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Piante geneticamente modificate

| E' scoraggiante dover andare sempre controcorrente, solo per sostenere le ragioni del più elementare buon senso.

di Cesare Pasini

Ma come si può accettare il completo rovesciamento della realtà dei fatti?

Con le tecniche di ricombinazione genetica gli alimenti sono più sicuri, e nello stesso tempo si possono tenere sotto controllo i parassiti senza far uso di pesticidi. Inoltre, attraverso i miglioramenti qualitativi e della produttività, se ne possono ricavare grandi benefici economici.

E anche l'ipotizzata dipendenza dalle grosse multinazionali è un falso problema: solo se non sapremo valorizzare le nostre varietà tipiche finiremo col dipendere dai brevetti stranieri. Di fronte alle grandi opportunità offerte dalle nuove tecnologie, l'atteggiamento giusto dovrebbe essere quello dell'entusiasmo: finalmente anche l'agricoltura può svilupparsi oltre i suoi attuali limiti, riducendo nel contempo la pressione sull'ambiente, mentre nei paesi più poveri le piante gm daranno un contributo fondamentale per sconfiggere la fame. Già oggi diversi paesi del Terzo mondo ne stanno traendo grandi vantaggi.

Eppure in Italia molti ecologisti, la quasi totalità della stampa, e anche  ambienti politici sia di destra che di sinistra, hanno verso le piante geneticamente modificate un atteggiamento di totale chiusura.

Non è la prima volta che gli ambientalisti contrari all'economia di mercato e allo sviluppo calpestano il buon senso, negano la realtà dei fatti e creano allarme nell'opinione pubblica per costringere i politici a prendere provvedimenti penalizzanti per l'economia. E' già avvenuto diverse volte, e non desta più meraviglia.

Ma in Italia a dar loro manforte sono intervenute alcune associazioni di agricoltori, e anche i Ministri delle politiche agricole sia dell'attuale governo che del precedente. Il motivo? Proteggere l'agricoltura biologica e il made in Italy nel settore alimentare. Ma con questa politica miope si otterranno risultati esattamente contrari a quelli che ci si propone.

15/06/2005





        
  



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