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XV conferenza mondiale AIDS

| "Il tema dell’incontro è un tema forte e non equivocabile che afferma che non si può vincere nessuna battaglia contro l'AIDS se non si garantisce a tutti l’accesso alle conoscenze e alla prevenzione".

di Alessandra Cerioli*

Pensando di fare cosa gradita, allego il racconto delle prime due giornate della XV conferenza mondiale dell'Aids

Prima giornata

Arrivando a Bangkok si viene sommersi dai manifesti che annunciano la XV conferenza mondiale contro l’AIDS. Il luogo della conferenza mondiale che si svolge ogni due anni non è mai casuale e quest’anno - per la prima volta – è stata organizzata in un paese del Sud-Est Asiatico. Questo significa che, dopo anni in cui la vera emergenza sembrava essere solo il continente africano, nuovi paesi (come Cina, Cambogia e molti altri dell’Est Europa) sono in ginocchio di fronte a questa pandemia.

”ACCESS FOR ALL” e il tema di questa quindicesima conferenza, un tema forte e non equivocabile che afferma che non si può vincere nessuna battaglia contro l'AIDS se non si garantisce a tutti l’accesso alle conoscenze e alla prevenzione, ma soprattutto ai trattamenti per le persone ormai già sieropositive all’HIV. Alle 14 partecipo al simposio organizzato dall'OMS sul programma per l’accesso ai trattamenti lanciato alla scorsa conferenza di Barcellona: “3 by 5”, 3 milioni di persone in trattamento entro il 2005.

Jim Yong Kim, direttore del dipartimento dell’OMS nel settore AIDS, durante il suo intervento non nega la difficoltà organizzativa e burocratica che il “3 by 5” ha incontrato nei primi anni, ma spiega che negli ultimi 6 mesi la macchina organizzativa è stata avviata e la maggioranza degli obiettivi prefissati per giugno 2004 sono stati raggiunti. Attualmente l’OMS lavora in sinergia con il Global Found, la Banca Mondiale e UNAIDS.

Per le 16 l’appuntamento della società civile è a un chilometro dalla Conferenza per una marcia organizzata dal Thai Drug Users Network e da altre associazioni thailandesi. Circa mille persone tra sexs workers, tossicodipendenti attivi e attivisti anche occidentali marciano insieme gridando e rivendicando: accesso al metadone, alle siringhe pulite, ai preservativi e ai farmaci antiretrovirali. Sono loro i veri protagonisti della Conferenza che si svolge in un paese dove dall’inizio del 2004 sono stati uccisi dalla polizia più di 2000 tossicodipendenti attivi. Sono stati uccisi per la strada, in una “guerra alla droga” dichiarata e portata avanti dal governo thailandese nella quale però, come spesso accade, a farne le spese sono solo i consumatori finali.

Alle 19, con l'opening ufficiale, Joep Lange (presidente dello IAS) dichiara aperta la conferenza. Lo segue il primo ministro thailandese che - nel bel mezzo del suo discorso sul programma del governo - viene contestato pacificamente dal Thai Drug Users's Network. Cinquanta persone si alzano in piedi con cartelli con scritto “Clean Needles NOW!” e “Stop the War on Drug Users” e gridando “methadone now!”.

Io ed altri attivisti occidentali siamo fra loro, per dimostrare la nostra solidarietà. Sono orgogliosa di esserci. La loro battaglia è stata la nostra battaglia non molti anni fa, ora per noi italiana si tratta di difendere quello che è stato conquistato con quella lotta. È solo successivamente, con il discorso di Kofi Annan, che gli attivisti si siedono regalando anche qualche applauso.

Seconda giornata - 11 luglio 2004

Iniziano i lavori ufficiali della conferenza. Il programma scientifico e diviso in 5 tracce:

1. traccia A - Scienza di base: tratta la patogenesi del virus, immunologia e risposta immunitaria, replicazione, nuovi farmaci, vaccini

2. traccia B - Ricerca clinica, studi clinici, trattamenti

3. traccia C - Epidemiologia, prevenzione

4. traccia D - Problemi sociali ed economici

5. traccia E - Politiche e strategie da effettuare

Tutte le giornate prevedono una plenaria comune con relazioni orali e a seguire sessioni parallele sulle 5 tracce del programma. Sempre in parallelo vi sono sale di esposizione per i poster, simposi satellite NON commerciali e commerciali.

ONG e persone sieropositive e network continentali e mondiali sono numerosissime. Sono soprattutto a carico loro i numerosissimi Skills Building Program che in pratica sono dei seminari di formazione con focus su conoscenza ed abilitazione della community alla costruzione di progetti di intervento su ogni tema possibile.

Come sempre è presente una PWA lounge dove le persone sieropositive possono riposarsi, avere discussioni informali e mangiare gratuitamente e beneficiare di un massaggio tailandese. Tutto il programma sia politico sia scientifico ha in comune un focus particolare sui paesi in cui più di altri l’infezione e una vera e propria emergenza sociale e sanitaria e dove non vi e ancora accesso ai trattamenti.

Rispetto ai trattamenti - guardando il programma - le cose più interessanti sono per esempio i risultati degli studi clinici su farmacocinetica-interazioni tra farmaci antiretrovirali e farmaci per la cura della TBC. Nei paesi in via di sviluppo la TBC e quasi sempre associata all’AIDS ma il problema e che queste due terapie interagiscono in modo sostanziale fra di loro e quindi è assolutamente necessario studiare queste interazioni nella pratica clinica. Inoltre molti lavori comprendono anche i farmaci generici, e la policy sui prezzi. Sulla prevenzione - essendo la 15° conferenza ma la prima in un paese del Sud-Est asiatico - il focus è su sex workers, drugs users, trasmissione materno fetale, stigma associato alla malattia.

Rispetto alla pressione della community e della società civile sui governi e sulla comunità scientifica, come si era già intuito nella marcia di ieri delle ONG, il focus (oltre che sull’accesso universale ai trattamenti e ai finanziamenti non ancora versati dai vari Governi al Fondo Globale) è rivolto alla RDD e ai diritti umani delle persone con HIV e/o tossicodipendenti o sex workers. Questi diritti qui nel Sud-Est asiatico sono inesistenti.

Le parole d’ordine degli attivisti di tutto il mondo riuniti a Bangkok sono: “DOVE SONO I 10 BILIONI DI DOLLARI PROMESSI AL FONDO GLOBALE”; “METADONE”, “SIRINGHE PULITE”, “PRESERVATIVI”.

Ieri sera è stata scritta una petizione (firmata anche dalla LILA) a sostegno dei 15 attivisti cinesi, che sono a Bangkok ma non hanno avuto l’accesso all’interno della conferenza. Hanno ricevuto anche forti pressioni (minacce) dai rappresentanti del loro governo, qui presenti, per aver dato visibilità durante la marcia e prima dell’opening ufficiale all’atteggiamento di negazione che il governo cinese perpetua sull’HIV/AIDS e sulla persecuzione (carcerazione) delle PWA in Cina.

La plenaria di oggi ha avuto come argomento ACCESSO ALLE RISORSE commitment/accountability. La prima relazione a cura di K.Stanecki (UNAIDS) mostra i dati allarmanti della crescita dell’infezione sia tra i tossicodipendenti che per via sessuale qui nel Sud-Est asiatico e soprattutto in Thailandia, Cina, Vietnam con le seguenti proiezioni virtuali delle infezioni future.

Dal 2001 al 2003 si sono avuti 1.000.000 di nuove infezioni. Mediamente in tutto il Sud-Est asiatico non più del 30% dei/delle sex workers usa il profilattico, ma la percentuale cala drasticamente se si parla di Cina e Cambogia.

La proiezione del virtuale dice che non si cambia strategia - ma è corretto ricordare che la Thailandia nell’ultimo biennio ha condotto campagne di sensibilisazione e di distribuzione dei profilattici che hanno dato ottimi risultati – nel 2030 il 5% della popolazione del Sud-Est asiatico sarà sieropositiva.

Nel pomeriggio ho seguito la sessione su CLINICAL TRIAL  che comprendeva studi in monoterapia col Kaletra. Sono stati riportati i dati a 96 settimane su T-20, su alcune nuove molecole e di interventi su lipodistrofia ed atrofia facciale. Niente di particolarmente interessante e di nuovo.

Scorrendo il programma scientifico che interessa a noi occidentali, mi pare che non ci sia niente per cui spendere molto tempo. Nel pomeriggio si svolge una contestazione interna a sostegno del Fondo Globale: cartelli enormi con le facce di Bush e amici vengono inondate di vernice rossa. C’e anche quella di Berlusconi perché e arrivata la notizia che - inclusa nella manovra economica post-Tremonti - sembra ci sia il taglio del contributo italiano al Fondo Globale.

Alle 18 finalmente inizia un interessantissimo simposio organizzato dal Forum for CollaborativeHIV Reserche: “Women e HIV / Reserche direction”. Il forum è composto da varie e note ricercatrici indipendenti ed esponenti di ONG con il supporto di fondazioni, aziende farmaceutiche. In collaborazione con EMEA e FDA lavorerà in pianta stabile sulla ricerca e il genere.

Le presentazioni della giornata su ricerca sia sociale che clinica:

- Uno studio (che sta iniziando) di profilassi contro HIV con tenofovir 300mg una volta al giorno condotto in Cambogia, Thailandia, Africa, USA su sex workers e che durerà un anno

- Interventi di prevenzione che prevedono empowerment su violenza sessuale e domestica e abilitazione a contrattare sesso sicuro con microcredito per autoorganizzazione delle donne condotti in Africa

- Programmi di interventi di cura e prevenzione rivolti alle donne in situazioni di guerre/conflitto e post conflitto. In questo intervento si sono mostrati alcuni progetti per il Ruanda dove, dopo il genocidio, la prevalenza dell’HIV nelle persone sopravissute e arrivata al 12%. Tutte le presentazione saranno disponibili su www.hivforum.org

Per finire alle 20 ho partecipato a un meeting organizzato da GNP+ (Global Network People With Live HIV AIDS) sul tema: Health and Human Rights of HIV People Drug Users. C’erano rappresentanti di GNP+ di India, Nepal, Russia, USA, Italia. È stato aperto da Pieter Piot (segretario di UNAIDS) che ha rimarcato l’importanza del coinvolgimento dei consumatori e delle ONG su questo tema.

Ma il razionale di questo meeting si può sintetizzare con il discorso del chair del meeting e membro storico di GNP+: attualmente - con la pandemia ben visibile e in crescita esponenziale in paesi produttori di sostanze, e con la sconfitta evidente e definitiva della “War on Drug” voluta dall’amministrazione statunitense ma supportata dalle Agenzie Internazionali (che ha prodotto solo il peggioramento delle condizioni di vita dei drugs users dei paesi economicamente depressi o con regimi totalitari) - il nostro lavoro deve comprendere necessariamente RDD e diritti per drug users.

È importante che i/le consumatori/rici di sostanze - sieropositivi e non - trovino spazio e siano rappresentati all’interno dei network storici e delle coalizioni degli attivisti di tutto il mondo portando le loro questioni aperte, che sono anche le nostre.

* rappresentante LILA

13/07/2004





        
  



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