Domenica 4 giugno, presso il teatro Concordia di San Benedetto del Tronto, si è svolto il concerto finale dei vincitori del concorso pianistico “La palma d’oro” organizzato dall’associazione culturale “Sulle note” e giunto alla seconda edizione. Quest’anno il concorso era articolato in due sezioni: quella nazionale a categorie, aperta a cittadini italiani e agli stranieri residenti in Italia, e il Premio Pianistico Internazionale, riservato sia a cittadini italiani che stranieri. Attraverso selezioni pubbliche durate dal 1 al 4 giugno, la giuria, presieduta dal maestro Filippo Gamba e composta da Lorenzo Di Bella, direttore artistico del concorso, Luca Torrigiani, Marian Sobula, Michel Brousseau, Donella Sabatini e Daniela Bastiani, ha decretato sette vincitori, ciascuno per ogni categoria prevista: Annagiulia Quaglietti, per quella degli enfant prodige, Federico Grigioni, per la categoria A, dagli undici ai tredici anni, Samuele Orazi, per la categoria B, dai quattordici ai sedici anni, Massimiliano Grotto, per la categoria C, dai 17 ai 19 anni, Silvia Carlin, per la categoria D, dai 20 ai 25 anni, il duo formato da Elia Faccini e Betsabea Faccini, per la categoria F a quattro mani, e il polacco Kotys Vasyl, che si è classificato al primo posto nella sezione internazionale. Nell’ambito di quest’ultima, però, la giuria ha ritenuto opportuno premiare anche un terzo e due secondi classificati a pari merito: il terzo posto è andato al rumeno Florian Mitrea, mentre il secondo posto ex-equo all’italiano Giulio De Padova e al russo Fedor Amirov. Nobile e ammirevole è stato il gesto dei giurati che si sono autotassati per poter aumentare il premio in denaro delle borse di studio previste, così da poterle destinare anche al terzo e ai secondi classificati. Il livello dei partecipanti, infatti, era altissimo, come hanno affermato sia il direttore artistico Lorenzo Di Bella sia il patron e organizzatore del concorso Simone Cannelli, che si è dichiarato felice e soddisfatto degli eccellenti risultati ottenuti.

I vincitori si sono esibiti davanti a un pubblico folto e attento, rapito non solo dal loro straordinario talento e a quella passione per la musica che ha animato ogni singola nota uscita dal magnifico pianoforte affidato alle loro mani esperte, ma anche dal magico potere della musica che tutto e tutti incanta, attrae e coinvolge, che riesce a parlare a ognuno senza le parole e a toccare ciascuno nel profondo dell’animo. La piccola Annagiulia Quaglietti ha eseguito due pezzi: “Cavaliere Selvaggio” di Schumann e la Sonatina n.1 dall’opera 36 di Clementi; Federico Grigioni ha regalato ai presenti “Cinque Variazioni su tema di Schubert” di Lachermann; Samuele Orazi si è cimentato nel brano di Debussy “Pour le Piano”; Massimiliano Grotto ha deliziato il pubblico in sala con la Ballata n. 1 dall’opera 23 di Chopin; Silvia Carlin ha magnificamente interpretato lo Scherzo n. 4 dall’opera 54 di Chopin; Elia e Betsabea Faccini hanno suonato a quattro mani la “Rapsodia Spagnola” di Ravel e, per finire, Kotys Vasyl, il vincitore del primo premio assoluto del concorso internazionale “La Palma d’oro”, si è esibito in due magnifici pezzi: “Der Muller und der Bach gretchen am spinnrade” di Schubert e Liszt e “Trascendental etude n. 12 chasse neige” di Liszt, suscitando una standing ovation generale.

Un encomio particolare a questa meravigliosa iniziativa, che avrà sicuramente un seguito grazie all’alacre lavoro, all’instancabile impegno, all’indefessa volontà e all’amore per la musica di Simone Cannelli, della sua famiglia e di tutti coloro che si sono profusi nell’organizzazione di questo concorso, è arrivato, nel corso della serata, dal grande artista Andrea Bocelli che, attraverso una lettera davvero toccante, ha espresso tutto il suo sostegno e la sua stima per chi, come loro, dedica le proprie energie nel creare eventi di altissima qualità e di forte impatto emotivo come questo. È proprio da qui, dalla passione per la musica e per l’arte in genere, che, come lui stesso ha rilevato, nascono le vere rivoluzioni, che non sono quelle violente e sanguinarie, ma quelle interiori, che scardinano le coscienze, che tracciano un solco nei cuori, che lasciano un segno negli animi. L’educazione all’arte, e alla bellezza che nell’arte si incarna, è, dunque, l’unica via da seguire verso un cammino di pace e di serenità, verso un possibile mondo migliore.

E alla famiglia Cannelli, attenta mecenate di giovani pianisti promettenti e grande appassionata di musica, va sicuramente il plauso di tutti quelli che non solo amano la musica e sanno apprezzare chi, anche grazie a iniziative come questa, riesce a dare lustro alla nostra città, ma anche di coloro che desiderano condividere quelle emozioni e quei momenti di bellezza che solo la vera arte riesce a donare.