Pedinando Pier Paolo Pasolini a Grottammare

Grottammare | Monografia cine-teatrale a cura dei Centri di aggregazione comunali in collaborazione con Blow Up e Teatro AnnA, 12 e 13 luglio.

di Alfonsi Valentina

Pier Paolo Pasolini

L'omologazione culturale ha cancellato dall'orizzonte le piccole patrie, le cui luci brillano ormai nel rimpianto; memorie sempre più labili di stelle scomparse. Come polli d'allevamento, gli italiani hanno indi accettato la nuova sacralità, non nominata, della merce e del consumo. È questa la nuova società nella quale oggi ci muoviamo, testimoni e vittime dei lutti culturali.
- Pier Paolo Pasolini

«Dopo i laboratori degli anni scorsi dedicati a Fabrizio De André e Vittorio Gassman, per i 150 anni dell'Unità d'Italia abbiamo scelto di proporre Pier Paolo Pasolini»: così l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Grottammare Daniele Mariani introduce le due serate dedicate al grande artista italiano.

Martedì 12 luglio saranno proiettati in Piazza Fazzini alle 21.30 gli episodi diretti da Pasolini "La ricotta" e "Che cosa sono le nuvole", tratti rispettivamente dai film collettivi "Ro.Go.Pa.G." (1963) e "Capriccio all'italiana" (1968).

Mercoledì 13 luglio andrà invece in scena sempre alle 21.30, nell'area a est del Parco Primo Maggio la performance video-teatrale realizzata dai partecipanti ai laboratori dei centri di aggregazione comunali in collaborazione con l'associazione di cultura cinematografica Blow Up e Teatro AnnA.

Il lavoro prende le mosse della considerazione di Pasolini «in merito all'omologazione culturale del secondo dopoguerra, vero momento unitario del nostro Paese. La perdita delle piccole patrie italiane è il grande lutto sul quale si è fondata l'Italia contemporanea».

11/07/2011