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"Non smembrate quella classe!"

San Benedetto del Tronto | Il grido d'allarme degli studenti della V° E del Liceo Classico "Leopardi"

di Emidio Lattanzi

Alcuni alunni della V° E

Aria di tempesta tra gli studenti della quinta ginnasio, sezione E, del liceo classico "Leopardi" di San Benedetto. Si dicono pronti a dar battaglia a chi di dovere, al fine di evitare lo smembramento dell'intera classe, legalmente fattibile, a causa del mancato raggiungimento del numero minimo di studenti, ma, a detta degli alunni e dei loro genitori, moralmente ed eticamente improponibile.
 
La sezione è nata utilizzando un diverso metodo didattico, ed ha riscontrato, a detta di tutti, in primo luogo degli stessi alunni, grande successo, ed ora, l'ordine arrivato dal CSA di Ascoli, è quello di smantellare la classe, distribuendo i propri componenti nelle altre sezioni.
 
Con una lettera aperta, indirizzata al Preside dell'istituto Franco Zenobi, al CSA di Ascoli Piceno, ed alla Direzione Regionale, la scolaresca della V° E, ha sottolineato quanto deleterio potrebbe essere lo scioglimento di una classe che in due anni ha raggiunto un notevole grado di affiatamento, e come il percorso di formazione culturale ed educativa, portato avanti insieme alla professoressa Agnese Monaldi, insegnante delle cinque principali discipline dell'ambito liceale (italiano, latino, greco, storia e geografia), possa essere compromesso, disseminando gli alunni tra le altre quattro sezioni.
 
"Ci sentiamo uniti – gridano all'unisono gli studenti della V° E – insieme sappiamo di poter affrontare il futuro scolastico con serenità. Abbiamo scoperto l'amicizia, la solidarietà, che possono sembrare cose di poco conto, ma pensiamo che formazione significhi anche questo: l'aver saputo costruire un gruppo umano che non è facile trovare altrove".
 
"Possiamo cercare di capire i problemi organizzativi dell'istituto – continua la lettera – ma non vogliamo essere considerati soltanto dei numeri. Dividerci potrebbe significare distruggere una scuola buona, uccidere le nostre speranze e calpestare pensieri e sentimenti".
 
Il preside Zenobi ha accompagnato alla missiva, delle considerazioni sulla vicenda, spiegando come effettivamente il numero per la formazione di cinque classi di prima liceo sia inferiore al minimo legale, ma rientri  nella percentuale del 10% indicata nelle circolari ministeriali del 2003. Zenobi spiega come la nascita della sezione E sia stata imposta dall'incremento delle domande d'iscrizione, senza però essere uniformata ai metodi di insegnamento sperimentali delle altre classi.
 
"All'epoca si è dovuto convincere un gruppo di alunni – spiega Zenobi – a frequentare un liceo tradizionale contro la loro volontà, costringendoli a progettare un'esperienza didattica diversa. Ora quegli stessi alunni reclamano la possibilità di proseguire la propria "diversità".
 
In pratica i ragazzi della V° E, che a suo tempo hanno accettato di vivere un'esperienza scolastica differente da quella delle altre sezioni, ora sono costretti, per un problema essenzialmente burocratico, ad uniformarsi ad un metodo di studio che a suo tempo è stato negato. "E' possibile che i «numeri» facciano questo?" è la domanda che la scolaresca si pone.
 
Ci sarà risposta?

15/07/2004





        
  



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