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Critiche anche dall’Ulivo sulle modalità della riqualificazione del lungomare

San Benedetto del Tronto | Spostamento delle palme e mancanza di un progetto sull’intero viale le principali contestazioni

di Giovanni Desideri

Dopo quelle della Confesercenti e del Circolo dei Sambenedettesi, anche dall’Ulivo arrivano critiche sulle modalità della riqualificazione del lungomare di San Benedetto, che verrà avviata il prossimo 1 ottobre su un tratto di 700 metri dalla rotonda di via Mare fino all’altezza di via Donizetti. È slittato alla prossima settimana, invece, lo spostamento di una sessantina di palme lungo lo stesso tratto, a delimitare la pista ciclabile. Quest’ultimo intervento era previsto per la fine di maggio e a detta del sindaco richiederà non più di un paio di settimane di lavoro.
 
Dice il coordinatore comunale dell’Ulivo Giovanni Gaspari: “vengono riqualificati soltanto 700 metri di lungomare. Ma sappiamo con certezza che non ci sono i soldi per riqualificare anche i restanti 3 km e 300 metri, perché questo primo intervento è stato finanziato con la vendita della farmacia comunale. Oggi non c’è altro da vendere, visto che le scuole del Paese Alto e del Ponterotto, oltre che la ex sede della Capitaneria di Porto in via Paolini, sono già state ipotecate. Noi chiediamo un progetto complessivo per il lungomare e l’individuazione di risorse certe per la realizzazione dei lavori”.
 
“Quanto alle palme, conclude, per motivi tecnici non ne potranno essere spostate più di 5 a settimana. Questo vuol dire che turisti, residenti e operatori turistici avranno disagi per tutta l’estate. Noi proponiamo di fare gli interventi già previsti per il 1 ottobre e di rinviare lo spostamento delle palme a maggio del prossimo anno, se l’amministrazione avrà avuto il consenso della città alle prossime elezioni e dal confronto con le associazioni cittadine. Per questo chiediamo un consiglio comunale aperto sull’argomento. Mi rivolgo al “partito del buon senso”, della cui esistenza abbiamo avuto la prova in consiglio comunale, affinché appoggi queste nostre richieste ”.
 
Il segretario comunale dei DS Stefano Greco rincara: “in campagna elettorale la destra ha contestato lo strumento del mutuo per finanziare le opere pubbliche. Ma se oggi esistesse un progetto per riqualificare l’intero lungomare, la copertura del costo complessivo con un mutuo permetterebbe un notevole risparmio sulla spesa”.
 
Per Federico Olivieri (consigliere DS) lo spostamento delle palme è “deleterio”. Francesco Bruni (consigliere e candidato alle provinciali per l’Italia dei Valori) parla di “metodo autoritario” e di “fretta di rovinare il lungomare tramite lo spostamento delle palme. Nonostante nel progetto ci siano altri spunti pienamente condividibili”. Marina De Panicis (candidata di Rifondazione alle provinciali) segnala “una probabilità del 10% che le palme trapiantate non attecchiscano”. Giuseppe Savini (candidato dell’Italia dei Valori) auspica un “coinvolgimento delle competenze di cui la città dispone”. Pierluigi Addari (Sos Missionario) parla di “iniziativa intempestiva” e propone di rinviare l’intervento. Secondo Settimio Capriotti (consigliere di Rifondazione) “l’amministrazione getta fumo negli occhi dei cittadini, pur di far vedere che sta facendo qualcosa. Per lo più iniziative personalistiche, su richiesta di personaggi che contano e che abitano nei siti interessati”.
 
Intervento anche di Maria Pia Silla (assessore provinciale all’istruzione, già assessore durante le amministrazioni Perazzoli, candidata alle provinciali per i Repubblicani Europei): “il lungomare di San Benedetto fu realizzato dall’ing. Onorati, che si preoccupò di alternare una palma e un oleandro, per permettere di collocare nuove palme al posto degli oleandri, quando le altre avessero esaurito il loro ciclo vitale naturale, di circa 80 anni. L’amministrazione avrebbe dovuto occuparsi di questi aspetti, molto più urgenti, ricorrendo ad un architetto paesaggista. Come fece l’amministrazione Perazzoli, che affidò il restauro della Palazzina Azzurra all’architetto paesaggista Pozzoli. Così rischiamo invece di perdere il nostro lungomare e di tornare all’immagine della città che vediamo in certe foto d’epoca, con piccole palme appena piantate lungo tutto il lungomare”.

07/06/2004





        
  



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