Significativo il comunicato diramato agli organi di stampa da Antimo Di Francesco - Segretario Provinciale del Partito Democratico nonché il Consigliere Comunale che ha conseguito il maggior numero di voti personali alle elezioni sambenedettesi di giugno - il quale, facendosi interprete e portavoce del pensiero dei promotori del Ricorso al Tar presentato da buona parte dei componenti della coalizione di centro-sinistra che supportò il candidato sindaco Paolo Perazzoli alla recente tornata elettorale (l'UdC ha invece presentato un ricorso al Tar distinto ed autonomo) - Partito Democratico, Rinnovamento e Progresso, Uniti per San Benedetto, Lista Calvaresi, San Benedetto per San Benedetto Adesso - si è soffermato a riflettere su quali siano le motivazioni e le ragioni di tale ricorso ed istanza.

Motivo del contendere, l'attribuzione del premio di maggioranza - a detta dei promotori del ricorso - erroneamente assegnato alla coalizione guidata dal Sindaco eletto Piunti, da parte dell'Ufficio Elettorale Centrale.

"Lungi dall'essere una mera azione di disturbo" - prosegue la nota politica - "il ricorso si prefigge l'obiettivo di riportare la giusta rappresentatività nella composizione del Consiglio Comunale in virtù della volontà popolare mostrata alle ultime elezioni".

Già in Consiglio Comunale, lo stesso Consigliere Comunale Paolo Perazzoli, non aveva contestato in alcun modo - e l'aveva anzi riconosciuta apertamente - la netta vittoria al ballottaggio di quello che oggi è il Sindaco di San Benedetto del Tronto, Pasqualino Piunti.

Tuttavia, l'attuale configurazione del Consiglio Comunale, non convince la coalizione del centro-sinistra.

"Infatti" - afferma Di Francesco - "con riferimento al primo turno, le liste collegate al candidato sindaco Paolo Perazzoli hanno ottenuto n.11.509 voti e cioè il 50,88% dei voti validi ricevuti da tutte le liste presentatesi (pari nel totale a 22.616 voti) ma che parametrati ai voti validi ottenuti dai candidati sindaci (sempre nel primo turno) costituiscono il 47,77% di tutti i voti dati ai candidati sindaci (pari a 24.092 voti)".

Un esito, stando sempre ai termini della disamina che "non può, quindi, definirsi rispettoso del principio di rappresentatività".

Un ricorso al Tar, dunque - stando in nuce ai contenuti espressi dalla nota politica - che non è mera azione di disturbo, ma un doveroso atto "per riportare la giusta rappresentatività in Consiglio Comunale."

"La maggioranza assoluta dei voti (11.509 pari al 50,88%) diventa una minoranza di consiglieri comunali (7 pari al 29,16%), mentre una minoranza di voti (6.487 pari al 28,68%) diventa una larghissima maggioranza di consiglieri comunale (15 pari al 62,50%)" ribadisce la nota politica.

In conclusione, Di Francesco, sembra ricalcare nella sostanza e fondamentalmente quanto già affermato da Paolo Perazzoli:

"Nessuno mette in discussione l'elezione di Pasqualino Piunti come sindaco di San Benedetto; il ricorso l'abbiamo dovuto presentare per rispetto della volontà dei cittadini sambenedettesi che ci hanno dato fiducia e sostenuto a maggioranza assoluta con il voto".

"In questi mesi" - conclude la nota stampa - "il Sindaco e la Giunta possono e debbono operare, se hanno idee e progetti".