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"Giusto l'allarme per la giustizia, ma come cittadini non condividiamo il metodo".

| ROMA - Cittadinanzattiva su sciopero magistrati

 "Condividiamo pienamente lo stato di allarme rispetto al servizio giustizia, ma come cittadini, utenti del servizio, non possiamo condividere lo strumento scelto, cioé l'astensione dal lavoro". Queste le dichiarazioni di Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva, rilasciate durante la conferenza stampa "La giustizia appesa a un filo", indetta insieme a Altroconsumo, Arci, Cgil, Federconsumatori e Magistratura Democratica.

"Ci auguriamo che come in precedenti occasioni si possano trovare delle forme alternative alla semplice astensione, in grado di far comprendere le motivazioni di questo allarme".

"Crediamo che una reale attenzione al tema della giustizia richieda delle inversioni di rotta:    Il passaggio dalla giustizia dei politici alla giustizia dei cittadini. I cittadini aspettano riforme come quelle per accelerare i tempi della giustizia civile o per tutelare i diritti delle vittime dei reati. Ma su questo non si fa nulla.

Anzi, nella proposta relativa alla prescrizione dei reati vengono indicati tra questi la corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, la truffa in danno dello Stato o di enti pubblici, la frode nelle pubbliche forniture, la truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, l’usura.In secondo luogo la considerazione della giustizia come un grande servizio pubblico e non solo come un potere dello Stato.

La giustizia, al pari della scuola e della sanità, è un servizio pubblico, a cui il cittadino deve poter accedere in caso di necessità e che sta alla base di uno Stato di diritto. Di fatto si fa pochissimo per renderlo qualitativamente accettabile.

E’ significativo che negli ultimi anni siano aumentati i ricorsi dei cittadini avverso le sentenze al CSM. Essi sono il sintomo di un clima di sfiducia nel servizio, che rappresenta un danno per la collettività.

Anche l’attuale riforma in discussione secondo noi non serve a rendere il servizio migliore, ma a vincere un braccio di ferro con la magistratura come potere. Al di là della opportunità di dedicare tante forze ad una lotta di potere e del pericolo di avere una magistratura meno indipendente e soggetta a pressioni di altri soggetti forti, si sta perdendo una grande quantità di tempo, perché nulla si sta facendo per i cittadini".

"Le nostre proposte" ha quindi concluso la Petrangolini, " sono   quelle di dare priorità alla giustizia civile; completare la  informatizzazione degli uffici; - più fondi per adeguare le strutture e per aumentare il personale (la spesa per la giustizia ammonta all’1.42% del bilancio dello stato contro il 5 della Germania e il 2 in media nei paesi europei); la  riforma della magistratura onoraria; la introduzione della   class action; l' istituzione degli uffici per le relazioni con il pubblico; efficacia alla   tutela delle vittime dei reati;  riduzione dei costi per l'accesso dei cittadini alla giustizia.

Come movimento abbiamo deciso per il 2006 di realizzare una grande indagine sul diritto alla giustizia in Italia. Alla fine di ottobre in occasione della giornata europea della giustizia civile, saranno i cittadini ad entrare (a mettere piede) nei Tribunali per monitorare lo stato di attuazione dei loro diritti, raccogliendo le cose brutte e quelle belle; la messa a punto di una agenda sulla giustizia da far adottare alle coalizioni che si presenteranno alle prossime elezioni politiche.

12/07/2005





        
  



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