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"Come mai nessun si è accorto della crisi del distretto agro-industriale di San Benedetto?"

San Benedetto del Tronto | Menzietti e Paci:"Si aggravano sempre di più le difficoltà che stanno attanagliando in questo momento il settore agroalimentare".

di *Giovanni Menzietti **Gianni Paci


Uno dei sintomi che fotografa l’attuale situazione è rappresentato dallo stato di crisi dell’industria del freddo che sta segnando il passo in maniera preoccupante, raggiungendo picchi record di cassa integrazione e procedure di mobilità, che si sono triplicati rispetto al 2001.
In questo bollettino di guerra, al quale dobbiamo cercare di creare un argine duraturo, si inserisce in modo preoccupante anche il caso Foodinvest di Porto d’Ascoli, che nonostante l’apertura della procedura di mobilità e la disdetta di tutti gli accordi integrativi, che hanno consentito un notevole ridimensionamento  del costo del lavoro, non riesce a trovare commesse complementari a quella della Nestlè.

Il paradosso di questa crisi è rappresentato dal fatto che soffre nel piceno un settore che altrove è tra i pochi a non denunciare malesseri.

A livello nazionale ed europeo l’agro-industriale è uno dei settori che godono di miglior salute. Nella nostra provincia c’è invece una preoccupante concentrazione di difficoltà derivata dalla mancanza di capacità organizzative delle imprese: l’assenza di marchi propri è molto penalizzante.

E’ evidente che la situazione è da tenere costantemente sotto controllo perché si tratta di uno dei settori più importanti dell’intera economia regionale.

Sul banco degli imputati l’imprenditoria locale, dedita al perseguimento di una sola politica competitiva, quale quella dei costi,  a scapito di una crescita professionale, di specializzazione e di qualità, ivi compresa quella della forza lavoro, vista sempre come “peso” e non invece come risorsa.

Classe imprenditoriale, quindi,  troppo poco attenta verso innovazione, ricerca e qualità, strumenti essenziali per sfuggire agli accordi capestro dei grandi gruppi apparsi e scomparsi negli ultimi anni dal territorio interessati soprattutto ad una politica mordi e fuggi.     
Preso atto dell’interessamento e dell’impegno degli assessorati competenti, provinciali e regionali, nei confronti di una crisi occupazionale e industriale che lo stesso Assessore Ugo Ascoli ha definito lacerante, rimangono però forti dubbi per come il CO.I.CO abbia gestito il distretto agro-industriale di San Benedetto del Tronto.

L’attuale situazione non fa che confermare quanto i provvedimenti di conduzione del distretto siano stati superficiali ed incapaci di favorire lo sviluppo e le potenzialità dell’intera area.
Visti i risultati poco esaltanti di conduzione distrettuale, la domanda fondamentale è come mai nessuno si è accorto che diverse aziende del distretto iniziavano a dare preoccupanti segni di crisi? I progetti finanziati con soldi pubblici quali risultati hanno prodotto sulla situazione reale del distretto? Quale controllo è stato esercitato dalla Provincia e dalla Regione sull’andamento e la resa di questi progetti? Privilegiare una politica in grado di creare un ambiente favorevole allo sviluppo dell’intera area non esime gli organismi competenti a sottovalutare o a non informarsi sulle singole crisi aziendali.

Visti i risultati i Comunisti Italiani chiedono di fare una seria verifica sulla reale situazione del distretto agro-industriale, sull’impegno e responsabilità dei diversi attori che hanno operato e operano dentro e attorno a questa realtà, sulla necessità di rilanciare su nuove basi e con nuove idee e progetti il settore, partendo dalla ricerca per arrivare alla commercializzazione del prodotto, ed un modo diverso di erogare i finanziamenti, i quali debbono essere scelti per qualità e sviluppo occupazionale stabile e non più in modo indifferenziato.

Bisogna che in primis Comune, Provincia e Regione si sveglino per salvare un settore e un intero territorio che rischia di spegnersi da un momento all’altro, seguendo direttamente l’evolversi della situazione, poiché ci  sono posti di lavoro in pericolo che rappresentano il problema più preoccupante da risolvere.

*segretario PdCI
**Responsabile Area Lavoro PdCI

23/07/2005





        
  



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