Dopo il maxisequestro del 19 luglio, di 15.000 chilogrammi di peperoncino cancerogeno che ha interessato l'intero territorio nazionale, nel quale sono stati impegnati in prima linea gli uomini del Comando Provinciale Forestale di Ascoli Piceno, ora si attendono gli sviluppi delle indagini.

 

Le indagini, partite in aprile, hanno portato alla scoperta dell'ingente quantità di materiale alimentare, cotaminato dal sudan rosso 1, un colorante utilizzato nell'industria tessile. La spezia arriva dall'India, ed è stata importata in Italia da un'azienda pescarese, che ha distribuito la pericolosa sostanza in tutte le ditte clienti sparse sul territorio nazionale. Sarebbero interessate quattordici regioni, sul territorio italiano, più alcune zone della Romania, dove parte dell'alimento contaminato è stato esportato.

 

Il sudan rosso1 è un pericoloso agente tossico cancerogeno ed è finito all'interno di surgelati e cibi pronti a base di peperoncino, ed ora sono in corso le indagini per verificare le responsabilità di due persone, il direttore generale e quello di qualità di una ditta di Ascoli Piceno. Per entrambi sarà da verificare l'eventualità di imputazione di commercio di sostanze alimentari nocive ed attentato all'incolumità pubblica.

 

"Siamo in attesa che vengano concluse le indagini – ha spiegato il dottor Benedetto Ricci, Comandante Provinciale del Corpo Forestale di Ascoli Piceno – o comunque che il Procuratore della Repubblica di Fermo valuti tutti gli elementi che sono ancora in via di acquisizione per quanto riguarda la quantificazione dei prodotti alimentari che sono in Italia e che sono soggetti allo stato d'allerta alimentare".