SCF, sulla presunta "pseudo tassa" denunciata da Confesercenti alcune precisazioni
Ascoli Piceno | La nota inviata da Gianluigi Chiodaroli, Presidente consorzio SCF (Società Consortile Fonografici per azioni) che replica alle affermazioni della Confesercenti di Ascoli Piceno.
Pubblichiamo di seguito la nota inviata da Gianluigi Chiodaroli, Presidente di SCF, che fornisce alcune precisazioni su quanto affermato nell'articolo di ieri "Attenzione alla pesudo tassa SCF" , chiarendo alcuni aspetti relativi alle norme che regolano la diffusione di musica all'interno dei pubblici esercizi.
Le Direttive dell'Unione Europea e la legge sul Diritto d'Autore (LDA 633/41) riconoscono e tutelano sia i diritti di autori ed editori (gestiti da SIAE), sia i diritti degli artisti e dei produttori che realizzano le registrazioni discografiche. In Italia gran parte delle case discografiche esercita tali diritti tramite SCF, consorzio composto da oltre 250 imprese (case discografiche Major e Indipendenti), che raccoglie i compensi dovuti ad artisti e produttori per la diffusione in pubblico di musica registrata.
In risposta alla posizione dalla Confesercenti di Ascoli Piceno, riportata nell'articolo, teniamo a precisare che il pagamento dei diritti discografici è previsto per legge, sia nel caso di diffusione a scopo di intrattenimento (come ad es. nel caso delle discoteche), sia per la diffusione di musica di sottofondo (es. bar e altri pubblici esercizi).
Inoltre il pagamento dell'equo compenso è dovuto, sempre per legge, dal singolo pubblico esercizio, indipendentemente da accordi con associazioni di categoria, molte delle quali hanno, peraltro, già stipulato con noi convenzioni vantaggiose a favore dei propri associati. Per citarne alcune: Confcommercio, CEI (Conferenza Episcopale Italiana), Federdistribuzione, Federmoda, Confcooperative, Federalberghi, Confindustria Alberghi, AICA, Camera Nazionale della Moda ecc.
In mancanza di accordi, SCF applica ai singoli pubblici esercizi le condizioni economiche da tempo in essere con esercizi commerciali di analoga natura, frutto di negoziazioni con i rispettivi organismi di categoria.
Il ruolo istituzionale di SCF, quale 'collecting' in materia di diritti discografici, è stato ampiamente riconosciuto dalla giurisprudenza: recentemente, la Corte di Cassazione ha ribadito che i diritti spettanti a produttori ed artisti sono autonomi rispetto a quelli degli autori di composizioni musicali e la loro gestione non è attribuita per legge alla competenza esclusiva della SIAE, ma è lasciata ai produttori discografici piena libertà di scegliere se affidarne la gestione a SCF. La sentenza e ulteriore materiale di approfondimento sono disponibili sul sito web: www.scfitalia.it.
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10/07/2008
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