A cena con Ventidio Basso, gli ascolani a tavola in età romana
Ascoli Piceno | Si è tenuto ieri linteressantissimo convegno , nella sala dei Savi dello splendido Palazzo dei Capitani.
Simmagini una sera a casa del più celebre ascolano al tempo dei romani, Ventidio Basso, tentando di ricostruire tutti gli aspetti di unipotetica cena: dal menù alle stoviglie utilizzate.
Moderatore lAssessore al Turismo del Comune di Acquaviva Picena Andrea Infriccioli che, dopo i saluti alle autorità presenti (il Vice Sindaco di Ascoli Piceno Dott. Andrea Antonini, lAssessore al Commercio Dott. Cesare Celani e il Professor Raniero Isopi, Presidente della società consortile Parco Piceno e referente del Sistema Turistico Locale Picenomaremonti), ha introdotto i relatori evidenziando che leccellenza dellenogastronomia picena affonda le proprie radici in una plurimillenaria tradizione locale.
Fonti letterarie e testimonianze archeologiche, come confermato successivamente dai relatori, attestano il consumo di alcuni prodotti in età romana presenti ancora oggi nelle sulle nostre tavole; basti pensare al vino piceno che veniva esportato in Gallia o alle olive ascolane, prelibatezze immancabili tra gli antipasti di un banchetto di un certo livello.
Le civiltà che ci hanno preceduto, dunque, hanno dedicato al vino e al cibo, parte della loro vita, della loro fatica, del loro pensiero, della loro arte.
Primo dei relatori la Dottoressa Letizia Neroni, archeologa acquavivana, che ha illustrato le tipicità del Piceno in età romana secondo il racconto dei principali autori antichi ed ha fornito interessanti notizie sulle nostre specialità enogastronomiche desumibili dalle fonti letterarie.
A seguire il Dott. Enrico Giorgi dellUniversità di Bologna, Dipartimento di Archeologia, ha enunciato in che modo veniva sfruttato il territorio agricolo nella Valle del Tronto in età romana, quali erano i più importanti impianti produttivi e quali le fasi di lavorazione del vino e dellolio.
La Dottoressa Anna Gamberini, dellUniversità di Bologna, ha mostrato come si articolavano i pasti, e cioè cosa si mangiava con le relative ricette e come si stava a tavola, narrando le testimonianze di Virgilio, di Orazio e del cuoco Apicio.
Vino, pane e fichi, carne di pavone e di ghiro, cacciagione, pesce, pietanze che venivano degustate mediante lutilizzo di contenitori o meglio servizi da tavola, minuziosamente illustrati a seguire dalla Dottoressa Giuliana Giannotti dellUniversità di Bologna, esperta della ceramica antica.
In conclusione lintervento del Professor Giuseppe Lepore, docente di Archeologia della Magna Grecia presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Archeologici di Ravenna, che ha illustrato i valori simbolici e religiosi legati al banchetto ed espressi nelliconografia antica.
Nel suo discorso il Professore ha offerto interessanti spunti di riflessione e confronto con lorizzonte culturale della Magna Grecia.
In conclusione il Professor Isopi, dopo aver ringraziato i docenti, ha elogiato uniniziativa del genere, complimentandosi con tutti per linteressantissima iniziativa che ben si sposa con un evento come le Città della Storia che coinvolge centinaia di rievocazioni storiche.
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05/06/2005
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