico è una tragedia degna di Shakespeare, mentre lo sputo politico non commuove nemmeno le donnette ansiose in attesa di togliersi il bendaggio dellultima mastoplastica.
Insomma, son cose che mettono a disagio la persona normale. Alcuni dicono che la violenza negli stadi costituisce una valvola di sfogo e, se non ci fosse, chissà dove sfocerebbe tutta quella violenza. Altri ribattono che, invece di dar per scontata la violenza e fare valvole che non funzionano, sarebbe meglio scoraggiare, punire con severità, educare, combattere la violenza in ogni sua forma, anche imponendo, a chi gestisce il gioco del pallone, misure, garanzie e responsabilità antiviolenza, al pari delle norme antinfortunistiche cui son tenuti per gli stadi. In fondo, in un Paese dove lAutorità, invece che al mare o in montagna vuol mandare i sudditi anzianotti a soggiornare nei centri commerciali e nessuno si mette a ridere, può passare senza traumi un giro di vite che renda meno incivile quella lucrosa per alcuni - attività sportiva, Chissà chi ha ragione!
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22/06/2004
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