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Una Palazzina Azzurra stracolma, per Vito Mancuso a "Piceno d'Autore 2016"

San Benedetto del Tronto | Nella serata di lunedì 18 luglio - quella di apertura dell'ormai consueto festival giunto alla sua VII edizione - il noto teologo, per presentare il suo ultimo libro e ragionare sul tema della rassegna di quest'anno "L'Uomo, il Divino, il Sacro".

di Umberto Sgattoni

Il prof. Vito Mancuso, nel bel mezzo del suo intervento a Piceno d'Autore 2016

L'apertura ufficiale della VII Edizione di "Piceno d'Autore", nel segno di Vito Mancuso ed in un bagno di folla che ha letteralmente inondato la Palazzina Azzurra, nella serata di lunedì 18 luglio.

Il noto teologo ed intellettuale, ha presentato il suo ultimo libro "Dio e il suo Destino", edito da Garzanti ed ampiamente trattato e ragionato sul tema che caratterizza la Sezione Monografica di "Piceno d'Autore 2016": "L'Uomo, il Divino, il Sacro".

Dopo un brevissimo intervento dell'avvocato Silvio Venieri e di Mimmo Minuto - teso ad illustrare i vari e numerosi appuntamenti che si articoleranno nell'intensa settimana (18-24 luglio) di "Piceno d'Autore" - il Presidente del Consiglio Comunale Bruno Gabrielli, in rappresentanza dell'Amministrazione e porgendo i saluti della Città, si è detto compiaciuto del fiorire di iniziative sinergiche (quali la partnership fra Fondazione Bizzarri e I Luoghi della Scrittura, nel più vasto ambito della collaborazione in rete fra associazioni del territorio denominata "Mosaico Piceno") dicendosi convinto che iniziative culturali di spessore, non siano soltanto di prestigio e lustro per la Città, ma anche motivo di riflessione importante e di arricchimento sotto il profilo umano e personale per ciascuno di noi.

Di lì, un'accurata ed estesa premessa dell'avvocato Maria Rita Bartolomei - che ha conversato con il Mancuso - ha introdotto nel vivo dell'incontro culturale.

Un testo - quello di "Dio e il suo destino" - molto corposo e denso, non soltanto sotto il profilo materiale (oltre 400 pagine), ma anche sotto quello dei contenuti complessi ed affascinanti trattati; "e svelati" ha puntualizzato la Bartolomei, mettendo in luce come sia assolutamente mirabile la capacità del Mancuso nel porre (e porsi) domande sempre nuove, in modo innovativo, con lungimiranza e con grande chiarezza.

"Un libro" ha poi ribadito l'avvocato Bartolomei, che è una critica all'incapacità della Chiesa Cattolica di rispondere alle esigenze di spiritualità dell'uomo contemporaneo.

Un uomo contemporaneo, che vive in una società liquida, spesso trasportato in balia delle onde, confuso tra l'inquietudine e l'attrazione per l'effimero.

"Tematiche ardue" quelle del libro - ha detto la moderatrice - "ma affrontate con e da guida sicura".

Un Mancuso - in ogni caso - che secondo Maria Rita Bartolomei ha la mirabile capacità non solo di affrontare la pars destruens ma anche quella pars costruens, che è terreno ben più arduo e scosceso da praticare e coltivare; "in questo" ha detto l'avvocato Bartolomei "credo vi sia uno dei caratteri e degli aspetti decisivi e rilevanti del Mancuso".

Un intervento, quello del Mancuso che si è protratto per quasi due ore - dense di argomentazioni e di dibattito (anche con domande provenienti dal pubblico presente) - a testimonianza che il tema e la questione sollevati, siano assolutamente degni di attenzione e di riflessione.

Per Mancuso, uno dei problemi cardine della nostra contemporaneità, va indagato nella direzione e ricercato in quella "mancanza di significato" - e mancanza di orizzonti di significato - che caratterizzano l'uomo contemporaneo.

L'idea di Dio sembra essere scomparsa dall'orizzonte di noi occidentali, sempre più ossessionati da miti effimeri e ormai disposti a vendere al miglior offerente persino la nostra libertà. La sua assenza, ci ha lasciati orfani di una guida in grado di orientare l'esistenza verso il bene e la giustizia, e per questo diventa necessario riflettere oggi sulla questione del divino.

Quel "Significato" e senso profondo che dà sapore e colore alla vita - con sogni, speranze, incubi e paure - in assenza del quale, sosteneva Carl Gustav Jung, vi è malattia.

In tal senso, potremmo umilmente azzardare, che l'uomo contemporaneo sia ammalato.

E per Vito Mancuso, il non avere un orizzonte di significato, è un male che attiene ad un problema di fondo della civiltà occidentale; una societas che - come quella della Roma imperiale - nello spegnersi dello spirito religioso, ha visto l'interesse particolare prevalere sul generale e non riconoscere null'altro che sé stesso; e dunque, procedere inesorabilmente verso la decadenza e la caduta.

In tal senso, Mancuso ha parlato di "importanza politica" della religione.

Rilevando altresì come - a suo avviso - sia assolutamente fondamentale ridare dignità all'istruzione religiosa, rendendo l'ora di religione obbligatoria; ma, in tal senso, sottraendo ad essa l'influenza e la caratterizzazione preminente che in essa, ha la chiesa e la religione cattolica.

Mancuso si è poi soffermato sul valore veritativo delle parole.

Religione - ha detto il professor Mancuso - ha un prefisso rafforzativo RE, ed in LIGIO ha in "LG" una radice formidabile ed importantissima che non soltanto in greco e latino è parte fondante di lemmi quali logos e lex (nella loro forte carica espressiva e significante di legame, relazione ed essenza costitutiva e fondativa), ma esprime anche in maniera vigorosa e pregnante, la capacità di creare una relazione, un legame, un sistema.

Anche qui, non possiamo non rilevare - sia pure nella nostra dimensione di umili cronisti - come tra le righe della riflessione del Mancuso, filtri l'idea che l'assenza di religione e lo smarrimento del senso religioso, non possano che creare e produrre una tendenza disgregativa e dispersiva, che conduce verso la decadenza ed il declino della civiltà.

Una decadenza che il Mancuso ha riscontato anche nel Cristianesimo (ed attribuito anche al suo dogmatismo).

Inoltre il prof. Mancuso si è soffermato sull'importanza della "Solitudine": concetto da distinguersi e da non fraintendersi con l'isolamento.

Una solitudine che, sottraendoci da una vita fatta di "ruoli" e "in funzione di" è capace ed in grado di farci addentrare nella nostra autentica dimensione spirituale; e farci scoprire diversi, al di là della mera dimensione dell'essere "fenomeno sociale" fatto unicamente ed inevitabilmente di "connessioni".

"Questa solitudine" ha detto Mancuso "oggi è in pericolo"; quella dimensione intima, quel "retrobottega dell'anima" di cui parlava Montaigne. ("Bisogna riservarsi un retrobottega tutto nostro, del tutto indipendente, nel quale stabilire la nostra vera libertà"). Solitudine che è verace e veridico momento di libertà dell'uomo, nella sua dimensione spirituale - diversa - da quella meramente sociale.

Molti davvero i temi affrontati dal prof. Mancuso, in una serata che ha dimostrato - come se fosse necessario - che il tema affrontato dalla Sezione Monografica di Piceno d'Autore 2016 (L'Uomo, il Divino, il Sacro), sia non soltanto insaporito dalla presenza di personaggi ed autori di grandissimo spessore, ma sia di per sé stesso, di altissimo profilo e grande valore culturale.

Stasera, martedì 19 luglio, il vaticanista Andrea Tornielli - a Piceno d'Autore 2016 - stesso luogo, stesso orario: Palazzina Azzurra - San Benedetto del Tronto - ore 21,30.

19/07/2016





        
  



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