Venerdì 23 giugno molti di noi abbiamo rivissuto nel Teatro di Acquasanta Terme avvenimenti di cui molti siamo stati testimoni.
I fatti sono accaduti tra il 1918 ed il 1976 ad Acquasanta, nelle sue frazioni San Martino, Pozza e Quintodecimo e ad Assisi.

Ne parla il libro “PRENDI LE MIE MANI”, presentato dall’autrice, Maria Collina – Marconi,
dalla figlia Giulia, dal Prof. Gino Troli e dai giornalisti Marcello Martelli e Roberta Piergallini. Erano presenti rappresentanze politiche ed istituzionali.

Soprattutto, la platea del Teatro era gremitissima di una folla palpitante.
Il libro parla del Maestro e Pittore Guerrino Collina (Canada 1918 - Ascoli Piceno 1976).
Non è strano che un insegnante dipinga. Ma Guerrino Collina a sette anni, nel 1925, aveva perso le mani e la vista per lo scoppio di una bomba con la quale armeggiava.
Nel 1929 Collina riacquistò la vista per l’interessamento della Regina Elena di Savoia.
L’amor proprio, la costanza e la voglia di libertà fecero il resto.

Guerrino Collina «ha dimostrato – scrive la figlia Maria - che si può scrivere, mangiare, insegnare, dipingere, conquistarsi un posto nella vita pur non avendo le mani. Si può tornare a vedere la luce del sole e i volti che ci furono cari, pur se si è perduta la vista. Nella solitudine e nel silenzio che tanto amava, ha lasciato vivi due grandi desideri: parlare di resurrezione possibile al cuore e alla volontà di chi è affranto dalla croce e parlare di profonda gratitudine per tutti quegli “angeli” che lo hanno aiutato a costruire le ali della resurrezione».

Il libro, che prende impulso dalle Note Giornaliere di Guerrino Collina, racconta le vicende personali del Maestro Collina come tutti lo chiamavamo anche a Quintodecimo dove ha insegnato e dipinto a cavallo degli anni ’50 e ’60.
Racconta anche la tragedia della morte del fratello minore Emidio (Mimì), morto diciottenne nel massacro di Pozza l’11 marzo 1944.

Nelle sue Note Giornaliere Guerrino afferma che suo fratello Mimì forse fu un eroe.
Forse. Ma certamente fu vittima inutile di una rappresaglia di soldati tedeschi contro 37 ragazzi mandati allo sbaraglio a tentare una missione impossibile ad Acquasanta dal Capitano dei Carabinieri Ettore Bianchi: assalire – di notte – la caserma dei Carabinieri e fare prigioniero il Maresciallo Melchiorri. Lo stesso che – scampato alla cattura – uccise vigliaccamente Mimì Collina.
Guerrino Collina ha scritto nelle Note Giornaliere: «Credo che la verità sia una sola: non ci sono controparti giuste in nessuna guerra!».
Santa verità. Sarà utile riparlarne.

Maria Collina narra anche momenti di serenità e gioia del Padre: della “donna della vita”, Ginetta, sposata nel 1949, dei tre figli Mimì, Lina e Maria e dei riconoscimenti come pittore.
“Prendi le mie mani” non è un libro da recensire.
E’ un libro da leggere. Da assimilare. Per questo ne scrivo dopo cinque giorni.
“Prendi le mie mani” mi ha commosso fino alle lacrime. Non esagero.
Buona lettura di “Prendi le mie mani”, Multimedia Edizioni (maggio 2006), 13,00 €.
Lo si trova - ad Ascoli - presso “La Rinascita”, “Libricentro” dell’Oasi (Lu Battente) e la Cartolibreria “Il grillo Parlante” di Borgo Solestà.