Il racconto narra la storia di un giornalista italiano, sbarcato come cronista nella Grande Mela, lasciando a casa la moglie. Tra compagnie festose e donne provocanti, il giornalista comincia a condurre una vita fatta di feste, alcool e sesso finché la morte di un suo amico, Valentino, compagno di sventura nella metropoli, lo porta a riflettere su se stesso e a tornare a Roma dalla propria moglie che, inconsapevole della dissoluta vita del marito, lo ha sempre atteso.

Il giornalista tende però a precisare che "per quanto riguarda la bellavita Newyorkese, il racconto ahimé è tutto frutto della mia fantasia; mentre lo sradicamento del personaggio, dall'Italia agli USA e la visione del loro forte contrasto, è autobiografico. Il libro, è una sorta di fiction mescolata con la realtà".

Ma la lettura del libro non si sofferma solo alla storia del protagonista; dentro c'è tutta New York che forma, a metà del romanzo, una sorta di spartiacque sociale-psicologico, dall'arroganza iniziale dei cittadini nei confronti del protagonista, alla forte umiltà dovuta ad un evento storico devastante per la città: l'11 Settembre.

Anche il protagonista subisce un cambiamento radicale da quel giorno, che stranamente combacia con la morte del suo migliore amico: dopo aver condotto una vita di piaceri, immerso nella Grande Mela, cercando di conquistarla a tutti i costi, torna a casa, recupera i suoi valori, il proprio paese, ormai quasi degradato rispetto alla metropoli americana e riabbraccia la moglie.

"New York non è più una giungla - afferma il giornalista - ma grazie a Giuliani ora è una foresta, bella, accogliente, ordinata e capace di dare una certa sicurezza, quella che l'Italia sta perdendo...da qui il titolo del mio romanzo".