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Ma il disagio mentale ha delle componenti economiche?

San Benedetto del Tronto | Contraddire opinioni diffuse non è facile ma molto dipende dalle possibilità di argomentare tesi contrarie. Spesso capita che si hanno solo informazioni di parte le quali mentre di fatto negano non offrono interpretazioni. Il caso del disagio mentale.

di Felice Di Maro

Premesso che il disagio mentale è un tema che non riguarda solo l'individuo o la famiglia ma l'intera società. Si tenga conto che per anni bambini e adulti con questo tipo di problemi sono stati chiusi e considerati senza speranza. Oggi si fanno delle scelte che producono trattamenti diversi da quelli che a queste persone è statoriservato in passato.

Nella società contemporanea si è affermata l'idea che a queste persone si possono e si debbono assicurare una vita dignitosa e delle speranze per il loro futuro. Quindi manifestazioni di schizofrenia leggera ma anche comportamenti irregolari o comunque non equilibrati e in uno stadio non drammatico dai psicologi vengono classificate come tipiche del disagio mentale e sono curabili.

Si tratta di fenomeni esistenziali alquanto diffusi che trovano a volte delle attenzioni veramente lodevoli da parte di volontari che operano in associazioni. Naturalmente la galassia del volontariato è molto variegata. A San Benedetto del Tronto esiste e svolge un ruolo importante. Ma potrebbe dare un contributo maggiore? Potrebbe certo ma sceglie di non impegnarsi in analisi sui processi economici sia che investano il territorio o meno. Perché?

Intanto prima di presentare le motivazioni di questa inadempienza, e volontaria s'intende, sarà bene definire il disagio mentale e per quanto è possibile s'intende. Si tratta di fenomeni che rientrano nella sfera dell'esistenza umana e sono in continua evoluzione.

Potrà sembrare strano ma almeno nelle fasi embrionali e cioè prima che si manifestano in modo visibile le ragioni sono diverse. Da quelle genetiche e a quelle correlate per un trauma si associano a vari livelli quelle da stress ma anche quelle per demotivazioni dovute ai processi di cassa integrazione e mobilità, e licenziamento. Queste ultime ai psicologi non interessano. Vengono considerate come riflessi di questioni economiche e non fanno parte della loro analisi. Anche se al riguardo è da dire che si organizzano ad esempio corsi di Psicologia dell'emergenza per operatori in grado di dare assistenza psicologica alle vittime di eventi disastrosi.

Se ad esempio per tale scopo entrano in campo materie come "gestione dello stress", "psicologia neorogersiana" e "comunicazione interrelazionale" non si capisce perché le componenti economiche del disagio mentale debbano restare fuori e non essere oggetto di attenzione. Si tenga conto che l'economia ha affinato molto la sua analisi: è una disciplina sociale come la sociologia e la psicologia. L'obiettivo è quello di dire qualcosa sulla società.

Sia chiaro l'emozione dell'economista è quello di contribuire a cambiare in meglio nonostante i risultati la crisi attuale. Dare la propria adesione interiore a una prospettiva del mondo è la gioia nascosta dell'economista. E, una certa prospettiva del mondo può essere illuminante per tutti. Può aiutarci a comprendere i fenomeni in atto e quanto meno tentare di modificarne le tendenze.

L'economia può spiegare la realtà che ci circonda, la psicologia no. Queste discipline si debbono per quanto possibile integrarsi e aiutarsi nelle rispettive sfere di competenza. Insieme debbono seguire processi logici su obiettivi condivisi. Tentiamo un approccio di avvicinamento. Consideriamo che se il disagio mentale ha comunque delle origini ha anche proprie definizioni. E, se è definibile è anche misurabile.

Se le definizioni sono varie ma tutte si ricavano con l'analisi della psicologia la quale fa del soggetto ogni volta che capita un caso di studio, per la misura bisogna tener conto che qualsiasi cosa che è definibile è anche misurabile, sia che essa sia tangibile o che sia immateriale. Ovviamente occorre che si abbia una unità di misura valida, certa ,e naturalmente verificabile e che sia possibile fare confronti reali.

Se il disagio mentale ha un suo inizio nel tempo e poi vari stadi di manifestazione prima di azzerarsi o di diventare una malattia mentale ha nel tempo un proprio orizzonte di riferimento. Altra considerazione può essere il comportamento nelle varie fasi ma l'elemento che veramente può caratterizzare una misura del disagio mentale è la volizione intesa come forza di volontà del soggetto, ad esempio di reinserirsi o meno nell'ambiente naturale di riferimento sia di residenza abituale e famigliare e sia di lavoro, e in generale nella vita associativa del luogo in cui il soggetto vive.

Se psicologi ed anche sociologi negano che il disagio mentale possa avere delle componenti legate ai processi economici non offrono definizioni delle componenti economiche articolate nel disagio mentale. In generale si definisce caso per caso Ma cosa significa economia oggi nel pieno di una crisi così pesante e dagli esiti incerti?

Intanto stanno mutando i significati che per decenni anche didatticamente hanno guidato le tematiche di equilibrio economico. Oggi si voglia o no è comunque il rischio all'attenzione dei studiosi. Naturalmente si tratta di un risvolto delle tematiche delle scelte in condizioni di incertezza. Siamo allo stadio di teoria pura? Sì. Abbiamo bisogno di teorizzare quando non sappiamo con esattezza cosa fare. Ovviamente chi non si pone l'obiettivo di uscire dalla crisi non ha problemi di teoria. Costui sta bene così.

30/06/2009





        
  



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