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Liberal Democratici e il dopo le elezioni del Parlamento europeo

San Benedetto del Tronto | La lista dei Liberal Democratici di Daniela Melchiorre ha avuto 30 voti e rappresenta lo 0,12 dei votanti di questa città. Se rapportato al dato regionale e nazionale (0,25% circa) si può affermare che si è trattato di un risultato degno di attenzione.

di Felice Di Maro

Manifesto

A San Benedetto del Tronto alle elezioni europee del 6-7 giugno 2009 la lista dei Liberal Democratici di Daniela Melchiorre ha avuto 30 voti e rappresenta lo 0,12 dei votanti di questa città. Se rapportato al dato regionale e nazionale (0,25% circa) si può affermare che si è trattato di un risultato degno di attenzione ma si pongono interrogativi.

Può sembrare in qualche modo non proprio in linea con il percorso politico di chi ( e come nel mio caso) ritiene che i liberisti dagli anni novanta e fino ad oggi hanno obbligato tante famiglie a percorrere itinerari sociali di miseria strisciante a fronte di coloro che si sono arricchiti grazie alle privatizzazioni selvagge e ai nuovi monopoli, frutto delle false liberalizzazioni.

Pesa come un macigno nel manifesto di questa forza politica sia il punto 5, "Il lavoro: flessibilità, repressione degli abusi, formazione continua" e sia il punto 7 "Previdenza e welfare: più efficienza e più giustizia". Ma proprio il punto 5 merita attenzione in quanto afferma che"occorre potenziare le opportunità di crescita individuale aggiungendo al nuovo quadro (e della società s'intende) quella formazione continua per dare a tutti i lavori contenuti di professionalità all'altezza delle sfide della società della conoscenza e facilitare così l'incontro fra domanda e offerta di lavoro".

Il programma presentato (e al quale come elettore mi richiamo) offre riferimenti degni di nota e con bilanciamenti che ovviamente vanno riconsiderati anche con il decorso dell'attuale crisi economica. I profili delle candidature sono stati tutti senza ombre: chiunque sarebbe stato eletto sarebbe stato un valore della nostra Italia.
Il programma, con il titolo "libera il tuo voto", ben ha rappresentato anche le tensioni dell'economia, e mi riferisco a quella recondita fatta non solo dalla finanza ma da quella reale degli imprenditori, operai, impiegati, tecnici, e dirigenti. Anche ambiente e sviluppo si articolano con la sostenibilità che la crisi in corso impone.

Le politiche dell'immigrazione non offrono trippa per gatti: integrazione e occupazione e solidarietà dell'Unione europea sono tutt'uno con la gestione integrata delle frontiere. La lotta all'emigrazione clandestina la deve fare tutta l'Unione europea.

Su queste basi a San Benedetto si è deciso di votare? Senza fare scena umilmente c'è stato chi si è attivato ed ha lavorato per questo risultato, certo modesto ma importante. Oggi si spera in una nuova Europa e in un nuovo corso dei Liberal Democratici in Italia. Ci sarà? Niente può nascere senza un impegno reale nella società. Certo il rilancio della politica non è solo una scelta ma una necessità visto anche l'aumento dell'astensione e comunque lo spostamento a destra dell'Europa che è evidente. Si respira aria di destra in Europa. Inutile dire che è aria pesante che toglie il respiro. Ora e sempre resistenza!

Sia chiaro e senza equivoci! Premesso che in questa campagna elettorale l'oscuramento delle ragioni vere di stare in Europa sono state abilmente oscurate e chiaramente non solo da media. Se si vuole anche dalla nostra coscienza e proprio come cittadini, e europei, non abbiamo fatto molto. La verità è che non vogliamo prenderci per davvero le nostre responsabilità. In Italia la lotta politica non ha mai offerto niente gratis. Ogni italiano sia che abbia casa o meno e abbia un lavoro regolare e sia che non abbia casa e vive con 1100 euro al mese ha comunque la sua libertà di votare per chi gli pare.

Questa è la nostra ricchezza. In Italia per essere liberi si è dovuto sempre lottare. E, ognuno sa che in primis bisogna lottare contro se stessi. Con le proprie idee bisogna sempre e comunque fare i conti. Non si può sempre vivere di ideologia. Non è stato facile scegliere. Ma perché anche chi scrive ha scelto proprio di votare per i liberisti che da decenni sono responsabili della miseria strisciante?

Per comprendere si invita a leggere il loro manifesto. I punti di aperto dissenso sono già stati citati. In pratica non stanno né in cielo e né in terra. Ma ecco la sintesi che si accetta senza condizione che presenta il loro modo di essere: "...Il filo conduttore è la forte convinzione che la libertà nel pensare e nell'intraprendere è indispensabile per la piena valorizzazione delle capacità umane e per il raggiungimento di una più alta crescita economica e sociale".

Chiaramente si è cercato di cogliere ciò che può motivare un impegno anche se non si nasconde che si tratta di fare scelte in condizioni di incertezza in quanto solo in queste elezioni c'è stato un dialogo vero con i liberisti. In queste elezioni del parlamento europeo si è fatta una piccola rivoluzione (liberale?). Al di là del momento attuale la presidente Daniela Melchiorre ha preso un impegno forte verso l'elettorato.

Anche se in piccola parte il voto è stato liberato. Ora dobbiamo costruire nuovi percorsi di vita: è la politica che fa parte della vita e non il contrario. Non è vero che possiamo vivere senza idee e che ci basta quadrare soltanto i conti che peraltro sono sempre aperti.

Purtroppo la forza liberale non può solo affermare schemi progettuali o proporre arricchimenti e in buona sostanza del solo profitto. Deve garantire una progettualità continua che faccia uscire dalla crisi attuale con equilibri economici famigliari più forti. Equilibri famigliari che debbono tendere alla piena occupazione e alla liberalizzazione delle conoscenze a tutti i livelli. Con un nuovo corso della partecipazione alla politica i limiti imposti dalle rigidità dell'organizzazione della società in classi possono essere superati. Le tecnologie di comunicazioni stanno abbattendo barriere impensabili che potevano essere superate fino al qualche anno fa.

Bisogna aiutare veramente però chi non ce la fa in quanto è stato colpito dal corso dei processi economici e politici dei periodi passati. La rinegoziazione dei debiti delle famiglie che hanno trascorso periodi di cassa integrazione, mobilità, e prepensionamenti forzati deve porsi prima che all'attenzione del parlamento europeo all'attenzione del non nostro parlamento nazionale.

I mutui per la casa sono quasi sotto il 4 % ma per i prestiti personali sono all'incirca sull'11%. Possiamo andare avanti così? Le banche e gli istituti finanziari non solo non pagheranno nessun costo per la crisi ma aumenteranno anche i loro profitti.

I Liberal Democratici sono invitati a dare risposte!

 

 

08/06/2009





        
  



5+5=

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