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Dall’opposizione al Comune di Grottammare invito all’astensione al referendum

Grottammare | Intervento dei consiglieri Concetti e Marconi: “la vita non può essere liquidata con un voto referendario”

di Maria Grazia Concetti e Roberto Marconi

Gli italiani sono stati invitati a pronunciarsi sul problema della fecondazione artificiale, o meglio sulla bontà della legge n. 40/2003 intervenuta per regolamentare la pratica libera ed indiscriminata della fecondazione assistita.
 
Il primo quesito referendario, in realtà demanda al cittadino la scelta di poter sperimentare sugli embrioni soprannumerari. C’è allora da chiedersi se l’arbitrio sull’embrione, ridotto a prodotto biologico, non conduca all’arbitrio sulla vita che tale è dalla sua origine. Certamente noi cattolici non possiamo che rifiutare questa logica che rifiuta la vita.
 
Il secondo quesito referendario ci chiede di abrogare una serie di limiti alla fecondazione come quello degli embrioni soprannumerari e dell’obbligo di trasferire nell’utero materno i tre embrioni creati. Dal momento in cui lo spermatozoo feconda l’ovulo e la cellula primaria si moltiplica  la vita ha inizio. L’immensità della creazione  ha inizio. È dunque questo che ci chiedono di votare? Se usare o meno come “cavie i nostri figli mai nati?” Se curare i nostri mali con embrioni creati appositamente?
 
Il terzo quesito referendario ci domanda di valutare se i diritti dei “già nati” possano essere gli stessi dei diritti dei concepiti. Il nostro Papa ci da la risposta quando afferma che in nome della scienza, ai diritti della vita vengono inflitte ferite sempre più gravi, e ci avverte dei rischi che si corrono quando la scienza ha la presunzione di sostituirsi a Dio.
 
Ultimo quesito ci domanda se abrogare il divieto di fecondazione eterologa.
 
Un figlio ha il diritto di conoscere le proprie origini, ed un padre non può arrogarsi il diritto di aver figli “donati”in giro per il mondo. La maternità e la paternità non possono essere oggetto di scambio e di mercificazione.
 
Per queste ragioni che coinvolgono le nostre coscienze, i nostri valori, il nostro credo cattolico, crediamo sia giusto astenersi dal voto, non andare a votare. La vita non può essere liquidata con un voto referendario. Abbiamo il dovere di difenderla, se necessari anche dalla scienza e dalla politica.  Siamo consapevoli che la legge vada rivista , che   sarà sempre perfettibile per la delicatezza e al contempo l’immensità della materia, ma lo strumento non può essere il referendum, crediamo pertanto assolutamente legittimo non andare a votare.
 
*consiglieri di opposizione al Comune di Grottammare

09/06/2005





        
  



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