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Provincia: le parole ed i fatti

San Benedetto del Tronto | Dopo tante notizie pubblicate sul problema delle aule per il liceo Scientifico “Rosetti” il Dirigente Scolastico Giuseppe D’Onofrio dell’Istituto Commerciale “Capriotti” ritiene di esprimere il suo punto di vista con una lettera aperta.

di Giuseppe D’Onofrio*


A Palazzo San Filippo, sede della Provincia di Ascoli Piceno, cambiano gli amministratori ma restano inadeguati gli interventi riguardanti le scuole secondarie superiori. L’attuale compagine, in carica dal 2004, sta dimostrando un curioso zelo nei confronti delle scuole di San Benedetto, con manifestazioni che denotano però mancanza di fantasia associata ad elevate dosi di ipocrisia.
 
Il primo atto del singolare tormentone estivo si è consumato il 12 luglio 2004, quando un qualificato terzetto di amministratori provinciali, composto dal presidente Rossi, dal vice presidente Maroni e dall’assessore Gobbi e supportato dai vertici dell’Ufficio Tecnico e dalla preside Silla reduce da incarico quinquennale in giunta provinciale, ha proposto al preside D’Onofrio lo scambio di edifici scolastici e sedi, a partire dall’anno scolastico 2004/05, tra l’Istituto Tecnico Commerciale “Capriotti” di Porto d’Ascoli e il Liceo Scientifico “Rosetti” di viale De Gasperi.
 
La proposta, corredata da elaborati tecnici, dati numerici, citazioni di norme urbanistiche che non permettevano di ampliare la volumetria del Liceo Scientifico, ecc., ha colto non poco di sorpresa il dirigente D’Onofrio il quale, dopo essersi ripreso dello sconcerto per la strana richiesta appena sentita, ha escluso categoricamente la praticabilità di una così bizzarra ipotesi e, per tentare di dare un contributo alla soluzione dell’apparentemente drammatico problema di ricerca di spazi per il Liceo Scientifico, ha invitato i proponenti ad effettuare un sopralluogo nell’edificio dell’Istituto Commerciale per esaminare la possibilità di individuare locali idonei ed a presentare una precisa richiesta da sottoporre al Consiglio d’Istituto.
La richiesta provinciale, pervenuta dopo pochi giorni, ha registrato il categorico rifiuto del Consiglio d’Istituto espresso nella seduta del luglio 2004.
 
Chiuso questo primo atto, la soluzione del problema delle aule per il Liceo Scientifico sambenedettese non deve essere apparsa tanto drammatica e urgente agli amministratori provinciali se hanno lasciato passare tanto tempo senza venire a capo di nessuna decisione utile.
 
Il secondo atto si apre nella primavera del 2005 e ripropone in condizioni sempre drammatiche la necessità di aule per il Liceo Scientifico “Rosetti”, ma gli stessi amministratori provinciali non trovano niente di nuovo o di originale e ripropongono l’utilizzazione di alcune aule dell’Istituto Commerciale” Capriotti”.
Tale proposta non possiede lo smalto della sorpresa, è arricchita della “scoperta” della possibilità di derogare dalle norme urbanistiche per espandere la volumetria del Liceo Scientifico ed è confortata dall’opinione espressa dal presidente Massimo Rossi nel comunicato stampa del 23 giugno 2005:
“… la determinazione della Provincia… non è frutto di una volontà impositiva ma, al contrario, il risultato di un’approfondita, democratica, partecipata e trasparente verifica delle ipotesi al vaglio e dovrà essere ratificata in una conferenza dei servizi…”
 
Cosa è avvenuto in effetti nei mesi passati?
 
Presidente e vice presidente della Provincia hanno avuto alcuni incontri con le realtà rappresentative delle due scuole sambenedettesi per proclamare la loro novella, ma qual è il riscontro che hanno registrato e che consente al presidente Rossi di parlare tranquillamente di partecipazione, trasparenza e persino di democrazia?
 
Qui non viene citato l’esito dell’incontro o degli incontri con il Liceo Scientifico per mancanza di conoscenza diretta; viene invece sottolineato il chiaro e secco NO di tutte le componenti dell’Istituto “Capriotti” convenute all’incontro con Rossi, Maroni, Gobbi e vari dirigenti dell’Ufficio Tecnico provinciale.
A seguito del suddetto diniego, gli amministratori provinciali avrebbero potuto tener conto e decidere di conseguenza oppure avrebbero potuto non tenerne conto affatto ma allora dovrebbero togliere dagli atti e dai comunicati stampa le parole democrazia, partecipazione, ecc.
 
Anche perché le stesse parole non devono aver avuto alcun significato per la Giunta provinciale se essa, con delibera n. 308 del 23 maggio 2005, ha disposto di occupare l’Istituto Commerciale “Capriotti” per crearvi una succursale del Liceo Scientifico “Rosetti” e di “… demandare al dirigente del servizio edilizia scolastica e patrimonio  edilizio gli atti successivi e conseguenti”.
 
La commedia fa registrare un’improvvisa accelerazione nel terzo atto, nel quale la citata delibera della Giunta provinciale assunta il 23 maggio e contestualmente dichiarata “immediatamente eseguibile” viene  notificata, al direttore generale De Gregorio nell’Ufficio Scolastico Regionale di Ancona ed ai dirigenti D’Onofrio dell’Istituto “Capriotti” e Silla del Liceo Scientifico “Rosetti” di San Benedetto, in data 25 giugno 2005 con nota prot. n. 642 a firma dell’ing. Giovanni Ortenzi “responsabile del procedimento” ed avente per oggetto: “indizione e convocazione conferenza di servizi decisoria ai sensi dell’art. 145 comma 2 della legge 241/90”.
 
La lettura della delibera n.308 e la lettera di convocazione appena citata rappresentano l’esatto contrario del normale significato che la gente comune attribuisce alle parole partecipazione, democrazia, trasparenza che, in questo caso, devono ritenersi abusate e senza senso; esse fanno pensare solamente ad uno dei tanti esempi negativi derivanti dall’arroganza del potere.
 
Va riferito, per completezza d’informazione, che il presidente Rossi aveva inviato il 9 giugno u.s. una lettera al preside D’Onofrio e al presidente Castelli del Consiglio d’Istituto del “Capriotti” nella quale  “… si ravvisa l’opportunità di un incontro…nei giorni 14 o 16 giugno prossimi… al fine di illustrare tali determinazioni (già assunte dall’amministrazione provinciale) in ordine alla … razionale utilizzazione degli edifici scolastici nel territorio di San Benedetto del Tronto,…”.
A parte le vicende di dubbio gusto che hanno accompagnato detta lettera che ipotizzava  un incontro avente il semplice fine di “… illustrare le determinazioni…” assunte dalla Provincia, il presidente Rossi dimostra di non ricordare che, di norma, nei giorni successivi al termine delle lezioni (7 giugno, quest’anno) un dirigente scolastico ha il compito di presiedere i consigli di classe per le operazioni di scrutinio finale, motivo per cui l’ipotizzato “incontro” non poteva avvenire nei giorni fissati dallo stesso presidente.
 
Ma, per non essere da meno del presidente Rossi, l’ing. Ortenzi ha convocato la conferenza di servizi per le ore 10 del giorno 6 luglio oppure del giorno 15 luglio 2005, con la precisazione che l’eventuale impossibilità a partecipare in dette date comporterà la convocazione per “… una diversa data che dovrà obbligatoriamente essere antecedente al 15.7.2005”, dimenticando che in questo periodo sono in corso gli esami di Stato le cui commissioni sono presiedute – per obbligo di servizio – dai dirigenti delle  scuole secondarie superiori.
 
Inoltre, il tono perentorio della convocazione non può non far correre la memoria al diktat “… sette giorni vi dà l’imperatore…” contenuto in una celebre poesia carducciana.
 
 
Ma ecco cosa dispone l’art. 14 della legge 241/90 al comma 3:
 
“Si considera acquisito l’assenso dell’amministrazione la quale, regolarmente convocata, non abbia partecipato alla conferenza…” per continuare nel comma 3.bis
“Nel caso in cui una amministrazione abbia espresso, anche nel corso della conferenza, il proprio motivato dissenso, l’amministrazione procedente può assumere la determinazione di conclusione positiva del procedimento…” e tali espressioni devono aver ispirato il presidente della Provincia a precisare”… dovrà essere ratificata…”   riportata non a caso nel recente comunicato stampa.
 
Splendido esempio di partecipazione, trasparenza e, soprattutto, di democrazia, presidente Rossi!
 
Considerazione finale e conclusiva: se i vertici della provincia di Ascoli Piceno, dopo non aver tenuto in alcun conto o, per essere più precisi, dopo aver avuto in spregio il chiaro e forte NO dell’Istituto Tecnico Commerciale “Capriotti” all’idea  della coabitazione con una parte del Liceo Scientifico “Rosetti”, avessero voluto comunicare la decisione assunta dalla Giunta provinciale con la delibera del 23 maggio u.s., perché non ne hanno chiaramente parlato con i dirigenti scolastici interessati – e soprattutto con il dirigente dell’Istituto”Capriotti” – nei giorni immediatamente successivi alla stessa delibera (ripeto: immediatamente eseguibile) senza aspettare i periodi nei quali cadono gli imprescindibili impegni di servizio per i dirigenti scolastici, dettati dalla normativa ministeriale sugli scrutini e sugli esami di Stato?
 
E se qualcuno pensasse: sic erat in votis?  Come si dice: a pensare male, non si sbaglia mai.
 
Così, dopo aver inopportunamente – e prepotentemente – deciso contro la volontà di una istituzione scolastica direttamente interessata al problema, i responsabili a livello politico della Provincia di Ascoli Piceno passano “la pratica” ai dirigenti dell’Ufficio Tecnico perché sia data esecuzione alla loro decisione in base alla normativa sopra riportata ed in forma burocratica.
 
In tal modo viene calpestata ogni parvenza di democrazia, partecipazione e trasparenza e viene affermata tristemente ancora una volta la logica dell’arroganza del potere.
 
Personalmente nutro la tenue speranza che la nuova provincia del Fermano, nel cui territorio la cittadina dove abito sarà compresa tra qualche anno, non segua i continui, numerosi, troppi, comportamenti negativi della provincia di Ascoli Piceno dei quali sono stato testimone in tanti anni di servizio nella scuola picena.

*Dirigente Scolastico dell’Istituto Commerciale “Capriotti”

28/06/2005





        
  



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