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"I Maschi son così. Penelope si è stancata" di Maria Rita Parsi a "Incontri con l'Autore"

San Benedetto del Tronto | Nella serata di sabato 9 luglio, la nota psicoterapeuta per presentare il suo ultimo libro, nell'amabile cornice del Circolo Nautico Sambenedettese (ravvivata nel colore dai quadri della pittrice Virginia Di Saverio).

di Umberto Sgattoni

"I Maschi son così. Penelope sì è stancata", la dottoressa Maria Rita Parsi a San Benedetto.

Maria Rita Parsi a San Benedetto del Tronto - presso il Circolo Nautico Sambenedettese - nel quarto appuntamento della Rassegna "Incontri con l'Autore" giunto alla sua XXXV Edizione.

L'occasione - appunto - quella della presentazione del suo ultimo libro: "Gli uomini son così. Penelope si è stancata" (edito da Piemme).
Un titolo, un programma, si direbbe.

Considerevole - manco a dirlo - la presenza femminile all'incontro culturale, organizzato dall'Associazione "I Luoghi della Scrittura", nell'ambito dell'operato sinergico profuso dalla nuova realtà territoriale denominata Mosaico Piceno, che mette in rete, energie, idee, programmazioni per qualificare ed esaltare l'offerta e la proposta culturale della Città e del Territorio.

Il quarto appuntamento stagionale di "Incontri con l'Autore" si è tenuto dunque nella cornice del Circolo Nautico con la nota psicoterapeuta, per la presentazione del suo ultimo libro, nel corso della serata di sabato 9 luglio. Una cornice, per l'occasione ravvivata nell'atmosfera, dai colori dei quadri della pittrice Virginia Di Saverio.

Dopo una brevissima presentazione in cui il Presidente de "I Luoghi della Scrittura" Mimmo Minuto ha annunciato la presenza a San Benedetto - nelle prossime settimane - del vincitore del Premio Strega 2016 Edoardo Albinati, la conversazione con l'autrice del libro della serata, è entrata da subito nel vivo, con la sapiente conduzione di Filippo Massacci, soddisfatto della considerevole presenza di pubblico, nonostante la concomitanza di alcuni rilevanti eventi culturali e di massa cittadini.

Il Massacci, non ha mancato di presentare ed introdurre il rilevante ospite, sottolineando come in fondo la dottoressa Parsi, non abbia bisogno di presentazioni; di come il suo curriculum parli da sé: psicopedagogista, psicoterapeuta, docente, saggista, scrittrice, editorialista; membro del Comitato Onu per i diritti dei fanciulli e delle fanciulle, creatrice della Fondazione Movimento Bambino Onlus (per la tutela giuridica e sociale dei minori) e di come abbia al suo attivo numerosissime pubblicazioni ed una considerevole esperienza di esperta e divulgatrice scientifica.

"Un libro" ha detto il moderatore dell'incontro culturale "che è un viaggio dentro la nostra quotidianità; una quotidianità di cui, la cronaca spesso riferisce tanti drammi; cui però, nella percezione comune corrisponde - paradossalmente - una reazione caratterizzata dallo stupore, come una specie di oblio."

"E' necessario pertanto aprire gli occhi e ragionare" ha detto Massacci; sottolineando come il libro provi a sollevare la questione suggerendo dei percorsi; quantomeno un inizio, un principio di riflessione.

D'altronde poi il Massacci ha rilevato come, a suo avviso, la letteratura possa insegnarci ed essere sentiero proficuo per conoscere in maniera autentica e profonda noi stessi; attraverso la lettura entriamo nel profondo e nell'intimo di noi stessi, come forse talvolta nessun contatto o relazione umana riescono a fare con la stessa intensità.

"Approfittiamo della lettura per indagare chi siamo e per scoprire e liberare le nostre risorse; la letteratura può compiere questo miracolo" ha auspicato il Massacci.

A sostegno di questa sua considerazione, il Massacci ha citato l'episodio in cui l'aedo Demodoco, nell'Odissea, attraverso il canto della sua narrazione, riuscì a commuovere e toccare le intime corde del cuore dell'eroe Ulisse.

"Questo libro" - ha detto Massacci nel merito di quello della Parsi "forse può fare alla nostra vita lo stesso effetto consapevole; ogni storia, tocca un tema nel quale possiamo riconoscerci o riflettere".

Un libro, per capire cosa sta alla base dei comportamenti maschili nei confronti delle donne e dei corpi delle donne; per superare i conflitti di genere e imparare a comunicare e a convivere senza paura, violenza e pregiudizi, in piena parità.

Tante storie di donne, ciascuna con il proprio compagno ma anche con il proprio segreto e con il proprio vissuto.

"Gli uomini son così. Penelope si è stancata" è l'ultimo libro di Maria Rita Parsi.

Un libro che parla di Ulissi (uomini) e Penelopi.
"Ma Penelope si è stancata" recita il titolo.

Un libro che parla di donne - in cui parlano le donne - attraverso lettere, testimonianze, sfoghi ed appelli.

Un libro di storie vere e di percorsi.

La dottoressa Parsi ha spiegato come il libro appartenga - in verità - ad una trilogia (Fragile come un maschio; Single per sempre e I Maschi son così. Penelope si è stancata) che ha invitato caldamente a leggere ed a prendere in considerazione.

"Non ho nessuna ostilità verso gli uomini" ha proseguito poi la Parsi; aggiungendo tuttavia, come sia però ineludibile il radicamento (o forse la consapevole elusione) nell'universo maschile della realtà di come le donne "siano il contenitore delle forme della vita". E di come gli uomini, crescendo ritornino al corpo delle donne.

"Tutto il mondo gira intorno al corpo delle donne" ha detto la dottoressa Parsi.

"E qual è," si è chiesta la psicoterapeuta "il potere più grande" se non quello di controllare chi dà la vita? Quale potere più grande?

Per l'uomo - secondo l'avviso della Parsi - è fondamentale "controllare la donna, controllarne la sessualità", una questione cruciale.

Poi, ha parlato di un testo - a suo avviso - fondamentale come Anatomia della Distruttività Umana di Erich Fromm e ne ha consigliato la lettura; ha aggiunto poi, come nel quotidiano vivere sia necessario impegnarsi qui ed ora; accettare il fluire e la fine della vita; e come in fondo a tanti drammi dei quali la cronaca quotidianamente ci informa, ci sia una fondamentale radice comune: il corpo delle donne.

A riguardo, ha espresso il vivo apprezzamento per come nel cristianesimo - in sommo grado (a suo avviso) - si faccia (e si tratti) dell'esaltazione della maternità: il grembo che contiene il divino.

E ciò, a prescindere dal fatto che si possa essere credenti o meno. 

"L'immaginario che c'è intorno al cristianesimo, mi commuove e mi emoziona" ha detto la Parsi

Questo potere che ha la donna - quello di dare la vita - crea ammirazione ed invidia, secondo la dottoressa Parsi.

E a riguardo, all'invidia del pene freudiana, la Parsi ha contrapposto quella - che le è più congeniale - di Melanie Klein, "l'invidia del seno".

"Io" ha detto la Parsi "sottolineerei l'invidia del grembo".

L'invidia del grembo su cui si baserebbe tutta l'invidia maschile. "Il potere di dare forma alla vita, è una dipendenza che l'uomo si porterà sempre dietro." ha detto la psicoterapeuta.

"Le donne" ha detto la Parsi "non pensano al corpo degli uomini, ma li fabbricano".

Poi, ha accennato alle similitudini che ella ravvisa tra il dilagante mondo della pornografia e quello delle armi.

Ha espresso - inoltre - la necessità di un consapevole superamento della misoginia al femminile; il concetto che "le donne sottomesse non fanno figli felici". Ha sottolineato come per i figli, la salute mentale dei genitori sia un diritto. Ha esaltato l'esperienza del femminismo: prendere coscienza del proprio corpo per poter contare; invitando a non disperderne il patrimonio condiviso, stimolando a creare alleanze (anche con uomini se necessario) per radicarne i frutti.

"Non dobbiamo perdere il patrimonio culturale, di scrittura, di lettura, di condivisione del movimento femminista!" ha detto con entusiasmo e profonda convinzione la Parsi

Il colto intervento di Claudio Cundari - psichiatra e poeta - nel citare Bachofen ed il suo libro sul matriarcato, ha rimarcato ed esaltato i pregi della scrittura della Parsi.

La dottoressa Parsi si è resa disponibile e sottoposta alle domande del pubblico, intrattenendosi in un'amabile e vivace conversazione sui temi e sulle questioni sollevate.

I temi affrontati: l'equilibrio della coppia; il ruolo dei genitori; la figura del maschio che scappa (poiché "prodotto di una situazione familiare"); la realtà di una cultura generale ancora intrisa di maschilismo.

Avviandosi alla conclusione, la dottoressa Parsi ha altresì auspicato e sottolineato come il potenziale insito nella comunicazione, se proficuamente indirizzato, possa essere formidabile veicolo e strumento per la diffusione ed il radicamento dei diritti.

A riguardo, ha citato Gramsci, parlando della funzione dell'intellettuale come mediatore di questo nuovo modo di intendere il mondo, le cose e le relazioni.

"Un libro di storie vere, raccontando storie vere, dei percorsi che si possono percorrere." ha concluso Maria Rita Parsi, sottolineando come attingendo al "femminile" il mondo possa davvero cambiare profondamente e radicalmente.

Quanto questa sua convinzione sia profetica, non sta a noi dirlo.  

Al lettore l'ardua sentenza. 

10/07/2016





        
  



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