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Consiglio comunale e provinciale aperti

Ascoli Piceno | Incontro con Rogoberta Menchu Tum Rapporti tra nord e sud del mondo.

di Giorgio Rocchi

Intervento di Giorgio Rocchi a nome dei consiglieri comunali di minoranza.

“La responsabilità per la costruzione di un mondo più giusto e solidale sia assunta dalle pubbliche istituzioni e dai cittadini.” è una esortazione del grande papa Giovanni Paolo II

Commento questa frase con un’espressione che ho udito e ripeto: piace il cantante, non piace la canzone.
Questo il destino di queste parole.
Quando noi pensiamo alla pace, pensiamo a qualcosa che nasce dalle città, dal cuore delle nostre comunità per arrivare al mondo! Questo, della città,  è il luogo e lo spazio di un impegno per tutti.

E’ per questo molto importante e, permettetemi di usare un aggettivo solo apparentemente semplice, bello, molto bello poter avere tra noi il Premio Nobel per la pace Rigoberta Menchu Tum: mi unisco alle parole di accoglienza e di gratitudine che Le sono state fin qui rivolte. Interpreto così anche i sentimenti di tutti i consiglieri comunali di minoranza che mi hanno incaricato altresì di portare il saluto alle autorità presenti, a partire dai colleghi consiglieri provinciali che, tramite il Presidente della Provincia Massimo Rossi ed il Presidente del Consiglio Provinciale Giulio Saccuti hanno voluto organizzare questa seduta congiunta dei due consessi provinciale e comunale, alla presenza delle autorità regionali, che saluto, che così danno seguito anche fisicamente all’impegno che la Regione Marche ha preso con la città di Ascoli Piceno eleggendola sede dell’Università della Pace, la cui istituzione sollecitiamo e per la quale profonderemo, per la parte che ci compete, un impegno convinto e leale, perchè l’Amministrazione Comunale rapidamente provveda alla logistica di una sistemazione ormai indifferibile.

Oggi i consiglieri di minoranza sono qui responsabilmente, pur avendo aperto una questione all’interno di questo Consiglio Comunale: ma non è questo né il momento, né la sede di parlare dei nostri problemi che, se solo pensiamo ai grandi temi, ci mettono nel disagio di un paragone “impossibile”..

Il benvenuto è pieno di entusiasmo e davvero cordiale verso Rigoberta Menchu Tum:ci troviamo di fronte ad una testimone di questo nostro tempo il cui impegno, forgiato nel sacrificio della sua famiglia e del suo popolo, varca i confini delle nazioni, delle religioni, delle razze e delle culture, per arrivare dritto al cuore del problema: non esistono essere umani illegali! Tutti hanno dall’origine, dalla nascita, il diritto di cittadinanza e con esso ancora il diritto di essere liberi, istruiti, nutriti, sani.

Non possiamo tacere, se non al prezzo della compromissione della nostra coscienza, che non è tollerabile porre distinzioni tra quanti arrivano nei nostri porti dal mare con regolari traghetti perché “risorsa economica essenziale, forza lavoro, perché soggetti economicamente utili” e tra quanti arrivano, se riescono ad arrivare vivi, con precarie imbarcazioni in fuga dalla miseria, dalle repressioni politiche, dalla schiavitù della povertà. Siamo uno dei confini dell’Europa. Anche da qui deve partire forte, con l’attenzione alla sicurezza della nostre comunità, la dimensione di accoglienza che ogni uomo civile deve al suo prossimo. Anzi, di più: “accoglienza non vuol dire soltanto rinunciare al forzato rimpatrio, ma anche provvedere alloggi, assistenza sociale, educazione e diritto al ricongiungimento con la famiglia”.

E' tragico che accanto al grande sviluppo tecnologico e alla prosperità economica di una parte del mondo sussistano atroci sofferenze in altre parti. Proprio ieri il Presidente sudafricano Thabo Mbeki al Worl Economic Forum Africa a Città del Capo ha lanciato un allarme: la remissione del debito ai Paesi poveri subisce uno stop. I grandi non sono d’accordo ed in sintonia, come non sono stati d’accordo, proprio in questi giorni a New York, nella revisione del trattato di Mosca sulla proliferazione nucleare, che prevede, entro il 2012, la riduzione a 2200 delle testate strategiche. Non si può considerare l’aiuto allo sviluppo un optional e la remissione del debito un tema di questi nostri dibattiti. Un economista senegalese Sanou M’Baye si è chiesto polemicamente, ed anch’io ripropongo il quesito, perché mai l’Occidente dovrebbe investire in Africa quando ottiene già, ed abbondantemente, ciò che vuole, senza correre rischi?

Dall’Università della Pace, che ci auguriamo decolli recuperando il ritardo, deve forte salire il monito che questo nostro mondo non è solo un mercato globale, ma anche la nostra dimora e sarà la casa delle generazioni future.

Ma anche le nostre comunità rischiano di porre ai margini persone, famiglie, interi gruppi sociali perché particolarmente problematici: c’è un fenomeno di esclusione sociale e di cittadinanza incompiuta: è quanto emerge dal Rapporto 2004 della Caritas Italiana e della Fondazione Zancan, dal significativo titolo. Vuoti a perdere: si tratta di persone, non di oggetti!
La cittadinanza incompiuta si riferisce a taluni diritti di uguaglianza dinanzi alla legge, solennemente sanciti dalla Costituzione, ma sacrificati sull’altare delle leggi economiche o del profitto. Con la conseguenza che non solo sono sconfitti il diritto e la dignità umana, ma corre rischi la stessa democrazia. Occorre difendere la nostra Costituzione, siamo contrari a revisione che rendono facoltativi i valori!

Grazie Signora Menchu! Perché ci ricorda che occorre sempre battersi per un mondo più giusto; grazie, perché ci testimonia che l’impegno al cambiamento è un impegno diretto e personale, per cui si paga un prezzo, per cui non è sufficiente la declamazione di principi; grazie per essere venuta nella nostra comunità sempre pronta ad accogliere chi come lei viene nel nome della pace: la nostra è una comunità che conosce il valore della libertà pagata al prezzo del sangue, come testimoniano le due medaglie d’oro per attività partigiana sui gonfaloni della Provincia di Ascoli Piceno e del nostro Comune.

Per questo dica che Ascoli è dalla parte della Pace, dica che i cittadini non vogliono la violenza, dica che le nostre comunità non vogliono le guerre, che non si sono ancora abituate a vedere le immagini televisive di chi soffre mentre ancora provano fastidio ed indignazione per ciò che accade nel mondo. Dica che ancora per noi solidarietà è di più di una raccolta fondi, che siamo disposti a ridare un nuovo senso alle cose, agli stili di vita e di consumo.Pace è un impegno ordinario e quotidiano. Ecco che interpella, anzi, ha bisogno di ciascuno di noi.
Con le parole del Cardinale Martini ai giovani all’indomani del tragico 11 settembre, dico anch’io “Non vincerà il buio della notte, non trionferanno le tenebre della morte se ciascuno di noi, nel vivere quotidiano e nell’ambito delle sue responsabilità all’apparenza magari nascoste e insignificanti, bandirà ogni violenza sia nelle parole sia sentimenti.

Anche nella comprensibile ansia di una legittima difesa e nella giusta volontà di disarmare e scoraggiare ogni possibile atto di terrorismo, sarà importante agire nella ragionevolezza e nel rispetto della complessità dei dati, senza facili semplificazioni di volti del nemico o affrettate creazioni di capri espiatori che possano soddisfare una volontà di rivalsa. La violenza e il terrorismo vanno isolati e disarmati con energia e determinazione, ma proprio per questo non devono essere confusi con contesti culturali, religiosi o etnici molto più ampi e che solo una riduttiva ricerca di bersagli immediati da colpire potrebbe ritenere responsabili diretti di tanta crudeltà.”

E allora per noi diremo che la pace si può: comincio io. Segnamo anche noi, con il nostro impegno, ogni giorno come giorno della storia. Come accadde 16 anni fa, nel giorno di oggi, in Piazza Tiennammen. Abbiamo l’immagine negli occhi di quel giovane disarmato, davanti ad una colonna di carri armati. Seppure di cultura e formazione latina, noi diciamo: se vuoi la pace, prepara la giustizia e la solidarietà.

Signora Menchu, siamo onorati della sua presenza e con la riconoscenza per il suo impegno ci facciamo insieme un augurio per un mondo più giusto, più equo, più solidale.

04/06/2005





        
  



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