Il tema della serata riguardava il diritto dell'astensione al voto dell' ormai imminente referendum che ha visto schierarsi nell'arena pubblica gli attori sociali di ogni schieramento, presentando coesioni trasversali, tra i sostenitori della legge 40 e i sostenitori della legittimità dell'abrogazione di alcuni articoli della stessa Legge. Astenersi ad un referendum, sia detto chiaramente, è un diritto costituzionalmente praticabile, prescritto e normato dalla Costituente.

Questo è stato uno dei perni espositivi della vivace e coinvolgente relazione del Prof. Paolo Marchionni. L'intento del Professore è stato quello di fornire le ragioni, oggettive, razionali, etiche e morali, senza nascondere la derivazione religiosa che lo spinge con impegno e serietà ad esporsi continuamente da mesi a favore della legge 40. L'incipit dovuto è stato quello di una spiegazione scientifica, seguita con un parallelo sistematico ad ogni punto della legge.

Quello che importa in questa sede, è esporre brevemente i presupposti di questa presa di posizione La vita inizia al momento del concepimento. La creaturalità è il fondamento di questa tesi, cosi lo è la naturalità, che vorrebbe essere restituita all'atto del concepire qualcos'Altro donando significato all' unione degli individui che divengono genitori in quel momento.

Il divieto dell'ipotesi di preimpianto che danneggerebbe, secondo i sostenitori di un conservatorismo biologico, l' embrione, formato da otto cellule ,dal quale ne vengono prelevate due . E la possibile deriva eugenetica, fare in modo di scartare gli embrioni affetti da tare genetiche altamente invalidanti.

Riguardo sperimentazione sulle cellule staminali embrionali, il Prof. Marchionni è stato altrettanto chiaro in quanto non si può considerare un embrione come aggregato cellulare, quindi ogni sperimentazione deve essere vincolata dal presupposto etico-deontologico dell'assenso dei soggetti subenti tali operazioni, questo fa cadere gli embrioni fuori da questo limite.

Inoltre tale sperimentazione risulterebbe ancora insicura e scarsa di risultati.

Ma di che atteggiamento si tratta? È scientifico bloccare la strada a delle sperimentazioni che potrebbero avere effetti positivi? È sempre lo stesso atteggiamento nei confronti di una scienza che tiene in vita una persona in un coma irreversibile, o blocca lo sviluppo di un embrione. È la stessa scienza, ma con un atteggiamento differente?

Chi stabilisce cosa è naturale e ciò che non lo è? Non si introduce la causa finale nella natura, cosa che Kant aveva tolto dalla nostra indagine su di essa. Kant è lo stesso filosofo che ci ha insegnato a trattare le persone non come mezzo, ma come fine. Infatti ciò di cui si ha bisogno, è la disciplina etica della nostra natura, da parte di una razionalità strumentale, affermatasi prima in occidente, oggi in modo globalizzato .

Tale razionalità non permette di percepire più qualcosa come assoluto, cioè il Valore. Forse evitare che una genetica neoliberista si appropri del nostro futuro , per dirla con Habermas è la cornice comunicativa più adeguata, per trasmettere nel gioco conflitto-intesa le ragioni libere da istanze di dominio sugli altri, di chi ci avverte e richiama l'attenzione sul valore della vita umana. Cosa che il Prof. Marchionni sente come istanza primaria, e da cui attingere per riflettere.

Qualche libro utile  J.Habermas. Il futuro della natura umana ,i rischi di una genetica liberale. . Torino Einaudi 2002

S.Rodotà. Questioni di bioetica , Bari Laterza 1994

E. Lecaldano Bioetica. Le scelte morali, Bari Latenza 1999