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Perché ho votato e annullato il mio voto?

San Benedetto del Tronto | Domenica 31 maggio a San Benedetto del Tronto solo il 53% è andato a votare. Ormai il voto, almeno quello regionale ma anche quello nazionale è diventato un optional sociale. E la Costituzione?

di Felice Di Maro

Felice Di Maro

Sia ai telegiornali e sia ai giornali non è sfuggita l’astensione e cioè che la metà circa degli aventi diritto non sono andati a votare. Al di là delle considerazioni che ognuno può fare penso che spiegare le mie ragioni forse può essere di qualche interesse e per i cittadini s’intende e non certo per i partiti e movimenti politici vari dai quali sono autonomo. Il governo di Matteo Renzi è in ordine di successione il terzo che ha un presidente del consiglio dei ministri non eletto dai cittadini. Me ne frego che sia legale e costituzionale e penso che questa sia non una forzatura della politica in generale ma una svolta autoritaria molto forte. Ho già spiegato in altre occasioni che siamo nel bel mezzo di una dittatura finanziaria e non è questa le sede per approfondimenti.

Perché votare quando è chiarissimo che niente cambierà e con i giochi della politica intrecciati con quelli dell’economia regionale e per questo tipo di elezioni s’intende niente cambierà nelle scelte che determineranno i quadri socioeconomici? L’interrogativo almeno nei suoi lineamenti generali ha animato coloro che non si sono presentati al seggio elettorale. Ormai è garantito che l’austerity sul piano dell’economia, pubblica e locale, e l’Italicum su quello della partecipazione recentemente approvato con entusiasmo e applausi dalla maggioranza dei parlamentari, faranno da guida a tutte le possibili evoluzioni che ci saranno e declineranno verso zero con riduzioni notevoli della democrazia tutte le aspettative sociali nonché il riscatto sociale che sarà annullato. Se queste sono più o meno le ragioni di coloro che non sono andati a votare penso che intanto vanno prese in considerazione e non snobbate come in parte fanno buona parte dei partiti e movimenti politici con la volgarità degli attivisti politici che in silenzio obbediscono ai comandi vari della finanza e allegati vari. Personalmente ritengo che sia sbagliato non recarsi al seggio elettorale e quindi non votare.

Votare è un diritto della Nostra Costituzione la quale è costata vite umane e va onorata comunque, e sempre. Io a votare ci sono andato ed ho votato mettendo una croce su tutte le liste ed ho scritto sulla scheda, a scanso di equivoci e in senso ideale s’intende: “voto annullato. Certo il risultato è lo stesso. Niente cambierà ed è chiaro, ma siamo proprio sicuri che non cambierà proprio nulla? Naturalmente se non siamo almeno osservatori critici della politica continueranno i vari partiti e movimenti vari a fare quello che vogliono indisturbati ma se cerchiamo di essere critici in maniera razionale la situazione si potrebbe presentare in maniera diversa. Il problema non è di sostituirsi ai partiti ma fare in modo che nella dialettica della politica i temi dell’astensione possano avere un peso. Purtroppo per come la società contemporanea è organizzata è difficile un cambiamento reale e radicale.

La maglia degli interessi è troppo stretta e nulla sfugge: tutto è business. Se non onoriamo la Costituzione pagheremo prezzi altissimi e alla svolta autoritaria in atto nel bel mezzo della dittatura finanziaria che stiamo attraversando possiamo avere evoluzioni progressive verso una dittatura con l’annullamento della sovranità istituzionale che sono già iniziate con i processi di accentramento velocizzati con la soppressione delle province per la quale l’unica cosa certa è che non si vota più.

03/06/2015





        
  



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