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Che fine ha fatto il casinò?

| I nostri amministratori non ne parlano più. In questo momento il “gioco d'azzardo” è solo politico.

di Comitato per il no al casino'

Che fine ha fatto il casinò? I nostri amministratori non ne parlano più. In questo momento il "gioco d'azzardo" è solo politico. Quindi, registriamo con soddisfazione che il "sogno" è rientrato nel cassetto. Ma, poi, che sogno era? Non certo quello di una città pulita, con alberghi a più stelle aperti tutto l'anno, con infrastrutture adeguate e impianti per il divertimento, da quelli sportivi a quelli ricreativi, con eventi culturali a vario livello, con un porto turistico adeguato e magari anche una pista di atterraggio.
No, il sogno nel cassetto era quello di un casinò, che magari occupasse il palacongressi, finanziato con tale destinazione con soldi pubblici, ma da consegnare ai privati perché vi gestissero una attività privata con percentuali residue da destinare all'amministrazione pubblica, tanto per lavarsi la coscienza.
Scenario apocalittico pensare ad un collegamento fra gioco d'azzardo, seppure reso legale, e reati vari?

Ma il rapporto commissionato dalla lega delle autonomie locali, in 52 pagine, conferma questo scenario. E non si tratta di un "sondaggio", ma di dati ricavati dai casi di definitiva condanna. La città di Imperia è terza in  Italia, dopo Roma e Torino, per l'emissione di assegni a vuoto, usura e truffa e lo stesso fenomeno si riscontra nelle altre città sedi di casinò; e questi reati non sono fini a se stessi. Gli ultimi fatti di Venezia e Saint Vincent dovrebbero far riflettere attentamente.

Qualcuno sogna il casinò, mentre in tutta Italia i Sert  in collaborazione con le Università, aprono sezioni che si occupano della dipendenza da gioco d'azzardo e mentre gli assessorati alle politiche sociali di alcune regioni stanno attivando e finanziando sportelli a tale scopo. Aprono cliniche per la cura del cosiddetto GAP (Gioco D'Azzardo Patologico) perché, giorno dopo giorno, aumenta il numero dei giocatori patologici. Ma chi sogna non si può preoccupare della realtà!

Una politica di attenzione ai giovani, alle famiglie, alla società? No, sognare di rendere legale l'illegale per eliminare le bische, tanto, poi, va tutto sotto il controllo della polizia del casinò. Basta sempre leggere il rapporto a cura della Lega delle autonomie locali, intitolato "Mobilità criminale", per rendersi conto dell'assurdità di siffatta  affermazione. Basterebbe applicare la legge nei confronti delle bische, visto che qualcuno afferma apertamente, e ne ricava percentuali, di sapere quanti e quanto vi giocano.

E per coltivare il sogno il sindaco di una città che non è unanime nel volere il casinò(basti pensare alle migliaia di firme raccolte contro l'istituzione del casino'), impegna soldi pubblici per un consulente, non importa se tanto o poco, importa il principio.
E per coltivare il sogno, si costituisce un comitato per il si; un comitato lo si costituisce per la difesa  di valori e diritti umani quando questi vengono messi a rischio, lo si costituisce per nobili cause, cosa ci sia di nobile in una casa da gioco non riusciamo a capirlo.

E ogni tanto ricomincia la roulette parlamentare. Ora sono finite le audizioni del comitato ristretto della commissione attività produttive, la prossima puntata con l'imminente finanziaria? Anche questa volta, come per lo scorso anno, lo sponsor sarà l'on.Ignazio La Russa, capogruppo di AN alla Camera, o il sen.Enrico Morando, dei DS, che nel 2000 tentò analoga impresa? Seguiremo gli sviluppi con attenzione, movimenti e personaggi compresi.

27/06/2003





        
  



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