C’era veramente tutto il mondo del volontariato marchigiano ed in particolare il CSV, la FEDERPROCIV, la FEDERVOL, l’AMPAS, l’AVIS a Roma ieri per protestare contro l’art. 18 del disegno di legge c.5736 competitività che toglie risorse e autonomia al volontariato.. Una forte mobilitazione dei volontari marchigiani supportati come sempre da un’organizzazione impeccabile che dimostra come tale tema sia particolarmente sentito in Regione.

 

In questi giorni infatti, la camera dei Deputati, affronta l’esame del Disegno di legge governativa n. C. 5736, che all’art 18 (già 17), modifica l’art. 15 ( centri di servizio per il volontariato) della legge 266/91 (legge quadro sul volontariato).

Il Volontariato italiano, ha seguito con preoccupazione questo DDL fin dalla sua approvazione del Governo l’11 marzo 2005.

 

La Consulta nazionale permanente del Volontariato presso il Forum permanente del terzo settore e la ConVol insieme a Associazione ONG italiane CSV.net (Coordinamento nazionale Centri di Servizio per il Volontariato), Fivol, UniTS, hanno indetto fin d’allora la campagna “Il Governo non cambi la legge sul volontariato per Decreto e non ne limiti autonomia e risorse”. Una campagna che ad oggi ha raccolto oltre 2.500 adesioni di grandi e piccole organizzazioni di volontariato su tutto il territorio nazionale che da tutt’Italia hanno inviato documenti di adesione e fax di protesta al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio e ai Ministri interessati.

Le principali ragioni che hanno spinto le varie associazioni a sostenere queste richieste sono riassunte nella necessità di:
• un percorso parlamentare partecipato per la riforma della legge sul volontariato evitando di approvarne una parte con un decreto legge non condiviso; la soluzione migliore è lo stralcio di questo argomento dal decreto individuando un percorso certo per la riforma della legge sul volontariato;
• tutelare e promuovere l’autonomia del volontariato, non solo come oggetto di risorse, ma soprattutto soggetto che sceglie, decide e governa le risorse e quindi gli strumenti per il suo sviluppo;
• discutere la riforma dei CSV all’interno della riforma del volontariato perché i CSV sono gestiti dal volontariato (5.000 organizzazioni di volontariato socie dei CSV italiani) e finalizzati a sostenere e qualificare il volontariato;
• non dimezzare le risorse date al volontariato attraverso i centri di servizio per il volontariato, ma piuttosto distribuire meglio le risorse in modo equo in tutto il territorio italiano.

Il TAR del Lazio con sentenza del 1 giugno 2005 ha respinto il ricorso presentato dal Volontariato e dai CSV, contro l’Atto di indirizzo del Ministro dell’economia dell’aprile 2001 con il quale, cambiando il metodo di calcolo delle risorse delle fondazioni bancarie destinate per legge ai Centri di Servizio per il Volontariato, le si dimezzava. Sentenza emessa nonostante in precedenza il Consiglio di Stato avesse emesso la sospensiva motivata con il contrasto dell’atto di indirizzo con articoli della legge sul volontariato e sulle fondazioni. Così dopo questa sentenza il 50% delle risorse tornano alle fondazioni di origine bancaria e vengono tolte ai Centri di servizio e quindi alla loro destinazione vincolata al volontariato. La proposta contenuta nell’art.18 del DDL C.5736, ridurrebbe di un altro 50% i fondi ai CSV, giungendo così al 25% delle attuali risorse destinate al volontariato attraverso i CSV.

 Secondo le associazioni di volontariato, stupiscono queste scelte poichè i Comitati di Gestione, dove siedono in maggioranza i rappresentanti delle fondazioni hanno erogato ai CSV solo il 35% delle risorse a disposizione secondo la legge, tenendo congelate nelle fondazioni una somma pari a più di 320 milioni di euro.

 

Una delegazione ha incontrato i vari gruppi parlamentari e tutti, chi in misura maggiore chi in misura minore, vedendo la massiccia partecipazione hanno mostrato interesse alle richieste del mondo del volontariato…